Sulla via del ferro e della transumanza
itinerario sulle pendici sud Pratomagno da Pontenano al Passo della Crocina
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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Da Pontenano al Passo della Crocina sulla via del ferro e della transumanza
L’itinerario che ci accingiamo a descrivere si snoda sulle pendici sud del Pratomagno e può considerarsi di media difficoltà. Infatti, ha una lunghezza di circa 12 chilometri e una variazione altimetrica totale di 1100 metri. Luogo di partenza e arrivo del percorso è Pontenano, a quasi ottocento metri di quota. Questo borgo montano nel Comune di Talla si trova 7,5 chilometri dopo il capoluogo per chi proviene dal Casentino. Per chi vuole arrivarci da Arezzo o dal Valdarno, la strada più breve è salire dal Passo della Crocina. In questo percorso saremo accompagnati da un bell’ambiente naturale e da scorci panoramici. Allo stesso tempo ci troveremo a “camminare nella storia”, da quella medievale ad un’altra relativamente recente quando, ancora agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento, gli ultimi pastori partivano da qui alla volta della Maremma. Della storia antica di Pontenano sappiamo poco. Iniziò probabilmente nel VII secolo con un insediamento longobardo. La zona piacque a questo popolo perché da quassù aveva un controllo visivo sul territorio in direzione Arezzo. Sempre per la sua posizione dominante, è documentato che già nell’XI secolo il luogo era conteso da potenti famiglie del Valdarno. Altro motivo che rendeva importante questa zona era che vi passava un’importante direttrice che collegava Badia Santa Trinita (cinque chilometri da qui) con Arezzo. Fu proprio il vescovado di questa città a mettere tutti d’accordo quando nel XII secolo fece definitivamente sua questa zona. È il momento che sorge il castello che è ricordato come il più potente del Pratomagno. Una cronaca del 1385, periodo in cui Pontenano passò sotto il dominio fiorentino, riferisce che vi erano presenti ben duecento uomini armati. Nel 1426 la Repubblica Firenze decretò la distruzione del castello per punire i suoi abitanti colpevoli di aver ospitato l’anno precedente gli uomini di Niccolò Piccinino, capitano di ventura al servizio dei Visconti di Milano. Del suo glorioso passato oggi Pontenano può mostrare poco, ma non niente. Dove erano le mura del castello rivolte verso Arezzo è ancora presente una porta. Altra testimonianza è una grande campana ancora utilizzata e datata 1352. Questo è quanto si vede durante una veloce visita al paese. Vi è, però, ben altro, qualcosa di molto affascinate che ci mostra l’itinerario che iniziamo a descrivere. Prima di cominciare la camminata vera e propria, dirigiamoci sulla strada asfaltata in leggera salita che conduce verso il Pratomagno (possiamo andare anche in auto). Dopo 450 metri, alla fine del guard rail sull’esterno di un’ampia curva a destra, qualche metro sotto strada ci sono i resti di una torre medievale, in loco chiamata “Torrione”. Quale sarà stata la sua funzione? Lo scopriremo tra poco. Vista questa testimonianza architettonica, almeno trecentesca, ma probabilmente antecedente, torniamo a Pontenano da dove iniziamo la camminata imboccando la stretta strada che in circa trecento metri conduce a Cerreto, un piccolo agglomerato di case. In corrispondenza di una curva a sinistra imbocchiamo una stradetta, a destra, che sale nel bosco. Da qui avremo da fare circa seicento metri di saliscendi non impegnativo, poi torneremo indietro. Dopo 250 metri di cammino iniziamo a trovare dei muri a destra della strada. Non sono i soliti muri a secco che sorreggono i terrazzamenti dei campi. Sono costruiti con pietre enormi molte delle quali ben lavorare. Siamo entrati in una zona chiamata “Castellaccio” e di quei muri a secco con grandi pietre squadrate ce ne sono molti, anche sotto strada (che è difficile poter vedere). Poco più in alto si trovano i resti della torre vista in precedenza. Mettendo insieme questi affascinanti manufatti di pietra con il toponimo Castellaccio, è facile intuire che