UN MUSEO CHE ABBRACCIA OTTO SECOLI
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
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DUE FIORENTINI NELLA SALA 18
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Con quest'immagine che ci mostra due dipinti su tavola siamo giunti nella sala 18 del museo di Arezzo.
A sinistra vediamo la "Nascita della Vergine", un'opera del pittore fiorentino Tiberio Titti (1573 - 1627) databile primi decenni del XVII secolo.
A destra abbiamo invece un'opera Cinquecentesca (seconda metà del secolo) di Santi di Tito, la "Resurrezione di Cristo". Olio su tavola.
Santi di Tito, che fu anche stimato architetto, nacque e morì a Firenze (1536 - 1603). La sua famiglia era originaria di Borgo Sansepolcro, per questo è stato anche chiamato Santi di Tito dal Borgo, questo ha spesso confuso il luogo della sua nascita. Cominciò a prendere dimestichezza con i pennelli presso la bottega fiorentina di Sebastiano da Montecarlo, ma la sua personalità pittorica emerse forte dopo una sua permanenza a Roma tra il 1558 e il 1564 dove, insieme a noti artisti del momento dell'ambiente romano, lavorò a prestigiose commissioni nella città dei Papi. L'esperienza romana fu utile e fondamentale nella formazione artistica di Santi di Tito che, rientrato a Firenze, seppe portare qualcosa di nuovo nella città come si nota in una sua Resurrezione del 1565 nella Basilica di Santa Croce. Anche se poi dovette gradatamente riadattarsi ai canoni pittori più consoni per la città toscana e dove fu accolto alla corte medicea. L'attività di Santi di Tito a Firenze fu intensa e lavorò per prestigiosi luoghi come le chiese di Santa Maria Novella e San Marco. Anche se Firenze fu per Santi di Tito la maggior "piazza di lavoro", la sua notorietà gli permise di lavorare anche per altri luoghi come Citta di Castello e Forlì. In terra d'Arezzo un'altra sua opera (Immacolata Concezione, un olio su tavola di fine XVI secolo) si trova nell'Oratorio della Visitazione a Strada in Casentino.
A sinistra vediamo la "Nascita della Vergine", un'opera del pittore fiorentino Tiberio Titti (1573 - 1627) databile primi decenni del XVII secolo.
A destra abbiamo invece un'opera Cinquecentesca (seconda metà del secolo) di Santi di Tito, la "Resurrezione di Cristo". Olio su tavola.
Santi di Tito, che fu anche stimato architetto, nacque e morì a Firenze (1536 - 1603). La sua famiglia era originaria di Borgo Sansepolcro, per questo è stato anche chiamato Santi di Tito dal Borgo, questo ha spesso confuso il luogo della sua nascita. Cominciò a prendere dimestichezza con i pennelli presso la bottega fiorentina di Sebastiano da Montecarlo, ma la sua personalità pittorica emerse forte dopo una sua permanenza a Roma tra il 1558 e il 1564 dove, insieme a noti artisti del momento dell'ambiente romano, lavorò a prestigiose commissioni nella città dei Papi. L'esperienza romana fu utile e fondamentale nella formazione artistica di Santi di Tito che, rientrato a Firenze, seppe portare qualcosa di nuovo nella città come si nota in una sua Resurrezione del 1565 nella Basilica di Santa Croce. Anche se poi dovette gradatamente riadattarsi ai canoni pittori più consoni per la città toscana e dove fu accolto alla corte medicea. L'attività di Santi di Tito a Firenze fu intensa e lavorò per prestigiosi luoghi come le chiese di Santa Maria Novella e San Marco. Anche se Firenze fu per Santi di Tito la maggior "piazza di lavoro", la sua notorietà gli permise di lavorare anche per altri luoghi come Citta di Castello e Forlì. In terra d'Arezzo un'altra sua opera (Immacolata Concezione, un olio su tavola di fine XVI secolo) si trova nell'Oratorio della Visitazione a Strada in Casentino.