La Vallesanta è un vasto territorio collinare montuoso posto quasi interamente nel Comune di chiusi della Verna in Casentino. Territorio dalla storia antica e importante, spesso impervio, per questo affascinante.
Tra le peculiarità di questa zona vi è anche una specialità gastronomica le cui origini si perdono nella notte dei tempi: il tortello alla lastra. A questo è dedicata ogni anno una sagra che si tiene nei giorni di Ferragosto a Corezzo, il centro più grande della Vallesanta e di origini molto antiche. È citato già nel 967 quando Ottone I, imperatore di Germania, nell’ambito di una sua politica di riordino del territorio italico, mette Corezzo sotto la giurisdizione dei Conti di Chiusi.
La Sagra del Tortello alla Lastra è organizzata dall’attivissima Pro Loco di Corezzo che può avvalersi del prezioso spirito di volontariato di decine di persone, dalle massaie che preparano i tortelli ed altro, ai tanti ragazzi che servono ai tavoli. Gente locale, ma anche molti villeggianti che nei giorni di Ferragosto popolano Corezzo. La manifestazione richiama in questo piccolo centro montano migliaia di persone per il piacere di gustare in compagnia questa specialità, ma anche altre casentinesi. A contorno di questa “festa mangereccia” molte altre attrazioni: concerti, serate danzanti, mostre, mercatini, escursioni guidate e come gran finale un’eccezionale spettacolo pirotecnico.
Come accennato sopra le origini del tortello alla lastra sono certamente molto antiche, ma difficile dagli una datazione e stabilire come sia arrivato in Vallesanta. A tal proposito è opportuna una considerazione storica. Da epoca romana fino alla fine del XIX secolo, quando fu aperto il Passo dei Mandrioli, questo territorio fu zona molto transitata da viandanti e mercanti che dovevano spostarsi tra Arezzo e la Romagna, nonché da pellegrini, in prevalenza germanici, che si recavano a Roma, questo soprattutto in periodo medievale. La Vallesanta è un vero e proprio reticolato di antiche strade che facevano tutte riferimento a una “Via Maior” chiamata “Romea” (strada per Roma che altro non è che la prosecuzione della nota Via Romea che scorre lungo la riviera adriatica romagnola veneta) che attraverso il Passo di Serra porta a Bagno di Romagna. Considerando che il tortello alla lastra è un cibo definibile molto “nomade” per la facilità di cuocerlo durante un viaggio (basta una latra di pietra arroventata sul fuoco), supporre che questa specialità gastronomica sia legata e abbia avuto origine con la tanta ”viandanza” presente per molti secoli in Vallesanta, non è certo cosa campata in aria.
Il tortello alla lastra che viene preparato alla Sagra di Corezzo è quello consumato quasi sempre, ossia con impasto interno a base di patate. Ve ne sono poi altre versioni dove nell’impasto, sempre a base di patate, viene aggiunta una percentuale di cavolo (verza, cappuccio, nero) o zucca. Oppure è messo un impasto interamente di questi due ultimi ingredienti vegetali. A racchiudere l’impasto rimane sempre la stessa semplice pasta a base di farina, acqua e sale. A questo punto è opportuna un’altra considerazione. La patata fu importata in Europa nella seconda metà del ‘500. Il Casentino questo tubero arrivò nel XIX secolo. Stessa cosa vale certamente per la Vallesanta, questo significa che il ripieno dei tortelli alla lastra di una volta non poteva esserte quello preparato oggi.
Queste tipicità alimentari, preparate in Vallesanta e con vari tipi di ripieno, si possono trovare durante tutto l’anno in vari negozi alimentari del Casentino.
Le immagine e relative didascalie di questa sezione vi descriveranno la preparazione e gli ingredienti del Tortello alla Lastra della Vallesanta durante la Sagra di Corezzo, altri piatti tipici casentinesi che si possono gustare a questa festa, altre iniziative presenti all’evento (mostre, mercati), ma soprattutto lo spirito gioioso che accompagna l’intera manifestazione. Le immagini, volutamente, ritraggono al lavoro persone di età molto diversa che fanno le stesse identiche cose nella preparazione dei tortelli. Questo per far capite come questa festa sappia avvicinare la gente e dare un senso di continuità a queste specialità gastronomiche che hanno sulle spalle secoli di storia.