siamo in un luogo che fu fortificato. Come mai? Il castello si trovava dove oggi è il paese di Pontenano. Continuiamo il nostro cammino sulla stessa strada. Questa, in fondo ad una breve discesa, su una curva a sinistra, è attraversata da un piccolo corso d’acqua: è il Fosso della Villa. Accanto a questo vi è un muro che sembra chiudere qualcosa che non era certo un campo. Questo spazio fu probabilmente una gora, ma cosa poteva servire questa raccolta d’acqua? Ci dà una spiegazione un documento del XV secolo dove si parla di una “fabbrica grossa di ferro” presente a Pontenano già nel Trecento, ma forse anche prima. In questa ferriera, che era anche una fonderia, si producevano armi, prima per Arezzo, poi per Firenze. Ecco, dunque, dove siamo arrivati con questa breve passeggiata da Pontenano. Ciò è confermato da testimonianze di cacciatori che, poco sotto la strada, più volte hanno trovato materiale ferroso di forma amorfa, probabilmente residui di fusione, “sbavature di ferro”, le chiamano loro. Oltre il Fosso della Villa la strada inizia a salire. Continuiamo a percorrerla per altri duecento metri. Arriveremo in un punto panoramico da cui abbiamo una bella vista sull’Alpe di Catenaia. Dietro di questa distinguiamo una cima imponente, è il Monte Nerone. Siamo giunti visivamente nelle Marche. Torniamo indietro, ma non fino a Pontenano. Al bivio dove abbiamo iniziato a salire, voltiamo a destra e in un centinaio di metri raggiungiamo Cerreto. Quasi alla fine di questo piccolo abitato, su un edificio a sinistra della strada ci sono due brutte facce scalpellate nella pietra. Sono figure apotropaiche, servivano a tenere lontano il male da questo luogo. Di fronte a questa casa inizia a scendere un percorso che conduce su una sottostante strada proprio di fronte ad un edificio dalla forma molto strana. È la così detta “Fonte Vecchia di Pontenano”. Una tradizione locale narra che lì ci sia stata la fonte del castello. Qui andiamo a destra, in discesa. Questa strada, oggi corrispondente al CAI 48, è ampia e in molti tratti troviamo un’evidente pavimentazione realizzata con pietre accuratamente disposte. Ben fatti sono anche i muri di retta lungo il percorso. Tutto questo è testimonianza di una direttrice importante. Infatti, fino all’avvento dei mezzi motorizzati, e la conseguente realizzazione di strade adatte a questi, è stata la strada che collegava Pontenano con Arezzo ed il Valdarno. In tre chilometri ci condurrà al Passo della Crocina. Questo percorso è molto antico. Fu parte della già citata direttrice che collegava Badia Santa Trinita, il Castello di Pontenano e Arezzo. La sua importanza è anche dovuta all’utilizzo per il trasporto di quella merce preziosa quali erano le armi prodotte nella “fabbrica grossa di ferro”. Inoltre, per secoli è stata la più importante strada di transumanza per i pastori di Pontenano e altre zone limitrofe, pratica terminata agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento. Dalla Fonte Vecchia di Pontenano, fatti circa seicento metri sul CAI 48, giungiamo ad una curva a sinistra (dieci metri oltre questa c’è un bivio) dove la strada s’incrocia con il Fosso della Villa, già incontrato all’antica ferriera. Fermiamoci un momento per guardare dall’alto il muro di retta della strada in questo punto. Si tratta di una straordinaria opera di muratura a secco alta circa tre metri. La parte bassa è costituita da pietre a forma di lastre ben sistemate in orizzontale. In alto, invece, le pietre sono incastrate tra loro in verticale, una sistemazione definita “a spina”. Il muro è arcuato perché segue la sovrastante curva. Un’opera che non presenta un minimo segno di calce, eppure di una robustezza incredibile. Neppure una pietra si è mossa nonostante siano passati sicuramente diversi secoli dalla sua realizzazione. Difficile dire quanti, ma, come già detto, teniamo presente che già nel XIV secolo questa strada aveva una notevole importanza. Dieci metri oltre il Fosso della Villa troviamo un bivio. Noi seguiamo il CAI 48 che va a destra, salendo per pochi passi. Dal percorso a sinistra, in