LA CATTEDRALE: un bell'esempio di gotico
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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Il Duomo di Arezzo, una storia di oltre ottocento anni
Da qualunque parte si giunga ad Arezzo (Casentino, Valdarno, Valdichiana) la vista della bella città toscana sarà caratterizzata dalla presenza, sull’apice del colle dove è posta la parte più antica di Arezzo, della sua cattedrale resa ancora più evidente dallo stile gotico che la slancia verso il cielo, in particolar modo il suo campanile.
Il Duomo aretino è dedicato a San Donato che fu vescovo della città nel IV secolo (ne è anche patrono) e a San Pietro a cui era dedicata una chiesa preesistente in questo punto che fu abbattuta per costruirci la cattedrale, edificazione che ebbe inizio nel 1277 per volere dell’allora Vescovo Guglielmo degli Ubertini più conosciuto come Guglielmino. Una grande figura ecclesiastica, ma anche un condottiero. Fu lui a guidare le truppe ghibelline aretine contro quelle guelfe fiorentine nella famosa Battaglia di Campaldino dell’11 giugno 1289. In questo cruento scontro Guglielmino perse la vita e il suo corpo trovò sepoltura nella piccola chiesa di Certomondo, a due passi dalla Piana di Campaldino presso Poppi, fatta edificare una trentina di anni prima dai Conti Guidi in onore di San Francesco. Le spoglie del vescovo sono rimaste a Certomondo per oltre sette secoli. Oggi sono ritornate nel "suo duomo". La sua tomba, sul pavimento, si trova in cima alla navata di sinistra (pagina 42 di questa sezione).
Guglielmo degli Ubertini vide ben poco di quel grande duomo la cui edificazione si protrasse, anche a causa di diverse lunghe interruzioni, per oltre due secoli. Fu dichiarato concluso (oggi si potrebbe dire "agibile e utilizzabile") nel 1511, ma concluso non era. Già le bellissime vetrate opera di Guillaume De Marcillat sono di qualche anno dopo. Vari rifacimenti si sono succeduti nel corso dei secoli, sostanziali vi sono stati anche nel XX secolo. La Cappella della Madonna del Conforto (la "seconda patrona" di Arezzo dopo il fatto miracoloso del 1796 e forse dagli aretini più sentita di San Donato) fu completata nel 1823. L’alto campanile a sezione esagonale, staccato dall’edificio e posto alla destra dell’abside, fu realizzato in stile neogotico tra il 1857 e il 1860. La sua parte superiore, il tamburo e la guglia, è degli anni Trenta del XX secolo. La facciata del duomo, rimasta incompiuta fino al 1900, tra quest’anno e il 1914, vide il suo completamento sempre in stile neogotico.
La seconda metà del Duecento, periodo in cui la Cattedrale di Arezzo fu iniziata, dal punto di vista architettonico vede il graduale passaggio dal tozzo e pesante romanico al più leggero e slanciato stile gotico. Il duomo aretino risente molto di questo e se nel progetto iniziale è ancora ben presente l’idea del romanico, con il passare degli anni e con l’addentrarsi nel Trecento non su può fare a meno di convertirsi al gotico. Le strette e alte finestre poste sulla parete sud dell’edificio ne sono la più immediata e chiara testimonianza a chi giunge a questa chiesa, poi all’interno le tre alte navate divise da pilastri e molti altri elementi architettonici confermano questo stile. L’architettura è l’aspetto che sicuramente per primo colpisce il visitatore del duomo aretino, ma l’edificio è di alto interesse anche per altri aspetti artistici. Poi non dimentichiamoci che ci troviamo in un’importante chiesa e gli aspetti religiosi spirituali non sono secondari. Già sono state citate le vetrate di Marcillat, considerate dei veri e propri capolavori d’arte con i loro intensi colori che diventano quasi abbaglianti quando retroilluminate dai raggi diretti del sole. Di buon valore artistico sono considerate le volte affrescate della navata centrale, tre realizzate dallo stesso Marcillat e tre, oltre un secolo dopo, da Salvi Castellucci, pittore aretino del XVII secolo. Questi dipinti mostrano scene bibliche. Per la distanza e per la poca luce è difficile poterle osservare, molto meglio si possono vedere nelle pagine di questa sezione web. Molte altre pitture di vario periodo e tipologia impreziosiscono la Cattedrale di Arezzo. Nella Cappella della Madonna del Conforto sono presenti anche belle terrecotte robbiane, nel battistero sono conservati diversi pregevoli dipinti, tra tutti spicca un Battesimo di Cristo di Giorgio Vasari. Un’opera che si trova nella navata di sinistra, accanto alla porta della sacrestia, merita una menzione a parte: uno stupendo affresco databile attorno al 1460 di Piero della Francesca che mostra un’elegante Maria Maddalena.
Importanti sono anche le opere scultorie presenti nel duomo aretino. In primis è certamente da citare la così detta "Arca di San Donato", una sorta di grande urna di marmo posta sopra l’altare maggiore realizzata nel trecento da più scultori, aretini, fiorentini e senesi. Molto interessante è anche il grande cenotafio del Vescovo Guido Tarlati. Vicino a questo, inserita in una nicchia del basamento dell’organo si trova un’interessante scultura lignea policroma riproducente la Vergine con Bambino databile seconda metà del XIII secolo. L’autore è ignoto, ma certamente facente parte della cerchia degli artisti aretini. Diverse sono le tombe presenti in questa chiesa, anche queste sono certamente da annoverare tra le sculture.
Queste opere e diverse altre le potrete vedere con la visita virtuale che le pagine di questa sezione web vi consentono. Ma il Duomo di Arezzo offre tanto altro ancora che potrete scoprire con una visita fisica a questo luogo.