DA PASSO DELLA CALLA AL MONTE FALCO
un itinerario nel Parco Nazionale delle Foreste casentinesi
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
50 immagini in sequenza per conoscere questo itinerario nelle Foreste Casentinesi. Clicca per iniziare l’escursione virtuale
Alla Burraia e al Monte Falco dal Passo della Calla, trekking nel Parco Nazionale
L’itinerario descritto in questa sezione web ci fa camminare su uno stupendo tratto del crinale appenninico all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il suo punto di partenza e arrivo è il Passo della Calla, a 1295 metri di quota, raggiungibile tramite la SS310 da Stia e da Santa Sofia, a secondo che si provenga dalla Toscana o dalla Romagna. Fin da tempi molto antichi la strada del Passo della Calla ha rappresentato una via di comunicazione molto importante. Fu utilizzata già dagli etruschi, ma ancor più dai romani nei loro spostamenti verso la Romagna. Fu probabilmente nel medioevo che questo passo appenninico assunse il nome Calla, un termine frequente. Erano i luoghi dove si contava, ossia punti di dogana. Cosa si contava? Generalmente le pecore, ossia quei preziosi animali che producevano l’oro bianco di allora, la lana. È nota la transumanza che i pastori Casentinesi praticavano verso la Maremma, questo spostamento interessava un grandissimo numero di greggi. Seppur con numeri molto inferiori, esisteva anche una transumanza verso la Romagna che interessava i pastori della parte più alta del Casentino e questa era la strada più utilizzata. Ritornando al percorso per trekking, questo non richiede un particolare impegno fisico. Si tratta di un itinerario che ha una lungfhezza complessiva di circa 12 chilometri. Il tragitto di andata ci fa salire dai 1295 metri di Passo della Calla ai 1658 di Monte Falco, punto più alto di questo itinerario, nonché del Parco Nazionale, ma i cinque chilometri che separano Passo della Calla da questa cima non presentano pendenze particolarmente impegnative perché i 360 metri di dislivello sono ben distribuiti lungo l’intero tragitto. Lasciata l’auto nel grande parcheggio lungo la strada, imbocchiamo il percorso GEA 00 di crinale in direzione nord che si trova accanto all’incrocio delle due strade asfaltate. Dopo cinquanta metri troviamo una particolare edicola religiosa realizzata su un grosso tronco e intitolata alla Madonna della Foresta. Qualche metro dopo di questa siamo già dentro una bella faggeta, alberi non grandi ma particolarmente fitti che, pur trovandoci sul crinale appenninico, ci nascondono ogni panorama e anche il cielo. In certi tratti il sentiero è un vero e proprio canale, abbiamo la sensazione di camminare in un tunnel dentro un bosco fiabesco. Dopo un primo tratto di salita, il percorso diventa più largo e pianeggiante. In un paio di punti la vegetazione si dirada consentendoci di avere bei panorami verso est, ossia sulla Romagna. Quaranta minuti di cammino e giungiamo a un grande edificio: la Burraia, conosciuto come Casone della Burraia. Siamo a 1447 metri di altezza. Oggi è un noto rifugio gestito dalla sezione CAI di Stia. Vi è anche un punto di documentazione sulla foresta aperto nei fine settimana estivi, quando il transito di camminatori su questo percorso è alto. La struttura fu realizzata nell’Ottocento, in epoca granducale, nel periodo in cui ilGranduca Pietro Leopoldo aveva affidato la gestione della Foresta della Lama e di Campigna all’ingegnere forestale Carlo Siemoni. Fu proprio quest’ultimo a far costruire l’edificio. Qui si trovavano le stalle per gli animali che servivano al lavoro nel bosco. Qui si produceva burro ricavato dall’ottimo latte fornito dai pascoli presenti su questi monti. Ecco perché il nome Burraia. Nome che andrà a identificare tutta la zona adiacente al “Casone” chiamato da qualcuno anche Colonia della Burraia perché negli anni ’50 del Novecento la struttura fu utilizzata come soggiorno montano. Il luogo è molto fresco perché esposto a nord-est, ottimo per la conservazione del burro ma anche per una sosta durante un’escursione estiva. A pochi metri dall’edificio si trova una fonte per rinfrescarsi e riempire le nostre borracce. Cinquanta metri oltre il Casone della Burraia, il bosco termina in modo netto e di fronte a noi abbiamo un grande prato, siamo nei noti Prati