Un’escursione alla Gorga Nera nel Monte Falterona
un itinerario nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
70 immagini in sequenza per conoscere questo itinerario nel Monte Falterona. Clicca per iniziare l’escursione virtuale
Alla Gorga Nera passando dalla cima del Falterona o dal lago degli Idoli o da Capo d’Arno
L’itinerario che ci accingiamo a descrivere conduce nei luoghi più noti del Falterona, la montagna che separa il Casentino dal Mugello. Questi luoghi sono essenzialmente cinque: le cime dei Monti Falco e Falterona (1658 e 1654 metri, le due più alte del Parco Nazionale e di questa parte dell’appennino), il Lago degli Idoli, Capo d’Arno, la Gorga Nera. Poi, cammino facendo, sarà un susseguirsi di altri aspetti di particolare interesse. Punto di partenza e arrivo di questa escursione è il Passo di Piancancelli, facilmente raggiungibile in auto, tramite il Passo della Calla, dal Casentino, dalla zona di Arezzo e dalla Romagna. Altro luogo di partenza può essere la Fonte del Borbotto, molto pratico per chi su trova nel Mugello o proviene dalla zona di Firenze o dall’Emilia. In quest’ultimo caso si consiglia di uscire dall’autostrada A1 a Barberino. L’itinerario è proposto in due percorsi, di 13 o 16 chilometri, a secondo che si passi dal Monte Falterona o dal Lago degli Idoli e Capo d’Arno. La variazione altimetrica totale è circa 1100 metri per entrambi gli itinerari. È evidente che la distribuzione altimetrica lungo i due percorsi è diversa, questo nello spazio di solo qualche chilometro. Passando dalla cima del Falterona, prima un breve tratto del GEA 00 sale di una cinquantina di metri, poi, dalla vetta del monte (1654 metri), lo stesso sentiero scende ai 1406 metri di Passo delle Crocicchie in circa un chilometro e mezzo. Una discesa, quindi, molto ripida. Dobbiamo affrontarla con attenzione, calzature adatte e ben strette, da evitare con terreno scivoloso. Un percorso che ci offre affascinanti viste sulle pendici nord della montagna che scendono verso il Mugello, molto scoscese al contrario di quelle casentinesi. Le Balze delle Rondinaie sono una spettacolare coreografia in questo paesaggio. Utilizzando l’altro sentiero arriveremo al Passo delle Crocicchie percorrendo tre chilometri in più. A parte il tratto di discesa abbastanza accentuata che passa accanto ai panoramici prati di Montelleri, il resto del percorso è un piacevole saliscendi nella foresta. Dopo aver letto questa descrizione e aver osservato la mappa, ognuno deciderà quale itinerario percorrere in base a cosa gli interessa vedere, le proprie possibilità fisiche, il tempo a disposizione. Una terza possibilità è salire fino alla cima del Falterona, quindi tornare indietro fino alla strada larga pianeggiante e da qui proseguire sull’itinerario più lungo che descriveremo più avanti. In questo modo vedremo la vetta del monte, i panorami che offre, eviteremo lo scosceso tratto fino al Passo delle Crocicchie e passeremo anche dai prati di Montelleri, dal Lago degli Idoli e dala sorgente dell’Arno. In questo caso il percorso diventa 17 chilometri e il dislivello altimetrico totale sale a 1200 metri. Ora iniziamo a descrivere l’itinerario segnato di rosso nella mappa. Raggiunto il Passo della Calla, lasciamo la SS310 per imboccare la strada verso Burraia Fangacci. Fatti quasi sei chilometri immersi in una già splendida foresta, arriviamo al Passo di Piancancelli. Impossibile sbagliare, pochi metri dopo questo luogo, una sbarra chiude la strada ai mezzi motorizzati. Questa conduce alla Fonte del Borbotto, sarà la strada di ritorno all’auto. Iniziamo a percorrere