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L’arte figurativa del Seicento, sia da un punto di vista numerico che logistico, è la più diffusa in Casentino. Incredibile la presenza di dipinti raffiguranti la Madonna del Rosario. (La festa della Madonna del Rosario, per ricordare la Battaglia di Lepanto del 1571, era stata istituita da poco).
A questo c’è una spiegazione logica, storica, sociale: il Seicento rappresenta per il Casentino un secolo particolarmente dinamico. Si ricostruiscono centri montani distrutti nel ‘400, i paesi importanti del fondovalle si ampliano, si ristrutturano varie chiese, se ne costruiscono di nuove. In tutto questo l’arte non può non avere un ruolo importante perché c’è tanto desiderio di addobbare, decorare, arricchire i propri luoghi. Se nel ‘400 erano le gradi famiglie nobili a commissionare opere per le chiese, nel ‘600 è spesso la popolazione, magari unita in associazioni (abbiamo in questo periodo la nascita delle prime Compagnie di Misericordia), che commissiona opere. In Casentino sono presenti diversi autori seicenteschi di buon livello artistico (il più noto è sicuramente il veronese, poi adottato da Firenze, Jacopo Ligozzi. Per una sua opera molto particolare molto particolare in Casentino clicca qui). Numerosi sono gli esempi di arte popolare, importanti per testimoniare quello spirito presente nella gente di cui si è parlato sopra.
L’arte del Settecento è meno presente in questa valle. Le opere, pur senza eccellere, sono generalmente di buon livello. Spiegazioni estremamente semplici di ciò possono essere: nuove chiese non vengono costruite, le chiese sono già sufficientemente sature di arte, la poca arte realizzata deve essere di buon livello.
La galleria fotografica di questa pagina illustra solo una minima parte dell’arte del ‘600 e ‘700 in Casentino. Farà vedere la più significativa, allo stesso tempo quella conservata in luoghi generalmente aperti al pubblico e che abbraccino più possibile l’intero territorio casentinese.
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