MONTE FALCO E MONTE FALTERONA
nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
48 immagini accuratamente descritte sulla passeggiata nel Monte Falco e Monte Falterona Clicca per ingrandire
Il tetto delle Foreste Casentinesi: i monti Falco e Falterona
Questa sezione, attraverso le 48 foto ben descritte, presenta l’itinerario forse più apprezzato, nell’ambito del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, per gli amanti dell’escursionismo sull’appennino. Questo percorso ci porterà, infatti, sul “tetto del Casentino”, ossia ai 1658 metri del Monte Falco e ai 1654 metri del Monte Falterona. Ma al tempo stesso, trovandosi queste cime sul crinale appenninico, anche sul “tetto del Mugello e della Romagna”. Da queste vette si godono spettacolari panorami su queste terre, oltre che sulla valle casentinese.Poi, da queste cime potremo scendere a Capo d’Arno e al Lago degli Idoli, luoghi d’importanza naturalistica, ma anche letteraria, storica, archeologica. Il Monte Falterona fu conosciuto, infatti, dagli etruschi, dai romani, da Dante Alighieri che certamente lo attraversava nei suoi spostamenti tra Casentino e Romagna. È stato purtroppo teatro di sanguinosi episodi nel momento di ritirata dei tedeschi sul finire della seconda Guerra Mondiale. Questo itinerario è abbastanza impegnativo, non per le caratteristiche del percorso che nel complesso è abbastanza agevole come fondo, ma per i circa 15 chilometri della sua lunghezza e per i dislivelli che ci farà affrontare.Il punto di partenza di questa escursione è posto in terra di Romagna e vi siamo arrivati in auto dal Passo della Calla dirigendoci alla Burraia. Oltre questa località abbiamo continuato fino a che una sbarra non chiude la strada. Siamo a Piancancelli (1480 metri). Da qui, imboccando il sentiero GEA SOFT 00 ben distinguibile per l’apertura nella staccionata, in poco più di 2 chilometri, si giunge sul crinale appenninico (che in questa zona segna il confine tra Toscana e Romagna), voltando a destra in pochi minuti giungiamo ai 1658 metri della cima del Monte Falco. Nei successivi due chilometri, prima scenderemo di circa 120 metri, poi affronteremo 15 minuti di irta salita che ci porterà ai 1654 metri del Monte Falterona. Dalla parte opposta da dove siamo arrivati, in 45 minuti di pendente discesa scenderemo ai 1360 metri di Capo d’Arno. Poi in altri 20 minuti di saliscendi raggiungeremo il Lago degli Idoli a 1380 metri. I successivi venti minuti di cammino ci porteranno, salendo solo pochi metri, ai Prati di Montelleri, nella bella stagione luogo di pascolo per molte mucche. Qui inizia il così detto “Scalandrino di Montelleri” un tratto di salita abbastanza impegnativa,ma non lunga, sul sentiero CT4 che costeggia il recinto. Poi, la salita diviene meno impegnativa e prima di arrivare ad un quadrivio troveremo due punti panoramici che ci offrono ampie viste che spaziano dal Monte Falco al Sacro Sasso della Verna e, più a destra, l’Alpe di Catenaia. Al bivio, a 1540 metri di quota, proseguiremo a destra sempre sul CT4. Dopo 10 - 15 minuti troveremo a sinistra la deviazione che all’andata abbiamo preso per salire sulla cima del Monte Falterona. Ora proseguiremo dritto sulla strada percorsa all’andata. Circa 40 minuti per essere nuovamente ai 1658 metri del Monte Falco. Quindi avremo 10 minuti di cammino in leggera discesa sul crinale percorrendo il percorso GEA 00 che lasceremo voltando a sinistra sul sentiero GEA SOFT 00 già utilizzato ad inizio escursione. Questo tratto di percorso è chiamato Pista del Lupo. Una costante discesa sul poggio di Piancancelli ci riporta in 30 minuti al punto di partenza.
Come detto in precedenza, questo itinerario è di 15 chilometri circa. Va considerato un tempo di percorrenza di 5/6 ore. Naturalmente il percorso può essere fatto anche solo in parte.Le foto che illustrano questa escursione sono state volutamente realizzate in stagioni diverse perché questa zona presenta fascino diverso in momenti diversi dell’anno. Teniamo però ben presente che certi fenomeni atmosferici (freddo, pioggia, nebbia, vento) che in pianura o in collina non arrecano particolari fastidi, a 1600 metri si amplificano notevolmente. Grande insidia è da considerarsi la nebbia (o nubi basse) che può giungere anche improvvisa. Questa fa perdere l’orientamento con grande facilità. Sebbene i sentieri siano ben segnalati, è cosa prudente portare una mappa nello zaino.