IL BORRO, borgo da fiaba
Suscita certamente non poco stupore entrare nella piccola Chiesa del Borro dedicata a San Biagio e trovarci esposta una copia della Sacra Sindone, identica come riproduzione e grandezza di quella esposta nel Duomo di Torino. Perché la copia di questa sacra reliquia in questo luogo?
E' opportuno spendere due parole su cosa significa e cosa serviva la sindone, dal greco "sindòn" (tela di lino). Era usanza presso gli antichi ebrei avvolgere in corpo dei defunti in questa tela prima della sepoltura. Quella detta Sacra Sindone, ossia il lenzuolo che secondo tradizione avvolse Gesù Cristo al momento della sua deposizione dalla croce, divenne proprietà della Famiglia Savoia nel 1453. Nel 1985 il Duca Amedeo d'Aosta, proprietario della Tenuta del Borro, ne fece realizzare una copia fotografica in dimensioni reali (centimetri 436 di altezza e 110 di larghezza) per donarla alla chiesa del piccolo borgo toscano, ma in particolare a Don Pasquale Mencantini parroco del Borro fin dal periodo della Seconda Guerra Mondiale (deceduto nel 2003), suo amico e riferimento spirituale di tutta la sua famiglia. La perfetta copia di questa sacra reliquia prese così posto nella Chiesa di San Matteo al Borro. Fu tolta per un breve periodo dopo acquisizione della Tenuta del Borro da parte della Famiglia Ferragamo (1993) quando si procedette al restauro della chiesa. Qui ritorno in modo definitivo nel settembre 1996, in bella evidenza in una teca illuminata. Anche questa è un ulteriore attrazione per il Borro. I visitatori di questo luogo possono vedere il volto e tutto il resto del corpo impresso sulla tela a mo' di negativo fotografico di quell'uomo che fu avvolto in questo lenzuolo.
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