Capolona
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
CASTELLO DI BELFIORE 4 – Dov’è Capolona
Torri di Belfiore o Castello di Belfiore. Così è chiamato oggi questo luogo.
Il termine "Belfiore" riferito a questo sito vicino a Ponina di Capolona appare già in documenti medievali. Castello e Torri sono certamente definizioni un po' improprie. Il primo perché più che di castello trattasi di un edificio fortificato per la guardia del territorio. Resti di strutture analoghe poste all'apice di colli e monti e atte al controllo del territorio in periodo medievale ve ne sono diverse in Casentino. (Da citare per una grande somiglianza con Belfiore potrebbero il Castello di Monte Acuto nel Comune di Talla e Il Castello di Monte Fatucchio nell'impervia Valle Santa, anche se entrambi privi di torri da tanti anni). Altresì il termine "Torri" è improprio perché ormai trattasi di una torre. Poteva essere giusto una volta quando le torri erano due o sembra addirittura tre.
Per questa Torre si parla di un'origine longobarda. Non esistono precisi documenti che attestino questo però la cosa è verosimile dal momento che la presenza dei Longobardi in questa zona è "certificata" dalla vicinissima Ponina (circa 500 metri in linea d'aria) che fu corte longobarda e perché questo popolo del nord Europa usava fare torri per meglio vigilare sul territorio. Altro luogo in cui i Longobardi si stanziarono per tantissimi anni è Pontenano, sulle pendici del Pratomagno, nel Comune di Talla. Belfiore e Pontenano si vedono benissimo tra loro, quindi attraverso segnali potevano esserci comode e veloci comunicazioni tra i due luoghi. Questo allargava ulteriormente l'ampiezza del territorio controllato.
E' curioso notare, in questo territorio, un'alternanza intreccio in poco spazio di luoghi che testimoniano la presenza bizantina e quella longobarda. Pontenano fu insediamento dei Longobardi per decine di anni, da qui a poca distanza in direzione sud si trova Campovecchio dove una chiesina intitolata a Sant'Apollinare testimonia la presenza bizantina. A poca distanza troviamo poi i longobardi Belfiore e Ponina, a solo qualche centinaio di metri, a Il Santo, un'altra chiesa dedicata dedicata a Sant'Apollinare ci parla ancora di bizantini.
Tornando a Belfiore i ruderi di questa torre non fanno però pensare ad una costruzione longobarda. E' probabile che questo "castello fortino" in forma simile a come ci appare oggi ebbe la sua edificazione in epoca feudataria. In età comunale fu lo stesso Imperatore Federico I, nei suoi progetti di riorganizzazione del territorio, ad assegnare Belfiore all'Abazia di San Gennaro in Campus Leonis (1161). Il dominio di Campoleone non durò a lungo perché fu costretta ad assoggettarsi al potente Comune di Arezzo che certamente continuò ad utilizzare Belfiore visto che da qui si dominava gran parte del territorio aretino. Dopo la Battaglia di Campaldino (11 Giugno 1289) Arezzo, a sua volta, dovette assoggettarsi alla Repubblica Fiorentina, dominio fiorentino che diventa sempre più forte nel Trecento dopo la morte del Vescovo Guido Tarlati (1327) e diviene assoluto nel 1384 con la vera e propria vendita della città ai fiorentini. Con atto del 1385 Martino Pacini, signore di Ponina e Belfiore, rimasto privo dell'appoggio aretino, si trovo costretto ad assoggettare corte e castello a Firenze. Non è noto se e come i fiorentini utilizzassero questo luogo, ma vista la politica sul territorio casentinese che la Repubblica Fiorentina attuò in altri luoghi (Pontenano fu distrutta nel 1425, importanti castelli abbandonati) è probabile che nel '400 Il Castello o Torri di Belfiore siano state lasciate a se stesse e da quel momento sia iniziata la loro decadenza.
Il termine "Belfiore" riferito a questo sito vicino a Ponina di Capolona appare già in documenti medievali. Castello e Torri sono certamente definizioni un po' improprie. Il primo perché più che di castello trattasi di un edificio fortificato per la guardia del territorio. Resti di strutture analoghe poste all'apice di colli e monti e atte al controllo del territorio in periodo medievale ve ne sono diverse in Casentino. (Da citare per una grande somiglianza con Belfiore potrebbero il Castello di Monte Acuto nel Comune di Talla e Il Castello di Monte Fatucchio nell'impervia Valle Santa, anche se entrambi privi di torri da tanti anni). Altresì il termine "Torri" è improprio perché ormai trattasi di una torre. Poteva essere giusto una volta quando le torri erano due o sembra addirittura tre.
Per questa Torre si parla di un'origine longobarda. Non esistono precisi documenti che attestino questo però la cosa è verosimile dal momento che la presenza dei Longobardi in questa zona è "certificata" dalla vicinissima Ponina (circa 500 metri in linea d'aria) che fu corte longobarda e perché questo popolo del nord Europa usava fare torri per meglio vigilare sul territorio. Altro luogo in cui i Longobardi si stanziarono per tantissimi anni è Pontenano, sulle pendici del Pratomagno, nel Comune di Talla. Belfiore e Pontenano si vedono benissimo tra loro, quindi attraverso segnali potevano esserci comode e veloci comunicazioni tra i due luoghi. Questo allargava ulteriormente l'ampiezza del territorio controllato.
E' curioso notare, in questo territorio, un'alternanza intreccio in poco spazio di luoghi che testimoniano la presenza bizantina e quella longobarda. Pontenano fu insediamento dei Longobardi per decine di anni, da qui a poca distanza in direzione sud si trova Campovecchio dove una chiesina intitolata a Sant'Apollinare testimonia la presenza bizantina. A poca distanza troviamo poi i longobardi Belfiore e Ponina, a solo qualche centinaio di metri, a Il Santo, un'altra chiesa dedicata dedicata a Sant'Apollinare ci parla ancora di bizantini.
Tornando a Belfiore i ruderi di questa torre non fanno però pensare ad una costruzione longobarda. E' probabile che questo "castello fortino" in forma simile a come ci appare oggi ebbe la sua edificazione in epoca feudataria. In età comunale fu lo stesso Imperatore Federico I, nei suoi progetti di riorganizzazione del territorio, ad assegnare Belfiore all'Abazia di San Gennaro in Campus Leonis (1161). Il dominio di Campoleone non durò a lungo perché fu costretta ad assoggettarsi al potente Comune di Arezzo che certamente continuò ad utilizzare Belfiore visto che da qui si dominava gran parte del territorio aretino. Dopo la Battaglia di Campaldino (11 Giugno 1289) Arezzo, a sua volta, dovette assoggettarsi alla Repubblica Fiorentina, dominio fiorentino che diventa sempre più forte nel Trecento dopo la morte del Vescovo Guido Tarlati (1327) e diviene assoluto nel 1384 con la vera e propria vendita della città ai fiorentini. Con atto del 1385 Martino Pacini, signore di Ponina e Belfiore, rimasto privo dell'appoggio aretino, si trovo costretto ad assoggettare corte e castello a Firenze. Non è noto se e come i fiorentini utilizzassero questo luogo, ma vista la politica sul territorio casentinese che la Repubblica Fiorentina attuò in altri luoghi (Pontenano fu distrutta nel 1425, importanti castelli abbandonati) è probabile che nel '400 Il Castello o Torri di Belfiore siano state lasciate a se stesse e da quel momento sia iniziata la loro decadenza.