"MARTIRIO SAN GIOVANNI". A cura di Eleonora Ducci
Francesco Morandini
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Francesco Morandini
MARTIRIO DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA
Olio su tavola, cm 350x220 - Poppi, Badia di San Fedele
(Per visitare la sezione dedicata a San Fedele di Poppi clicca qui)
Citata per la prima volta da Raffaello Borghini " a Poppi nella Badia … una tavola di San Giovanni innanzi alla porta latina, in cui si vede esso santo nella caldaia del olio bollente con bellissime avvertenze dei riverberi del fuoco e dei lumi", dell'opera abbiamo notizie anche dal Gherardi e dal Beni che nella sua Guida del Casentino del 1908 riporta la tradizione secondo la quale le tre donne raffigurate sulla destra sarebbero le tre sorelle di Francesco Morandini. Sempre il Beni precisa la collocazione tra il primo e il secondo altare della parete sinistra della navata, non la posizione attuale quindi, che invece è quella originale restituita in tempi recenti, in quanto l'opera era stata realizzata proprio per l'altare del transetto destro dove oggi si trova. L'altare era stato fatto erigere nel 1581 da Torello Lapucci e dalla moglie, la patrizia fiorentina Caterina Caietani; sopra di esso si trovava, come ancora oggi, un ovato dipinto entro una cornice in pietra con Sant'Agnese. Anche il Benci cita il dipinto: nella Guida ai Santuari del casentino del 1834 e nella corrispondenza con Pietro Viesseux nella quale menziona l'opera come "Martirio di San Giovanni Evangelista entro una caldaia d'olio bollente, di Francesco Morandini detto il Poppi. Questi ritrasse nello stesso quadro dua sue sorelle e la madre e dipinse pure la santa Agnese che è in un ovato sopra l'altare". Quest'ultima notizia fu fondamentale per individuare l'originale collocazione della tavola, vale a dire nell'altare del transetto destro, sovrastato come già detto, dall'ovato citato dal Benci, e recante un'iscrizione datata 1581, anno in cui l'opera fu probabilmente terminata.?L'opera presenta una impaginazione diagonale, debitrice forse verso il quadro omonimo dello Spranger a Porta Latina a Roma o ancora verso il Martirio di San Lorenzo del Macchietti (1573) del quale il Morandini riporta fedelmente il governatore romano sulla sinistra, in alto, e il soldato con l'elmo in piedi in primo piano. Una citazione nel dipinto anche verso il Naldini: la figura in primo piano che porta la legna, china sotto il grande peso, appare pressoché uguale in due dipinti dell'amico del Morandini, nella Raccolta dell'ambracane dello Studiolo e nella Natività di Santa Maria Novella.?Al centro del dipinto compare il santo circondato dai suoi carnefici e numerosi altri personaggi assistono al supplizio. Con le mani giunte, illuminate da una luce dorata, l'evangelista suggerisce una calma innaturale, proposta anche dallo sguardo rivolto verso l'angolo in alto a destra e dalla scelta di isolare la figura, come perno centrale della composizione, seppure spostata leggermente in alto rispetto alla diagonale che domina la scena. Curatissima la realizzazione dell'abbigliamento del soldato romano, con un gusto quasi virtuosistico del classico: ricordiamo che, nonostante non se ne abbiano testimonianze, è pressoché certo un soggiorno romano del Nostro, che qui deve aver studiato con cura elementi della Roma antica riscontrabili anche nelle architetture dello sfondo di questo dipinto, accompagnate da elementi medievali che riconducono all'aspetto del paese di Poppi.?Aspetto importante è quello stilistico, proiettato verso un manierismo più internazionale, di sapore astratto e caratterizzato da "accesi cangiantismi più vicini al Salviati della Sala dell'Udienza che alla nuova, veneteggiante lucidità pittorica e narrativa del Macchietti" (Giovannetti, 1994)). Per quanto riguarda le figure dei nudi in primo piano, come nota il compilatore della scheda della soprintendenza di Arezzo, l'artista "risente di moduli pontormeschi", nella curvatura del busto e degli arti.