LA FRATERNITA DEI LAICI: un'antica istituzione
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
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L'ORA E LE FASI LUNARI
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La Torre dell'Orologio del Palazzo della Fraternita dei Laici di Arezzo. Questo elemento architettonico che caratterizza e rende inconfondibile il palazzo fu progettato da Giorgio Vasari e fu aggiunto all'edificio a metà Cinquecento, dopo che il maestro orologiaio Felice da Fossato ebbe terminato nel 1552 il complesso meccanismo dell'orologio visitabile dai turisti e che noi osserveremo più avanti in questa sezione.
Questo orologio ha la particolarità che oltre le ore mostra anche l'apparente moto del sole intorno alla terra e le fasi lunari. Per capire come osserviamo l'elegante quadrante ingrandito a destra nella foto. Oltre ai 12 numeri romani sono riportati, su un cerchio interno, 29 numeri arabi, coincidenti coi giorni del mese lunare, mentre su un disco in rame sono tracciate delle figure geometriche corrispondenti alle varie posizioni della luna (terzili, quartili e sestili). Due sfere di metallo sopra il disco ed una terza esterna rappresentano rispettivamente la terra, al centro secondo il sistema tolemaico ancora in auge al tempo della costruzione dell'orologio, la luna, metà bianca e metà nera, e infine il sole. È opportuno ricordare che orologi di questo tipo, ancora oggi esistenti, sono rarissimi.
Una leggenda aretina vuole il progettista e costruttore Maestro Felice da Fossato accecato dopo il collaudo del 1552 perché non ne costruisse altri così belli e complessi, altri dicono che sia stato ammazzato al termine del lavoro, sempre per la stessa ragione. Queste rimembranze popolari, che si perdono nel passato, evidenziano la convinzione generale in quel periodo che si trattasse di un'opera così complessa, quindi incomprensibile ai più nel funzionamento, e anche nella lettura, da giustificare i drastici provvedimenti di accecamento o addirittura di uccisione dell'autore. Questa la leggenda nata certamente per dare ancora più forza al valore e alla rarità dell'orologio. Le note storiche dell'epoca parlano di ritorno del Maestro orologiaio Felice di Salvatore a Fossato di Vico assolutamente tranquillo e dopo aver ricevuto quanto pattuito per il compenso, che fu parte in denaro e parte con la vecchia macchina quattrocentesca del precedente orologio della Fraternita.
Questo orologio ha la particolarità che oltre le ore mostra anche l'apparente moto del sole intorno alla terra e le fasi lunari. Per capire come osserviamo l'elegante quadrante ingrandito a destra nella foto. Oltre ai 12 numeri romani sono riportati, su un cerchio interno, 29 numeri arabi, coincidenti coi giorni del mese lunare, mentre su un disco in rame sono tracciate delle figure geometriche corrispondenti alle varie posizioni della luna (terzili, quartili e sestili). Due sfere di metallo sopra il disco ed una terza esterna rappresentano rispettivamente la terra, al centro secondo il sistema tolemaico ancora in auge al tempo della costruzione dell'orologio, la luna, metà bianca e metà nera, e infine il sole. È opportuno ricordare che orologi di questo tipo, ancora oggi esistenti, sono rarissimi.
Una leggenda aretina vuole il progettista e costruttore Maestro Felice da Fossato accecato dopo il collaudo del 1552 perché non ne costruisse altri così belli e complessi, altri dicono che sia stato ammazzato al termine del lavoro, sempre per la stessa ragione. Queste rimembranze popolari, che si perdono nel passato, evidenziano la convinzione generale in quel periodo che si trattasse di un'opera così complessa, quindi incomprensibile ai più nel funzionamento, e anche nella lettura, da giustificare i drastici provvedimenti di accecamento o addirittura di uccisione dell'autore. Questa la leggenda nata certamente per dare ancora più forza al valore e alla rarità dell'orologio. Le note storiche dell'epoca parlano di ritorno del Maestro orologiaio Felice di Salvatore a Fossato di Vico assolutamente tranquillo e dopo aver ricevuto quanto pattuito per il compenso, che fu parte in denaro e parte con la vecchia macchina quattrocentesca del precedente orologio della Fraternita.