discesa, possiamo eventualmente ritornare per non percorrere la stessa strada. Vedremo più avanti come. Dal Fosso della Villa, in circa 1,3 chilometri, il CAI 48 ci fa scendere al Fosso di Querceto (590 metri) che possiamo attraversare con un piccolo ponte. Un vero gioiellino di architettura romanica. Tali opere sono databili XIII o XIV secolo. Per essere realizzate occorreva di una motivazione economica che generalmente era la presenza di un molino. In questo caso fu sicuramente la ferriera con il suo prezioso prodotto a giustificare la costruzione del ponte. Dal Fosso di Querceto, il CAI 48 in un chilometro ci fa salire ai 672 metri del Passo della Crocina. In quest’ultimo tratto la strada non presenta più il selciato visto in precedenza, probabilmente a causa di vari rifacimenti effettuati per consentire il passaggio di mezzi forestali. Al Passo della Crocina il CAI 48 s’immette nel CAI 00 di crinale del Pratomagno. Noi entriamo nella strada asfaltata (SP59) e iniziamo a scenderla in direzione Valdarno. Dopo ottocento metri giungiamo ad un bivio che segna l’inizio, a destra, della Strada Panoramica del Pratomagno. Seguiamo questa direzione, ma dopo solo trenta metri lasciamo la strada asfaltata per imboccare una pista forestale, ancora a destra. Fino agli anni Sessanta del Novecento questa strada era selciata, poi il passaggio dei mezzi forestali ha fatto saltare il pietrame della pavimentazione. Stiamo seguendo la strada che percorrevano i pastori transumanti di Pontenano. Dopo circa quattrocento metri andremo a immetterci sul CAI 41, a pochissima distanza dalla Strada Panoramica del Pratomagno (siamo a 690 metri di quota). Quest’ultimo percorso giunge qui dal CAI 00 di crinale e dopo aver disceso per duecento metri la strada asfaltata, ne esce, a destra, per arrivare in circa tre chilometri a San Giustino Valdarno. Il luogo dove ci siamo immessi sul CAI 41 è noto come Villa Cognola, dal nome di un grande edificio (duecento metri più in alto, a sinistra della strada asfaltata) dove è stata realizzata una base antincendio. Allo stesso tempo è opportuno ricordare che qualcuno chiama ancora questa zona “dogana”, toponimo particolarmente significativo parlando di transumanza. Iniziamo a percorrere il CAI 41 verso il crinale della montagna. Con questo percorso entriamo nella parte più boscosa dell’itinerario, saranno abeti e faggi ad accompagnarci in questo cammino, ma troveremo anche cerri e qualche castagno. In circa 1,5 chilometri giungiamo all’incrocio con il CAI 00 (790 metri) che dobbiamo imboccare a destra, in discesa. Da qui saranno pini ed abeti le piante più presenti, ma attraverseremo anche alcune radure che ci offriranno belle viste panoramiche. Vedremo davanti a noi le pale eoliche poste poco più in alto del Passo della Crocina dove ci stiamo dirigendo. Dalla fine del CAI 41, in circa un chilometro arriviamo ad un altro incrocio. Dobbiamo seguire il CAI 00, a destra. A sinistra, in duecento metri, arriveremo a Feraglia, un piccolo nucleo di case. Da qui il percorso è divenuto una strada forestale. Dopo poco passeremo a qualche metro da un cippo che ci ricorda l’uccisione del partigiano Giuseppe Manni in questo luogo. Ancora un chilometro e siamo nuovamente al Passo della Crocina dove rientriamo sul CAI 48 per far ritorno a Pontenano. Dopo circa ottocento metri di discesa troviamo un bivio. Il CAI 48, da dove siamo venuti, è la strada di sinistra, ma possiamo prendere anche il percorso di destra. È la possibile variante di cui avevamo accennato. Allungheremo l’itinerario di circa trecento metri e la variazione altimetrica totale aumenterà di settanta metri. Non passeremo sul ponte del Fosso di Querceto, ma eviteremo di percorrere 1,5 chilometri su un percorso fatto poco prima. Rientreremo sul CAI 48 in corrispondenza del Fosso della Villa, dove avevamo osservato il muro a secco sotto la strada. Arrivati alla Fonte Vecchia di Pontenano, andiamo a destra. Dopo duecento metri, troviamo, a sinistra, un vialetto con gradini che ci riporta dentro il paese, nel punto dove avevamo visto la porta dell’antico castello.