l’itinerario entrando sul sentiero GEA SOFT 00 che da Passo Piancancelli (1485 metri) in circa un chilometro e mezzo sale al 1650 metri del crinale appenninico. Il sentiero, conosciuto come Pista del Lupo, attraversa una faggeta con piante non particolarmente grandi, ma molto fitte. Le loro radici, i fusti, i rami hanno le forme più fantasiose. In certi tratti il percorso sembra un tunnel nella foresta. A due terzi della salita troviamo una sorgente: Fonte del Sodo. Giunti sul crinale della montagna, entriamo sul GEA 00. A sinistra, in circa cinque chilometri, il sentiero conduce al Passo della Calla. Noi andiamo a destra e in meno di dieci minuti di leggera salita giungiamo sul “tetto” di questa escursione e del Parco Nazionale: Monte Falco, 1658 metri. All’inizio abbiamo un grande panorama verso est, ossia sulla Romagna. Poco più avanti il GEA 00 volta a sinistra, noi andiamo dritto per raggiungere un balcone naturale attrezzato con una panchina e una staccionata come ringhiera. Da qui il panorama è straordinario, la vista spazia da nord-ovest a nord-est. Il Mugello è sotto di noi, con atmosfera limpida si vedono le Alpi Apuane e le alpi dell’Italia nord orientale. Riprendiamo a camminare sul GEA 00 che dopo Monte Falco scende di pochi metri e prosegue verso il Monte Falterona scorrendo poco sotto crinale senza particolari variazioni altimetriche. Una faggeta, ora più maestosa, avvolge il percorso. In un punto dritto e quasi pianeggiante troviamo l’indicazione che il GEA 00 s’inerpica a destra per raggiungere la cima del Falterona, 1654 metri. In quindici minuti d’irta salita raggiungiamo questo luogo identificato da una grande croce di legno. Da qui il panorama è fantastico, ci colpisce la parete rocciosa di una montagna: le Balze della Rondinaia. La cima del monte è attraversata dal GEA 00, con cui siamo arrivati, ma è anche il punto di arrivo del CAI 16 che sale da nord e del CAI 3 che da quassù è il percorso più breve per scendere a Capo d’Arno. Noi continueremo sul GEA 00 che, come già accennato, scende in modo molto ripido verso il Passo delle Crocicchie (1406 metri). Il sentiero scorre all’interno di un bosco di faggi piuttosto piccoli, a pochi metri da uno strapiombo sulla nostra destra. Aperture nella vegetazione ci permettono di avere panorami mozzafiato e viste sulle scoscese e impressionanti pendici nord del Falterona formatesi in tempi recenti, geologicamente parlando. Siamo giunti al Passo delle Crocicchie, una piccola radura pianeggiante, dove s’incrociano il GEA 00 di crinale e il CAI 17 che collega Capo d’Arno alla Fonte del Borbotto. Noi seguiremo quest’ultima direzione, ma prima di continuare il cammino descriviamo il percorso alternativo di questo itinerario che ci fa raggiungere questo incrocio dopo esser passati dal Lago degli Idoli e dalla sorgente dell’Arno. Nel punto dove, voltando a destra, avevamo seguito il GEA 00 nel suo inerpicarsi verso la cima del Falterona, ora proseguiamo dritto sul percorso CT4. Dopo una decina di minuti arriviamo a un bivio a sinistra, in discesa, che dobbiamo imboccare. Pochi passi, e il CT4 ci offre i primi panorami. Dopo circa un chilometro, la discesa si fa più accentuata, siamo al così detto Scalandrino di Montelleri. Alla nostra sinistra si apre un’ampia radura: sono i Prati di Montelleri. Questa zona erbosa ci offre un panorama di quasi 180 gradi, da sud-est a ovest. L’intero massiccio del Pratomagno segna l’orizzonte da sud a sud-ovest. Da quassù abbiamo una chiara idea del corso dell’Arno che si dirige verso Arezzo, nel fondovalle casentinese distinguiamo i colli di Romena