Alla grande croce con la neve
Una passeggiata in Pratomagno accompagnati dalla calda luce del tramonto
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
35 immagini in sequenza per conoscere questo percorso sulla neve in Pratomagno illuminato dalla luce del tramonto
Passeggiata con la neve al cippo di Hinkler e alla croce del Pratomagno
L’itinerario descritto in queste pagine è uno dei tre percorsi più brevi e meno faticosi per arrivare al cippo di Hinkler e alla croce del Pratomagno, simbolo di questa montagna e riferimento geografico perché ben visibile da buona parte del Casentino e del Valdarno. Questo percorso, circa seicento metri più lungo degli altri due, è certamente il più interessante perché ci fa attraversare una bella faggeta e poi ci dà una chiara idea della conformazione del massiccio del Pratomagno. Alla fine di questo testo descriveremo brevemente anche gli altri due itinerari. Si tratta di un percorso che richiede pochissimo impegno fisico. Ha una lunghezza di circa due chilometri (solo andata) e presenta un dislivello positivo di duecento metri. Per il ritorno utilizzeremo lo stesso sentiero, sicuramente avremo modo di osservare cose e panorami non visti all’andata. Punto di partenza di questa breve escursione è il piazzale di fronte al Ristorante Da Giocondo, 1,5 chilometri prima del tunnel che permette alla strada asfaltata che sale dal Casentino di oltrepassare il massiccio e iniziare la sua discesa verso il Valdarno. Per questo trekking utilizzeremo il percorso HR (Hinkler Ring). Poco oltre metà strada, il sentiero si sovrappone al CAI 00 di crinale del Pratomagno. L’inizio della passeggiata è sul piazzale del ristorante, esattamente tra le due strade carrabili. Quella asfaltata, a destra, che sale verso il tunnel in precedenza citato e la strada bianca, a sinistra, che in un chilometro conduce all’area attrezzata Le 3 Fonti. Nei primi cinquecento metri il percorso HR attraversa una bella faggeta, stiamo salendo sul Poggio delle Portacce. Poi il bosco inizia a diradarsi lasciando spazio a radure che offrono i primi panorami: sul Casentino, a sinistra e dietro di noi; sulla parte sud del massiccio del Pratomagno, verso sud. Ancora qualche centinaio di metri e arriviamo nel punto più alto di Poggio delle Portacce contraddistinto da un ciuffo di faggi alla destra del sentiero. Da qui il panorama si fa molto più ampio e interessante. Oltre quanto visto in precedenza, possiamo osservare l’intera montagna del Pratomagno a nord della croce, fino al Monte Secchieta, inconfondibile per la presenza di tre grandi pale eoliche. All’orizzonte, in direzione nord ovest, scorgiamo il frastagliato profilo delle Alpi Apuane. Dalla parte opposta, invece, dietro il Monte della Verna, distinguiamo gli altopiani del Sasso Simone e Simoncello. Poco più a destra si vedono i Monti Sibillini. La parte più impegnativa del percorso è terminata. Continuando a salire, raggiungeremo in pochi minuti Poggio Pianellaccio (1594 m) dove è posto il cippo dedicato a Hinkler, l’aviatore australiano che nel gennaio del 1933 precipitò su questa montagna. Da qui, in altri dieci minuti arriveremo alla grande croce (1592 m), capolinea della passeggiata. Il Pratomagno è bello in ogni stagione, a ogni ora del giorno. Ci sono dei momenti, però, in cui offre coreografie inconsuete, colori a volte forti, altre volte delicati, comunque capaci di emozionarci. Per percorrere l’itinerario sopra descritto abbiamo scelto una situazione ambientale e di luce particolare: con la neve e nell’ultima parte del giorno. Da questo mix ha generato un paesaggio incredibile. Le trentacinque immagini che illustrano questa passeggiata, quindi, oltre che consigliare un interessante itinerario sulla montagna, percorso generalmente nella bella stagione, vogliono mostrarci quali spettacoli il Pratomagno può di offrirci. Abbiamo iniziato in nostro trekking accompagnati da una luce fredda, tipica nelle zone in ombra con il cielo sereno. Salendo abbiamo ritrovato i raggi diretti di un sole ormai basso sull’orizzonte, quindi una luce radente capace di modellare anche il più piccolo volume. Poi, tempo pochi minuti, una leggera foschia è andata a filtrare la luce del sole rendendola prima gialla, poi arancio. Così, la nostra passeggiata è stata avvolta da una luce che è diventata sempre più incandescente. Sulla via del ritorno il sole è completamente tramontato, la passeggiata, quindi, si è conclusa nella penombra del bosco e con una luce di nuovo molto fredda. Abbiamo detto all’inizio di questo testo che quello appena descritto è uno dei tre brevi e facili itinerari per raggiungere Poggio Pianellaccio e la croce del Pratomagno. Per percorrere un altro itinerario, quello più conosciuto e che comporta minor impegno fisico, si deve raggiungere in auto il parcheggio e area attrezzata Le 3 Fonti. Siamo a 1450 metri, qui inizia la passeggiata. Iniziamo a salire sulla strada di servizio chiusa da una sbarra che corrisponde al CAI 42B. Raggiungiamo il crinale della montagna tra Poggio delle Portacce, che riconosciamo alla nostra destra per l’inconfondibile ciuffo di faggi, e Poggio Pianellaccio. Qui voltiamo a sinistra e il percorso HR, che dopo pochi metri si sovrappone al CAI 00, ci porta al cippo di Hinkler, quindi alla croce. Volendo utilizzare il terzo breve itinerario per salire a Poggio Pianellaccio e alla croce del Pratomagno, dobbiamo arrivare in auto fin al tunnel. Alla sinistra di questo, per chi proviene dal Casentino, vi è un ripido ma breve sentiero che ci fa salire sul crinale della montagna (1460 metri), un punto basso perché siamo al Varco ai Gioghi. Qui troviamo il CAI 00 che imbocchiamo a sinistra. All’inizio la salita è poco impegnativa, poi diventa irta, ma per un breve tratto. Giungeremo all’incrocio con il sentiero HR che collega Poggio delle Portacce con Poggio Piannellacio. Qualche metro più in basso, dalla parte opposta, arriva il CAI 49B. Voltiamo a destra, la salita non è più impegnativa. In pochi minuti raggiungiamo il cippo di Hinkler, poi, ancora dieci minuti di cammino e arriviamo alla croce. Per raggiungere questa zona del Pratomagno dal Casentino, la strada passa accanto al piccolo borgo di Quota che ha avuto origine da un castello medievale. Se dal colle della croce del Pratomagno o da Poggio Pianellaccio osserviamo le pendici valdarnesi della montagna, vediamo due borghi: sono Trappola e Rocca Ricciarda. Anche questi furono castelli e rocche medievali. Per conoscere nel dettaglio questi affascinanti luoghi clicca sui banner qui sotto.