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Casentino e Valdarno
Alessandro Ferrini
Casentino e Valdarno: Terre di un unico fiume

Questo sito è nato nel 2007. Come dice chiaramente il suo nome è dedicato a una bella terra toscana: il Casentino. Lo scopo iniziale era semplice e modesto: mettere in rete una serie d’immagini, suddivise per luoghi, argomenti ecc. per mostrare le bellezze di questa valle. Due/trecento immagini divise in una ventina di pagine, questa era la mia idea iniziale. Dopo sei anni le immagini sono circa 3600 e le pagine oltre 2000. I programmi iniziali sono saltati… e non di poco! Ma come si dice “l’appetito vien mangiando” e il piacere di ricercare e di raccontare questa terra con foto e testi è andato aumentando, poi le tante visite che il sito riceve (nel 2013 quasi 120.000 accessi e oltre 700.000 pagine visitate) hanno certamente dato tanto stimolo per continuare.
Nell’autunno 2013, dopo sei anni di vita, nel sito entra anche il Valdarno. Perché – mi hanno chiesto in molti - il bel Casentino (la prima valle dell’Arno) ci racconta anche il Valdarno? - Perché questa terra è la seconda terra dell’Arno - potrebbe essere la risposta più logica e banale. In parte questo è un buon motivo, ma non è il principale.
L’idea di questo ampliamento di territorio mi è venuta osservando una carta della provincia di Arezzo. Il massiccio del Pratomagno è un elemento bello evidente in questa zona. Bene, questo importante elemento geografico della Toscana orientale ha intorno a se una sorta di corona circolare rappresentata da due valli percorse dall’Arno, Casentino e Valdarno, non chiusa a nord solo per pochi chilometri (a tal proposito vorrei far notare una curiosità: l’Arno dopo circa cento chilometri di percorso si trova ancora a 20 chilometri, in linea d’aria, da Stia, il primo paese che bagna alle pendici del Falterona). Casentino e Valdarno, due terre separate e unite dal Pratomagno, due valli create dallo stesso fiume simbolicamente diviso e unito nei suoi percorsi casentinese e valdarnese da quella meravigliosa opera d’architettura medievale che è Ponte Buriano.
Ma non è neppure questa particolarità geografica il motivo principale che mi ha “invitato” ad inserire il Valdarno nel sito del bel Casentino. L’input principale è venuto dalle similitudini storiche, architettoniche e culturali che quella striscia di Valdarno posto alle pendici del Pratomagno ha con quel Casentino posto alle pendici opposte della grande montagna. Questa striscia di Valdarno percorsa da quella che fu l’importante strada romana Cassia Vetus, oggi Setteponti, ci presenta antichi borghi collinari e montani che hanno storia e architettura inequivocabilmente legata ai paesini montani posti sulle pendici casentinesi del Pratomagno. Le pievi romaniche site in “questo Valdarno” hanno le loro consorelle in Casentino e due di queste sono state dichiarate Monumenti Nazionali: quella di Gropina in Valdarno e quella di Romena in Casentino. Due badie di origine medievale sono presenti e ancora ben integre in queste terre, quella di Soffena a Castelfranco di Sopra e quella di San Fedele a Poppi. Così come i due grandi e importanti monasteri montani di Vallombrosa e Camaldoli.
Questi luoghi, questi monumenti devono essere considerati in un contesto non unico, ma unito. Non si possono inquadrare separatamente, non lo erano neanche nel medioevo perché strettamente legati da tre passi che varcavano il Pratomagno, il lungo massiccio che separa e unisce Casentino e Valdarno.



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Il Valdarno della Cassia Vetus by Alessandro Ferrini
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