Dalla Valle del Solano all’Uomo di Sasso
cultura e natura in un itinerario sul crinale e sulle pendici orientali del Pratomagno
Italiano
UN EX EREMO DEI PRIMI ANNI DEL MILLE
Dal Varco di Gastra, in poco più di tre chilometri di discesa, il CAI 19 conduce all'omonima località dove troviamo un grande edificio (nella foto) costruito nei primi decenni del Novecento. Le pareti esterne sono in ottimo stato, all'interno è quasi completamente crollato. La costruzione sostituì i ruderi di un eremo (infatti il luogo conosciuto come Eremo di Gastra) fondato nei primi anni dell'XI secolo. La sua storia è veramente interessante.
Nel 1008 i monaci di Badia Santa Trinita in Alpe (abbazia fondata attorno al 960 sulle pendici sud del Pratomagno per volere di Ottone I) acquisirono la Pieve di Santa Maria a Scò (dove il CAI 19 termina il suo percorso). Nello stesso momento ai monaci di Santa Trinita furono donati alcuni poderi in località Gastra. Con l'impegno, però, che avrebbero dovuto costruirvi un eremo dedicato a San Bartolomeo. La struttura non doveva avere solo funzione religiosa, ma di ospitalità e controllo lungo quell'importante strada che saliva sul Pratomagno (oggi CAI 19) e riscendeva dalla parte opposta percorrendo la valle del Solano fino alla Pieve di San Martino in Terdinula. Tra il 1010 e il 1012 l'Eremo era già costruito, ma già qualche anno dopo iniziarono discordie tra i monaci, gli ex proprietari ed altre potenti famiglie. Santa Trinita si ritirò dal luogo, ma le controversie continuarono per molti anni, fino a quando, nel XIII secolo, Gastra divenne proprietà del monaci di Vallombrosa. Nello stesso secolo, ma sul versante opposto della montagna, i vallombrosani costruirono Badia alle Pratole, di cui abbiamo già parlato. Così, nel segno di quella politica di "conquista" del Pratomagno, Vallombrosa acquisì il controllo su questa importante strada di collegamento tra Valdarno e Casentino o, se vogliamo, tra le chiese romaniche di Santa Maria a Scò e San Martino a Vado ricostruite alla metà del XII secolo.
From the Gastra Pass, in just over three kilometers of descent, the CAI 19 leads to the locality of the same name where we find a large building (in the photo) built in the first decades of the twentieth century. The external walls are in excellent condition, inside it has almost completely collapsed. The construction replaced the ruins of a hermitage (in fact the place known as the Hermitage of Gastra) founded in the early 11th century. His story is really interesting.
In 1008 the monks of Badia Santa Trinita in Alpe (abbey founded around 960 on the southern slopes of Pratomagno at the behest of Ottone I) acquired the Pieve di Santa Maria a Scò (where the CAI 19 ends its journey). At the same time, some farms in the locality of Gastra were donated to the monks of Santa Trinita. With the commitment, however, that they should have built a hermitage dedicated to San Bartolomeo. The structure was not to have only a religious function, but a hospitality and control along that important road that went up to the Pratomagno (today CAI 19) and descended on the opposite side along the Solano valley up to the Pieve di San Martino in Terdinula. Between 1010 and 1012 the Hermitage was already built, but already a few years later discord began between the monks, the former owners and other powerful families. Santa Trinita withdrew from the place, but the controversies continued for many years, until, in the XIII century, Gastra became the property of the monks of Vallombrosa. In the same century, but on the opposite side of the mountain, the people of Vallombrosan built Badia alle Pratole, which we have already mentioned. Thus, in the sign of that policy of "conquest" of Pratomagno, Vallombrosa acquired control over this important road linking the Valdarno and Casentino or, if we want, between the Romanesque churches of Santa Maria a Scò and San Martino a Vado rebuilt in the middle of the twelfth century.