PIEVE DELLA CHIASSA SUPERIORE.
Una chiesa vicino ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
33 immagini in sequenza della Pieve della Chiassa Superiore. Clicca per ingrandire
La Pieve della Chiassa Superiore: uno scrigno d'arte
Chiassa Superiore si trova qualche chilometro a nord di Arezzo, sulla strada che conduce ad Anghiari e Sansepolcro attraverso il Passo della Libbia. In questa località è situata una splendida pieve romanica dedicata a Santa Maria, più nota come Pieve della Chiassa Superiore.
Forse sarebbe più giusto definire la chiesa preromanica poiché la sua attuale edificazione è da datarsi tra la fine del X secolo e la prima metà dell’XI (il campanile fu ricostruito completamente nel XIX secolo e la facciata fu in buona parte rifatta negli anni Venti del Novecento).
Le origini di questo edificio religioso sono però da ricondurre al periodo paleocristiano, certamente con una struttura più piccola e semplice. Una chiesa che conobbe l’influenza longobarda. Ne sono prova le scalpellature di chiaro stile longobardo presenti su diverse pietre inglobate sulla parte interna delle pareti della pieve. Pietre sicuramente recuperate dalla struttura precedente. A ricordare in modo ancora più evidente la cultura di questo popolo è un pluteo databile VIII secolo che oggi si trova attaccato sulla parete sinistra della pieve.
Ritornando all’attuale chiesa, la sua facciata fa subito intuire come l’interno sia diviso nelle classiche tre navate. Come già ricordato, questa parete fu oggetto di un grosso rifacimento nel terzo decennio del XX secolo, un intervento che riuscì a rispettare il suo aspetto originale. Spostandosi dietro la Pieve della Chiassa Superiore troviamo la parete posteriore dotata di tre absidi (cosa non frequente). Quest’importante parte della chiesa è poco visibile e appare deturpata per la presenza di un alto campanile addossato all’abside centrale e di stile completamente avulso dall’architettura romanica. La torre fu costruita nel XIX secolo.
Poca luce all’interno delle pievi romaniche è cosa tipica. In questa della Chiassa Superiore ne troviamo ancora meno. Entrando ci caliamo quasi nel buio, un’atmosfera suggestiva. Poi, quando le nostre pupille si saranno ben dilatate, cominceremo a capire quanto di bello può offrirci la chiesa. Possenti pilastri sormontati da archi a tutto sesto separano le tre navate. Tutto all’interno è intonacato e tinteggiato a calce. Questo colore chiaro favorisce sicuramente la visibilità, così è possibile scorgere sulle pareti e sui pilastri un gran numero di affreschi. Pochi si presentano in buono stato di conservazione, alcuni sono molto sbiaditi, altri sono mancanti di parti. Dipinti che sono riconducibili al tardo Trecento e Quattrocento aretino. Buona parte dei primi sono da ricondurre alla scuola di Spinello Aretino. I secondi si possono attribuire a vari autori. Il più raffinato di questi è certamente quello realizzato all’interno dell’absidiola sinistra: databile XV secolo, è molto vicino allo stile di Piero Della Francesca. Si suppone possa essere un lavoro della bottega di un suo allievo, Lorentino d’Andrea.
I dipinti, l’architettura, i frammenti di scultura longobarda, il pluteo, li vedremo, in modo dettagliato e ben descritti, nella galleria d’immagini di questa sezione.
Chi progettò questa chiesa? Più volte è stato fatto il nome di Maginardo, architetto noto in Arezzo per aver preso parte, tra il 1006 e il 1009, alla ristrutturazione del Duomo Vecchio che si trovava fuori delle mura cittadine, sul Colle del Pionta. Se così fosse la costruzione della Pieve della Chiassa Superiore sarebbe da ricondurre ai primi decenni dell’XI secolo.