Pieve di San Martino a Vado a Strada

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Pieve di Strada

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Pieve di Strada, capitello romanicoLa Pieve di San Martino a Vado a Strada in Casentino si trova all'inizio di questo paese per chi proviene da Poppi Bibbiena, a pochi metri dalla grande rotonda posta sulla via principale. La chiesa è una delle più importanti pievi romaniche di questa valle toscana e non solo. I suoi capitelli posti sopra le dodici colonne che separano le tre navate sono di una bellezza e di un fascino indescrivibile e rappresentano il grande valore aggiunto di questo sacro edificio edificato nella sua dimensione e forma attuale nel XII secolo.
Una chiesa in questo punto, intitolata a San Martino in Terdinula, è già citata in un documento del 1028. Ma si tratta di un edificio precedente a questo, preromanico e comunque simile Pieve di San Martino a Vado, capitelloall'attuale come dimensione. Elementi architettonici di questa chiesa antecedente sono presenti e ben visibili nell'attuale pieve romanica che cambierà il nome in San Martino a Vado per la presenza di un attraversamento del torrente Solano (guado da cui vado) nei pressi della chiesa. Come tutte le pievi medievali anche questa si trovava lungo una viabilità importante che dal Casentino conduceva sia verso Firenze e Fiesole, sia nel Valdarno attraverso i varchi della Vetrice, di Gastra e di Reggello posti sul crinale del Pratomagno. Come per altre chiese, in particolare quella di Romena e di Cascia di Reggello in Valdarno, anche per questa di Strada una tradizione ricorda la Contessa Matilde di Canossa, o Matilde di Toscana, come finanziatrice dell'opera. La nobildonna volle destinare alla sua morte (1115) "pro rimedio animae" un cospicuo lascito per la costruzione di chiese. Tale ipotesi non è avvalorata da nessun documento, di sicuro i patrocinatori di questa pieve furono i Conti Guidi proprietari del sovrastante Castello di San Niccolò che oggi da il nome al vasto territorio comunale in cui si trova anche questo sacro edificio. Per i nobili feudatari del luogo far costruire una chiesa di tale importanza per il popolo era cosa prestigiosa che dava loro molto lustro. Inoltre era utile dal punto di vista amministrativo, infatti, trovandosi solo nella pieve il fonte battesimale questa rappresentava una sorta di ufficio anagrafe.
La Pieve di Strada, insieme a quella di Stia, Romena, Montemignaio e Socana fa parte delle cinque pievi romaniche più note del Casentino. Tra tutte è quella il cui aspetto odierno, per dimensione e forma, rispecchia maggiormente quello originario del XII secolo, a parte la torre campanaria che inizialmente era nella parte anteriore della chiesa e adesso è dietro accanto all'abside. Eppure nel corso dei secoli la Pieve si San Martino a Vado è stata oggetto di veri e propri sconvolgimenti architettonici che sono stati però quasi tutti "azzerati" da un grande intervento di restauro negli anni sessanta del secolo scorso da parte della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Arezzo.
Il Sei e Settecento furono i secoli più deturpanti per questa chiesa. A seguito di una inondazione causata dallo straripamento del vicino torrente Solano fu deciso dall'allora pievano di alzare di quasi un metro il pavimento per rendere più sicura dalle alluvioni la pieve. Gli eleganti basamenti delle colonne rimasero così sepolti dal nuovo piantito e la chiesa divenne di conseguenza più bassa. Ad accentuare ancor di più l'effetto goffo dell'edificio furono le controsoffittature a volta praticate sotto le capriate. Le pareti vennero intonacate e decorate con inopportuni fregio e festoni di gusto settecentesco. Per ogni navata laterale furono collocati quattro altari. Per dare più luce alla chiesa si provvede a sostituire le strette monofore sui muri della navata centrale con finestre ben più grandi. Stessa sorte toccò alla monofora sulla facciata. In corrispondenza delle navate minori furono aperti altri due ingressi sulla facciata. L'abside fu demolita per costruirne una più grande. Come detto sopra, il campanile che si trovava nella parte anteriore alla chiesa, sul fianco destro, fu spostato dietro accanto alla nuova abside. A parte quest'ultimo elemento e la finestra quadrata sulla facciata che si ritenne opportuno lasciarla per dare più luce alla chiesa, con il lungo e drastico intervento di restauro citato sopra, la chiesa fu nuovamente stravolta, ma in senso "inverso" perché riacquistò il fascino sobrio e severo del suo stile romanico originale. Anche l'abside fu ricostruita sulle fondamenta di quella precedente più piccola.
Come le altre importanti chiese romaniche del Casentino anche la Pieve di San Martino a Vado mostra al suo interno le classiche tre navate con copertura a capriate. Pieve di Strada, affresco trecentescoLa Pieve di Strada è però l'unica che presenta ancora le sette arcate con tutto il loro sviluppo e poggianti su sei colonne sormontate da bellissimi capitelli. Questi presentano lo stesso stile di quelli della Pieve di Romena e di Stia, è evidente che le maestranze che li realizzarono o erano le stesse o provenivano dalla stessa scuola (lombarda). Ma come tra quelli di Romena e di Stia si nota un'evoluzione per quanto riguarda la raffinatezza, un ulteriore passo avanti in questo senso si nota tra quelli di Stia e Strada. Che si tratti di rappresentazioni di elementi vegetali, di animali, figure umane o altro, si nota in questi capitelli un'armonia scultorea incredibile. Le pagine di questa sezione mostreranno questi elementi decorativi posti sulle dodici colonne, ma faranno vedere anche altre peculiarità architettoniche di questa pieve definibile anche chiesa d'arte perché qui sono presenti pregevoli opere pittoriche. In particolare tre affreschi staccati provenienti dalla cappella del Castello di San Niccolò e due tele sei settecentesche di artisti fiorentini: Francesco Mati e Giovanni Antonio Pucci.

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