Le opere di Giorgio Vasari a Camaldoli
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GIORGIO VASARI A CAMALDOI. A cura di Alberta Piroci Branciaroli
"DEPOSIZIONE": olio su tavola cm 311x210
Giorgio Vasari sarebbe ritornato A Camaldoli per altre due volte a distanza di un anno, nell'estate del 1539 e del 1540, prima per iniziare e poi per dare compimento alla "Deposizione", grande opera destinata all'altare maggiore della chiesa. Il dipinto senza dubbio di maggior impegno lavorativo e di più alto pregio artistico di Vasari a Camaldoli.
La pala firmata in basso costituituiva la parte centrale di un complesso pittorico smembrato nel 1775 durante i lavori di rifacimento della chiesa. Dell'opera facevano parte anche due tavole raffiguranti Santi e attualmente poste sulle pareti laterali della chiesa e tredici tavolette di predella. Di queste ne sono rimaste dieci, due sono conservate nella chiesa, otto nel sovrastante coro e sono visitabili solo per motivi di studio. La struttura architettonica che incorniciava il polittico, fu trasferita nell'antica chiesa di Badia Prataglia allora dipendente da Camaldoli. Ad oggi risulta dispersa.
Dai Ricordi si evince che la "Deposizione di Cristo" vide il suo inizio per mano del cugino Stefano Veltroni su un cartone approntato da Vasari che rimise mano alla complessa opera il 16 giugno 1540 di ritorno da Bologna, un anno dopo aver ricevuto l'incarico, il 12 giugno 1539.
Dall'Autobiografia sappiamo che Vasari così scrive della tavola della Deposizione " .. feci un Cristo che è deposto di croce con tutto quello studio e fatica che maggiore mi fu possibile: e perché col fare e col tempo mi pareva pur migliorare qualche cosa né mi soddisfacendo della prima bozza".
La pala firmata in basso costituituiva la parte centrale di un complesso pittorico smembrato nel 1775 durante i lavori di rifacimento della chiesa. Dell'opera facevano parte anche due tavole raffiguranti Santi e attualmente poste sulle pareti laterali della chiesa e tredici tavolette di predella. Di queste ne sono rimaste dieci, due sono conservate nella chiesa, otto nel sovrastante coro e sono visitabili solo per motivi di studio. La struttura architettonica che incorniciava il polittico, fu trasferita nell'antica chiesa di Badia Prataglia allora dipendente da Camaldoli. Ad oggi risulta dispersa.
Dai Ricordi si evince che la "Deposizione di Cristo" vide il suo inizio per mano del cugino Stefano Veltroni su un cartone approntato da Vasari che rimise mano alla complessa opera il 16 giugno 1540 di ritorno da Bologna, un anno dopo aver ricevuto l'incarico, il 12 giugno 1539.
Dall'Autobiografia sappiamo che Vasari così scrive della tavola della Deposizione " .. feci un Cristo che è deposto di croce con tutto quello studio e fatica che maggiore mi fu possibile: e perché col fare e col tempo mi pareva pur migliorare qualche cosa né mi soddisfacendo della prima bozza".