della Burraia. Se fino a questo punto l’escursione era stata avara di panorami, da qui abbiamo una straordinaria vista verso est. Se non ci fa fatica alzarsi di buon ora, merita venire in questo luogo a godersi l’alba. Sensazioni e colori indescrivibili, per capire ciò che ci aspetta meglio osservare le tre foto alla fine di questo testo. Nella parte bassa del prato vediamo una grande costruzione, è il Rifugio Città di Forlì. Un elegante struttura dotata di ristorante, camere e una sala per conferenze e incontri documentativi. Se saliamo nella parte più alta del prato saremo sul crinale appenninico, da qui abbiamo una bella vista sulla valle del Casentino delimitata a ovest dal massiccio del Pratomagno. A sud dei Prati della Burraia si trova un’altura: è il Monte Gabrendo. Con qualche centinaio di metri possiamo raggiungere i 1549 metri di questa cima. Da qui possiamo dominare il grande prato e vedere parte del crinale appenninico che si dirige verso nord-ovest. Noteremo i tralicci di una stazione militare posta sul poggio Sodo dei Conti a 1560 metri, oltre vedremo il Monte Falco (1658 m), meta di questa escursione. Più avanti a sinistra distingueremo il profilo del Monte Falterona, 1654 m. Dopo questa vista sarà più facile decidere se raggiungere Monte Falco o ritornare a Passo della Calla. Nel primo caso dovremo attraversare i grande prato e tramite il percorso GEA 00 continuare ancora per circa 2,5 chilometri salendo di 160 metri. Nel secondo caso, scesi dal Monte Gabrendo, volteremo a sinistra sul CAI 86. Questo percorso scende costantemente attraversando un bosco misto fino a incontrare il CAI 82. Imboccheremo a sinistra questo sentiero che facendoci passare accanto a giganteschi faggi ci riporta al Passo della Calla. Straordinari luoghi come il Prati della Burraia, il Casone della Burraia, il Monte Gabrendo sono raggiungibili anche da chi ha meno possibilità di camminare. Da Passo della Calla si continua in auto verso Burraria – Fangacci. Dopo 1,9 chilometri troveremo a destra un grande parcheggio, qui possiamo lasciare l’auto. Continuiamo a piedi sulla strada per un centinaio di metri, quindi volteremo a sinistra sul CAI 253. Questo percorso, in circa venti minuti di leggera salita dentro un bellissimo bosco, ci conduce ai Prati della Burraia. Possiamo accorciare ancora il cammino. Il CAI 253 è percorribile anche in auto fino a una sbarra. A sinistra si trova un parcheggio. Da qui raggiungeremo il grande prato in dieci minuti. Le ultime quattro pagine della galleria fotografica illustrano questo percorso. Noi continuiamo l’escursione verso Monte Falco. Sui Prati della Burraia prendiamo il GEA 00 verso nord. Una salita costante ma non impegnativa accompagna il nostro cammino che ci offre belle viste sul Casentino. In circa 25 minuti giungiamo a Poggio Sodo dei Conti dove si trova la stazione militare vista da Monte Gabrendo. Per aggirarla dobbiamo lasciare per un breve tratto il crinale e utilizzare un sentiero che passa più in basso. Appena superata la struttura militare, prima di rientrare nel bosco, possiamo goderci uno spettacolare panorama verso sud-ovest. Da qui la salita diviene sempre meno impegnativa. Dopo 15 minuti usciamo nuovamente dal bosco per entrare in un pianello dove incontriamo un sentiero che arriva da destra. È il GEA 00 SOFT (più noto come Pista del Lupo) che sale da Passo di Piancancelli. Noi continuiamo dritto tornando a camminare tra i faggi e in cinque minuti raggiungiamo i 1658 metri di Monte Falco, il “tetto” del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Verso est ci offre spettacolari viste sulla Romagna, qualche decina di metri più avanti c’è una sorta di balcone con una panchina che ci consente di ammirare uno straordinario panorama verso nord: il Mugello è sotto di noi, quando c’è una buona nitidezza atmosferica riusciamo a scorgere le alpi venete e friulane, più a sinistra vediamo le Alpi Apuane. Da Monte Falco occorrono circa 40 minuti per raggiungere la cima del Monte Falterona ma noi, dopo essersi goduti i panorami appena descritti, prendiamo la via del ritorno. Ai Prati della Burraia ricordiamoci d’imboccare il CAI 86 che passa a destra di Monte Gabrendo. Poco prima d’immettersi nel CAI 82, attraverseremo una radura da cui abbiamo un bel panorama verso sud-ovest.