e Poppi con i loro castelli. Più avanti vediamo Bibbiena; più a sinistra, in alto, c’è l’inconfondibile monte de La Verna. In prossimità della parte più bassa dei prati, il CT4 volta a destra e dopo qualche decina di metri gira a sinistra, dove inizia una ripida discesa verso il rifugio di Vitareta. Noi andiamo dritto entrando nel sentiero CAI 3 che inizia proprio in questo punto. In quindici minuti dentro una bella faggeta ci conduce al Lago degli Idoli che ci appare improvviso. Siamo a 1380 metri di quota, una storia vecchia di duemilacinquecento anni, fa si che questo luogo ci trasmetta un fascino inconsueto, inaspettato. Ne parliamo dettagliatamente alla pagina 42 di quelle in successione. Dal Lago degli Idoli, il CAI 3 in venti minuti di piacevole saliscendi in foresta ci conduce alla Capo d’Arno (1358 metri), un luogo di dantesca memoria citato dal Sommo Poeta nel XIV Canto del suo Purgatorio. Qui lasciamo il sentiero CAI 3 per seguire il CAI 17 che in mezz’ora di cammino con prevalenza di leggera salita ci porta ai 1406 metri di Passo delle Crocicchie, l’incrocio a cui eravamo arrivati scendendo dalla cima del Falterona con il GEA 00. Da questo passo continuiamo il cammino sul CAI 17 che scende con discreta pendenza, in quindici minuti giungiamo alla Gorga Nera (1280 m). Il nome indentificava, in origine, una grande conca sulla parete nord del Falterona, dove si trovava una profonda spaccatura piena d’acqua. Oggi, con tale nome si fa riferimento a un piccolo stagno. In questo luogo storia e leggenda si fondono, non si sa dove finisce una e comincia l’altra. In questa conca dai mille misteri è ambientato “Il Barbagianni del Diavolo”, un’inquietante novella di Emma Perodi. Descriviamo dettagliatamente questo luogo alla pagina 52 di quelle in successione. Ripreso il cammino sul CAI 17, in venti minuti scendiamo alla Fonte del Borbotto dove troviamo una grande area attrezzata con tavoli e panche nel prato e nel bosco. Il luogo è una fresca oasi per gli abitanti del Mugello, e anche comoda visto che possiamo arrivare in auto a pochi metri da qui. La fonte non borbotta, come ci saremmo aspettati, ma la sua acqua è fresca e ottima. Se scendiamo qualche centinaio di metri lungo la strada carrabile che conduce a Castagno d’Andrea, avremo un’interessante vista della conca sulla montagna formatasi con la grande frana del 1335. Troveremo, anche, l’inizio del sentiero CAI 14c, intitolato a Enrico Boni, che in circa 1,5 chilometri conduce alla Cascata del Piscino, sotto le Balze delle Rondinaie. Certi tratti del sentiero sono da percorrere con attenzione e cautela. Da Fonte del Borbotto iniziamo a risalire la strada forestale che in questo primo tratto coincide con il CAI 16. Stiamo percorrendo gli ultimi quattro chilometri dell’itinerario, in costante salita ma non impegnativi. Dopo cinquecento metri il CAI 16 volta a destra per arrampicarsi verso la cima del Falterona, noi continuiamo sulla strada forestale che da qui in avanti coincide con il CAI 8. Poco più avanti troviamo il punto panoramico Poggiolino Rosso. Tra rigogliosi faggi ci sono alcuni tavoli che offrono l’opportunità di gustarci, comodamente, un panino di fronte a una spettacolare vista. Meno di due chilometri e vedremo, in alto, sulla sinistra della strada, una scogliera tra i faggi. A destra del percorso, invece, vi è un bellissimo bosco dove sono disseminati grandi massi. Questo luogo ricorda la Foresta Sacra della Verna ai piedi del monte di dantesca memoria, tanto caro a San Francesco. Un altro chilometro e mezzo e siamo al Passo di Piancancelli, dove abbiamo lasciato l’auto.