UN MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito

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DA MONASTERO A MUSEO

Monastero San Bernardo, Arezzo
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Vista di quello che fu il Monastero di Monte Oliveto, o olivetano, in Arezzo. Il complesso monastico e l'adiacente chiesa hanno origine nel XIV secolo e furono dedicati a San Bernardo Tolomei fondatore, appunto, della Congregazione Benedettina di Santa Maria di Monte Oliveto. Giovanni Tolomei (Siena 1272 - 1348), poi Bernardo una volta divenuto monaco, fondò inizialmente una comunità eremitica. In seguito, per volere di quella grande personalità che fu il Vescovo aretino Guido Tarlati, la congregazione passò al cenobitismo abbracciando la regola benedettina, ma al tempo stesso discostandosene per certi aspetti, da qui il nuovo Ordine Olivitano. Fu lo stesso Vescovo Tarlati a invitare il Monaco Bernardo e i suoi confratelli ad Arezzo, invito che si concretizzò nella presenza di questo nuovo ordine in città e successivamente nella costruzione della chiesa e del monastero dedicati a San Bernardo. Impropriamente, perché se il monaco senese fu considerato beato fin dalla sua morte, la canonizzazione si è avuta solo in epoca moderna, nel 2009 con Papa Benedetto XVI.
Come già detto e come mostra la foto, il monastero fu edificato sui resti del perimetro sud del grande anfiteatro romano in Arezzo (II secolo d.C.) mantenendone anche la forma rotondeggiante. L'anfiteatro rappresentò una comoda cava di pietra per la costruzione del complesso monastico.
Dal XVIII secolo il monastero viene progressivamente tralasciato e via via abbandonato dai monaci olivitani e dal 1973 questo prestigioso ambiente è la sede del Museo Nazionale Archeologico di Arezzo intitolato a Gaio Cilnio Mecenate. Ma prima di divenire ciò, questa grande e importante mostra ha conosciuto due fondamentali "tappe". Nel 1823 venne fondato dalla Fraternita del Laici di Arezzo, anche per dare un posto al tantissimo materiale di cui era in possesso, un museo pubblico chiamato "Storia Naturale e Antichità". Nel 1936 la mostra si trasforma in Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate. Nel 1973 diverrà Museo Statale e sarà oggetto di ristrutturazione e ampliamenti (fino alle 26 sale odierne) atti a poter ospitare in tanti nuovi reperti che nel frattempo erano venuti alla luce.

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