LA CATTEDRALE: un bell'esempio di gotico
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
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IL CENOTAFIO DI UN GRANDE VESCOVO
Sulla navata sinistra del Duomo di Arezzo si trova un grande cenotafio del Vescovo Guido Tarlati da Pietramala commissionato dopo la morte di questi (1327) dal fratello Pier Saccone a due noti scultori senesi: Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura. Il monumento funebre (ma senza corpo del defunto) fu ultimato nel 1330, ma non trovò sistemazione dove lo vediamo oggi, bensì nella Cappella del Santissimo Sacramento (è opportuno ricordare che in quella data la cattedrale di Arezzo era alle prime fasi di costruzione).
Guido Tarlati fu proclamato Vescovo di Arezzo nel 1312 da Papa Clemente V. In quel periodo la città aveva ancora le “ossa rotte” dalla sconfitta della Battaglia di Campaldino (1289) da parte di Firenze. Inoltre viveva una strana situazione, aveva ancora la propria autonomia, ma doveva sentirsi sottomessa alla Repubblica Fiorentina. Guido Tarlati da Pietramala, proclamato vescovo, iniziò un importante attività diplomatica per mettere fine a tante diatribe esistenti all’interno della città di cui fu eletto Signore indiscusso dal Consiglio Generale nel 1321. Guido Tarlati fece edificare una nuova grande e robusta cinta muraria e con la forte personalità che lo contraddistingueva, “ruppe gli indugi” nei confronti dei fiorentini e iniziò una politica espansionistica andando ad occupare diversi castelli e territori nelle quattro valli circostanti il Arezzo: Castel Focognano, Fronzola e Chiusi della Verna in Casentino; Rondine, Laterina e Bucine in Valdarno; Lucignano e Monte San Savino in Valdichiana; Caprese in Valtiberina. Queste conquiste e altri fatti salienti della sua vita, dalla proclamazione a vescovo alla morte, sono raccontati in sedici formelle presenti sul grande cenotafio del duomo aretino. Opera che è considerata la più importante in Italia in stile gotico.
Guido Tarlati fu particolarmente legato a Bibbiena in Casentino di cui fu anche Signore. Castello da sempre sotto il controllo dei vescovi aretini in cui avevano anche un loro palazzo. Questo luogo, pochi giorni dopo la Battaglia di Campaldino, subì la devastazione dei fiorentini. L’importante chiesa, allora a croce greca, ne uscì praticamente distrutta. Il Vescovo Tarlati fu determinate per la sua ricostruzione. Sopra l’architrave della porta di accesso alla sacrestia vi è una pietra sulla quale è ben scolpita una scritta dove sono presenti una G. e una EP. che stanno per Guido Episcopo. Vi è riportata anche la data 1314, sicuramente l’anno in cui ci fu la nuova consacrazione a ricostruzione avvenuta.
Guido Tarlati fu proclamato Vescovo di Arezzo nel 1312 da Papa Clemente V. In quel periodo la città aveva ancora le “ossa rotte” dalla sconfitta della Battaglia di Campaldino (1289) da parte di Firenze. Inoltre viveva una strana situazione, aveva ancora la propria autonomia, ma doveva sentirsi sottomessa alla Repubblica Fiorentina. Guido Tarlati da Pietramala, proclamato vescovo, iniziò un importante attività diplomatica per mettere fine a tante diatribe esistenti all’interno della città di cui fu eletto Signore indiscusso dal Consiglio Generale nel 1321. Guido Tarlati fece edificare una nuova grande e robusta cinta muraria e con la forte personalità che lo contraddistingueva, “ruppe gli indugi” nei confronti dei fiorentini e iniziò una politica espansionistica andando ad occupare diversi castelli e territori nelle quattro valli circostanti il Arezzo: Castel Focognano, Fronzola e Chiusi della Verna in Casentino; Rondine, Laterina e Bucine in Valdarno; Lucignano e Monte San Savino in Valdichiana; Caprese in Valtiberina. Queste conquiste e altri fatti salienti della sua vita, dalla proclamazione a vescovo alla morte, sono raccontati in sedici formelle presenti sul grande cenotafio del duomo aretino. Opera che è considerata la più importante in Italia in stile gotico.
Guido Tarlati fu particolarmente legato a Bibbiena in Casentino di cui fu anche Signore. Castello da sempre sotto il controllo dei vescovi aretini in cui avevano anche un loro palazzo. Questo luogo, pochi giorni dopo la Battaglia di Campaldino, subì la devastazione dei fiorentini. L’importante chiesa, allora a croce greca, ne uscì praticamente distrutta. Il Vescovo Tarlati fu determinate per la sua ricostruzione. Sopra l’architrave della porta di accesso alla sacrestia vi è una pietra sulla quale è ben scolpita una scritta dove sono presenti una G. e una EP. che stanno per Guido Episcopo. Vi è riportata anche la data 1314, sicuramente l’anno in cui ci fu la nuova consacrazione a ricostruzione avvenuta.