Capolona
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PIEVE DI SIETINA – Dov’è Capolona
Poco prima di Castelluccio, arrivando da Capolona, un bivio sulla sinistra ci conduce in poche centinaia di metri ad una chiesa antichissima: la Pieve di Sietina. Esiste una citazione di questo luogo già in un documento del 1022. L'edificio religioso non si presenta con la maestosità delle pievi romaniche casentinesi, per le dimensioni ben più ridotte e l'architettura molto più semplice e sobria. La struttura, praticamente a base quadrata, ha tre absidi che corrispondono ad altrettante navate divise da grossi pilastri rettangolari. La Pieve di Sietina, dedicata a Santa Maria Maddalena, è stata più volte ristrutturata nel corso della sua storia, nel XVII e XVIII secolo ci sono stati gli interventi più sostanziali con opere di consolidamento. Tali interventi hanno riguardato essenzialmente l'esterno. Il campanile è un'evidentissima testimonianza di questi rimaneggiamenti, ma anche le tre finestre sulla facciata in origine non esistevano.
L'interno, al contrario, ha subito ben poche modifiche. Testimoniano questo le pareti e i pilastri completamente affrescati. Affreschi che hanno purtroppo subito il peso dei secoli: diversi sono ancora bel "leggibili", altri meno, qualcuno praticamente scomparso. Questi dipinti sono una particolarità della Pieve di Sietina e chiunque visiti la chiesa la ricorderà principalmente per questo aspetto artistico. Tra tutti questi affreschi realizzati nel corso di vari secoli si possono distinguere due gruppi di pitture appartenenti il primo agli anni 1370/80 ed attribuibili ad un anonimo pittore noto come "Maestro di Pieve a Sietina", al secondo gruppo appartengono affreschi databili fine XV ed attribuiti alla mano di un anonimo artista vicino alla scuola di Lorentino ed Angelo D'Andrea. Non esiste precisa documentazione che attesti ciò, ma quasi certamente tutte pitture della chiesa furono commissionate dalla Famiglia Bacci, ricca casata aretina proprietaria per secoli della Pieve di Santa Maddalena a Sietina e dei terreni e case circostanti. Questa famiglia si dimostrò più volte "sensibile all'arte". Da ricordare è Baccio di Magio di Baccio che destinò parte della sua eredità al finanziamento per la decorazione della cappella maggiore della Chiesa di San Francesco ad Arezzo. Lavoro inizialmente commissionato a Bicci di Lorenzo e da questi appena iniziato, poi mirabilmente portato a termine da Pier della Francesca.
La Pieve di Sietina appare dall'esterno piuttosto bassa, specialmente nelle sue navate laterali. Dall'interno ci apparirà più alta, questo per un'altra particolarità di questo edificio: il pavimento della chiesa è più basso del terreno esterno.
Come detto all'inizio, la chiesa si trova nei pressi di Castelluccio, in zona pianeggiante lungo la sponda destra dell'Arno. Non è casuale questa posizione. Va ricordato che in epoca medievale esisteva "la strada delle pievi", un percorso che da Arezzo raggiungeva l'alto Casentino tenendo la destra dell'Arno e toccando tutte le importanti pievi medievali. In pratica si attraversava l'Arno a Ponte Buriano, poi, camminando verso nord parallelamente a fiume s'incontrava dopo qualche chilometro Sietina, quindi la Pieve di Socana, prima di Poppi la Pieve di Buiano, poi la Pieve di San Martino a Vado a Strada, per ultimo Romena. Chi avesse continuato poi verso Firenze avrebbe incontrato anche la Pieve di Montemignaio.
Clicca qui per visitare approfonditamente Pieve a Sietina
L'interno, al contrario, ha subito ben poche modifiche. Testimoniano questo le pareti e i pilastri completamente affrescati. Affreschi che hanno purtroppo subito il peso dei secoli: diversi sono ancora bel "leggibili", altri meno, qualcuno praticamente scomparso. Questi dipinti sono una particolarità della Pieve di Sietina e chiunque visiti la chiesa la ricorderà principalmente per questo aspetto artistico. Tra tutti questi affreschi realizzati nel corso di vari secoli si possono distinguere due gruppi di pitture appartenenti il primo agli anni 1370/80 ed attribuibili ad un anonimo pittore noto come "Maestro di Pieve a Sietina", al secondo gruppo appartengono affreschi databili fine XV ed attribuiti alla mano di un anonimo artista vicino alla scuola di Lorentino ed Angelo D'Andrea. Non esiste precisa documentazione che attesti ciò, ma quasi certamente tutte pitture della chiesa furono commissionate dalla Famiglia Bacci, ricca casata aretina proprietaria per secoli della Pieve di Santa Maddalena a Sietina e dei terreni e case circostanti. Questa famiglia si dimostrò più volte "sensibile all'arte". Da ricordare è Baccio di Magio di Baccio che destinò parte della sua eredità al finanziamento per la decorazione della cappella maggiore della Chiesa di San Francesco ad Arezzo. Lavoro inizialmente commissionato a Bicci di Lorenzo e da questi appena iniziato, poi mirabilmente portato a termine da Pier della Francesca.
La Pieve di Sietina appare dall'esterno piuttosto bassa, specialmente nelle sue navate laterali. Dall'interno ci apparirà più alta, questo per un'altra particolarità di questo edificio: il pavimento della chiesa è più basso del terreno esterno.
Come detto all'inizio, la chiesa si trova nei pressi di Castelluccio, in zona pianeggiante lungo la sponda destra dell'Arno. Non è casuale questa posizione. Va ricordato che in epoca medievale esisteva "la strada delle pievi", un percorso che da Arezzo raggiungeva l'alto Casentino tenendo la destra dell'Arno e toccando tutte le importanti pievi medievali. In pratica si attraversava l'Arno a Ponte Buriano, poi, camminando verso nord parallelamente a fiume s'incontrava dopo qualche chilometro Sietina, quindi la Pieve di Socana, prima di Poppi la Pieve di Buiano, poi la Pieve di San Martino a Vado a Strada, per ultimo Romena. Chi avesse continuato poi verso Firenze avrebbe incontrato anche la Pieve di Montemignaio.
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