Le opere di Giorgio Vasari a Camaldoli
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
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GIORGIO VASARI A CAMALDOI. A cura di Alberta Piroci Branciaroli
La quiete che suscita la natura di Camaldoli porta Vasari ad esternarsi in questa riflessione:
"Scorgo qui in questo altissimo giogo dell'alpe,
fra questi dritti abeti, la perfezione che si cava dalla quiete"
(G.Vasari, 1537 da Camaldoli)
Nel 1537, di ritorno da Firenze, dopo la morte del suo mecenate Alessandro de' Medici, ucciso dal cugino Lorenzo di Pier Francesco detto Lorenzaccio, Vasari riceve un' importante commissione da parte dei camaldolesi, grazie all'intervento del canonico aretino Giovanni Pollio Lappoli detto Pollastra al quale Vasari così scriveva: " Ecco io smarrito costì in Arezzo, disperato da travagli della morte del duca Alessandro … messer Giovanni mio caro, poi che sono per mezzo vostro condotto all'hermo di Camaldoli, dove non potevo per cognoscer me stesso capitare in luogo nessuno migliore".
"Scorgo qui in questo altissimo giogo dell'alpe,
fra questi dritti abeti, la perfezione che si cava dalla quiete"
(G.Vasari, 1537 da Camaldoli)
Nel 1537, di ritorno da Firenze, dopo la morte del suo mecenate Alessandro de' Medici, ucciso dal cugino Lorenzo di Pier Francesco detto Lorenzaccio, Vasari riceve un' importante commissione da parte dei camaldolesi, grazie all'intervento del canonico aretino Giovanni Pollio Lappoli detto Pollastra al quale Vasari così scriveva: " Ecco io smarrito costì in Arezzo, disperato da travagli della morte del duca Alessandro … messer Giovanni mio caro, poi che sono per mezzo vostro condotto all'hermo di Camaldoli, dove non potevo per cognoscer me stesso capitare in luogo nessuno migliore".