LA VIA ROMEA GERMANICA,
un'antichissima strada che dal nord Europa raggiungeva Roma
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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La Via Romea Germania nel tratto tosco-romagnolo di Passo Serra
Il termine Via Romea significa letteralmente via per Roma e nel medioevo con tale nome si andava ad identificare importanti strade utilizzate dai pellegrini che si dirigevano a Roma da vari luoghi d'Italia e del nord Europa. Una Via Romea era anche quella ben più nota con il nome Via Francigena, usata dai franchi e dai popoli dell'Italia nord occidentale per dirigersi verso la città dei Papi.
In età moderna citando il nome Via Romea si va a identificare una precisa strada di grande importanza logistica nel litorale romagnolo veneto, la SS309 o anche Strada Europea E55. Ma questa strada ad altissima densità di traffico automobilistico altro non è che il rifacimento della medievale Via Romea Germanica. Da qui è rimasto il nome e non è un caso che vada a toccare la bizantina Ravenna di dantesca memoria e l'Abbazia di Pomposa del IX secolo.
Questa strada, per chiamarsi Romea (detta anche di Stade per la sua minuziosa descrizione di metà XIII secolo presente negli Annali dell'Abbazia di Stade), doveva poi puntare verso Roma. Questo avveniva nei pressi di Forlì quando voltava a destra per insinuarsi nella valle del Bidente e poi andare a raggiungere Bagno di Romagna. Un paio di chilometri dopo questo paese, nella storica e una volta economicamente importante località Gualchiere, iniziava per questa strada un tratto sicuramente faticoso, ma certamente tra i più affascinanti del suo intero percorso: l'attraversamento dell'appennino tosco romagnolo.
Con un'ascesa quasi continua di sei chilometri con una variazione altimetrica di 650 metri raggiungeva il crinale appenninico che valicava al Passo di Serra. Poi con una ripida discesa attraversava la Vallesanta in Casentino, tenendosi a circa metà strada da due importanti luoghi devozionali come La Verna e Camaldoli. In questa zona toccava gli abitati di Serra, Corezzo, Frassineta, Pezza, Casa Santicchio. Quindi entrava nel territorio dell'attuale Comune di Bibbiena per andare a conoscere storici luoghi come Giona e Banzena. Da qui scendeva verso la località di Campi presso il Corsalone per poi proseguire verso Arezzo. Dopo questa città di origine etrusca, si dirigeva, seguendo la Val di Chiana, verso Orvieto e Montefiascone dove si congiungeva alla Via Francigena precedentemente citata.
Per descrivere il percorso di questa strada abbiamo usato verbi al passato, ma in un certo senso erroneamente perché esiste tutt'oggi e negli ultimi tempi si è molto lavorato per valorizzarla munendola di precisa segnalazione contraddistinta da una VRG (Via Romea Germanica).
Con questa sezione web percorreremo uno dei tratti più spettacolari di strada appenninica, quello tra Bagno di Romagna. Un percorso di circa undici chilometri, divisi a metà tra salita e discesa. Si parte dai 518 metri s.l.m. delle Gaulchiere per salire ai 1148 di Passo Serra e poi scendere ai 760 metri di Corezzo. Le foto e i testi di questa sezione descrivono il selciato ancora tanto presente in questo tratto di strada e che evidenzia rifacimenti in epoche diverse e ben lontane tra loro, ci mostrano i suoi straordinari panorami godibili da qui, specie sul versante romagnolo e i suoi spettacolari calanchi che ci fanno pensare a una "passeggiata lunare". Incontreremo per strada il Podere Nasseto, un fazzoletto di terra fertile in mezzo a tanta pietra. Passeremo dalle rocce aride della parte più bassa del versante romagnolo alle vegete faggete del crinale appenninico.
Difficile dare una datazione a questa via, certamente risale a prima che si potesse chiamare Romea, ossia che venisse utilizzata dai pellegrini diretti a Roma. Era il punto di riferimento per il collegamento tra la zona aretina e basso casentinese con la Romagna e il Veneto, questo ben prima del Mille. In alcuni punti il suo selciato è costituito da grandi lastre di pietra serena al tempo stesso anche molto spesse, questo porta il nostro pensiero all'epoca romana. Vari ritrovamenti archeologici di questo periodo nella zona di Giona e Banzena darebbero forza a questa ipotesi.
Seppur vicino a noi nel tempo, è difficile stabilire una data di abbandono della Via di Passo Serra (il nome Via Romea forse lo si usava qualche secolo fa e la si richiama così oggi quando se ne è capita la sua importante storia e si cerca di valorizzarla). Si può certamente affermare che il suo minor uso è iniziato con il 1882, con l'apertura del Passo dei Mandrioli e relativa strada molto più agevole, adatta anche a un traffico pesante (all'epoca carri), ma allo stesso tempo ben più lunga. Fino alla seconda guerra mondiale la via di Passo Serra ha avuto un transito progressivamente in calo, ma sempre presente e importante per una vasta zona di territorio. Nella seconda metà del XX secolo, con l'abbandono di molti luoghi e casolari della Vallesanta e del Podere Nasseto nel versante romagnolo, e il progressivo aumento dei mezzi motorizzati, è andata verso un veloce abbandono.
Ma una strada con forse due millenni di storia importante alle spalle non poteva morire, diciamo che era entrata in una sorta di progressivo letargo. Dagli inizi degli anni Duemila ne sta però uscendo, merito di un turismo culturale e sportivo che si sta sviluppando e va alla ricerca di peculiarità straordinarie dei territori come questa strada che in questo tratto tosco romagnolo può darci nozioni storiche ed emozioni paesaggistiche.