Da Vallombrosa sul crinale del Pratomagno
un itinerario sul Monte Secchieta e sulle pendici nord del Pratomagno
Italiano
UN BAROCCO NON PESANTE
Dopo aver osservato la statua seicentesca di San Giovanni Gualberto sotto il loggiato della chiesa, accediamo al suo interno. Sono presenti varie cappelle, molto interessanti sia per il loro valore architettonico artistico, che per quello spirituale. Appena entrati, a sinistra, si trova la Cappella di San Paolo, o dei Conversi. Vi è conservata una tela seicentesca di Cesare Dandini che mostra la conversione del Santo e qui si festeggiavano i conversi. Pochi metri più avanti si trova la Cappella Mater Amabilis, un piccolissimo ambiente dedicato all'adorazione della Vergine. Nel transetto di sinistra della chiesa è posta una "Trinità" di Lorenzo Lippi, XVII secolo. Da qui si accede alla Cappella di San Giovanni Gualberto sulla cui volta un affresco del fiorentino Alessandro Gherardini mostra il Santo e la Vergine contornati da angeli. Di fronte si trova la Cappella del SS Sacramento, relativamente recente perché realizzata a metà Settecento. Fino a quel momento quest'ambiente era il sepolcreto dei monaci. Sull'altare vi è un dipinto ottocentesco del monaco camaldolese Raffaello Soldani.
Di particolare interesse artistico è la sacrestia, vi si accede dal transetto di destra. Qui possiamo ammirare una terracotta d'inizio XVI secolo, attribuita alla bottega di Andrea della Robbia, con la Madonna e Bambino tra San Giovanni Gualberto e Santa Umiltà, la fondatrice del ramo femminile dell'Ordine Vallombrosano, XIII secolo. Sulla parete opposta alla ceramica, si trova una tavola d'inizio Cinquecento di Raffaellino di Garbo dove è raffigurato San Giovanni Gualberto tra i Santi Giovanni Battista, Maddalena, Bernardo degli Uberti e Caterina d'Alessandria.
Il soffitto della chiesa è interamente affrescato. Molto interessanti sono i dipinti sulle volte eseguiti nel 1780 dal fiorentino Antonio Giuseppe Fabbrini. Un vero e proprio fiore all'occhiello della chiesa è il coro. Fu realizzato negli anni Quaranta di XV secolo da Francesco di Nanni da Poggibonsi, ma non per Vallombrosa, bensì per la Chiesa di San Pancrazio a Firenze di proprietà vallombrosana dal 1230. I monaci decisero di trasferirlo in questa chiesa nella seconda metà del Cinquecento.
After having observed the seventeenth-century statue of San Giovanni Gualberto under the loggia of the church, we enter inside.
There are several chapels, very interesting both for their artistic and spiritual architectural value. Just inside, on the left, we find the Chapel of Saint Paul, or of the Converse. It houses a 17th-century painting by Cesare Dandini showing the conversion of the saint, and this is where the converts used to celebrate. A few metres further on there is the Mater Amabilis Chapel, a very small room dedicated to the adoration of the Virgin. In the left transept of the church a 'Trinity' by Lorenzo Lippi, 17th century, is found. From here we enter the Chapel of San Giovanni Gualberto on whose vault a fresco by the Florentine Alessandro Gherardini shows the Saint and the Virgin surrounded by angels. Opposite there is the Chapel of the Blessed Sacrament, relatively recent because it dates back to the mid-18th century. Until then, this room was the monks' burial ground. On the altar there is a 19th-century painting by the Camaldolese monk Raffaello Soldani.
A particularly interesting element is the sacristy, accessed from the right transept. Here we can admire an early 16th century terracotta, attributed to the workshop of Andrea della Robbia, with the Madonna and Child between Saint John Gualbert and Saint Humility, the founder of the female branch of the Vallombrosian Order, 13th century. On the wall opposite the ceramics is an early 16th century panel by Raffaellino di Garbo depicting Saint John Gualbert between Saints John the Baptist, Mary Magdalene, Bernardo degli Uberti and Catherine of Alexandria is found.
The ceiling of the church is entirely frescoed. Very interesting are the paintings on the vaults made in 1780 by the Florentine Antonio Giuseppe Fabbrini. A real gem in the church's cap is the choir. It was made in the 1540s by Francesco di Nanni da Poggibonsi, but not for Vallombrosa, but for the Church of San Pancrazio in Florence, which had belonged to Vallombrosa since 1230. The monks decided to move it to this church in the second half of the 16th century.