Gli Affreschi di Cappella Bacci
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito.
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
36 immagini in sequenza delle opere di Piero Della Francesca ad Arezzo. Clicca per ingrandire
Piero della Francesca e la sua arte in Arezzo
Dietro lo splendido crocifisso del XIII secolo appeso sopra l’altare maggiore della Basilica di San Francesco di Arezzo si trova uno maggiori gioielli d’arte non solo aretini, ma dell’intera Toscana: Cappella Bacci, decorata dagli affreschi di Piero della Francesca. In questi dipinti eseguiti tra il 1452 e il 1466 il grande Maestro biturgense illustra la "Leggenda della Vera Croce" come la narra nel XIII secolo il frate domenicano Jacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea.
Piero della Francesca, il cui nome di battesimo era Piero di Benedetto dei Franceschi, nacque a Sansepolcro nel 1415 circa. In questo stesso Borgo della Val Tiberina morirà il 12 ottobre 1492, giorno della scoperta dell’America, dopo aver trascorso i suoi ultimi anni in cecità.
I primi insegnamenti di pittura li apprende presso la bottega di Antonio d’Anghiari, un pittore di qualità non eccelsa. Trasferitosi a Firenze, Piero Della Francesca svilupperà la sua formazione artistica nella bottega di Domenico Veneziano. Sono gli anni Trenta del Quattrocento, anni particolarmente significativi dell’arte pittorica fiorentina perché influenzati dalle grandi innovazione tecniche ed espressive portate nel decennio precedente da Tommaso Cassai di San Giovanni Valdarno, “Tommasaccio” per la sua irrequietezza giovanile, poi in arte Masaccio.
Dopo questa sua fondamentale esperienza fiorentina, Piero della Francesca allaccia rapporti con varie corti dell’Italia centrale, questo lo porterà a lavorare a Ferrara, Rimini e Urbino (anni ’60 e ’70) presso la corte del Duca Federico II da Montefeltro. Di questi e della moglie Battista Sforza sono di particolare notorietà i profili eseguiti dal pittore biturgense oggi conservati nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Piero Della Francesca lavora come detto in corti importanti del centro Italia, ma rimane sempre legato alla terra aretina. Gli anni ’50 e ‘60 vedono il pittore particolarmente attivo nella sua Sansepolcro, nella vicina Monterchi, paese natale della madre dove dipingerà la nota Madonna del Parto, e ad Arezzo dove eseguirà un affresco con Maria Maddalena nel Duomo e la grande decorazione durata quasi quattordici anni della cappella maggiore della Chiesa di San Francesco che prenderà il nome Bacci dalla ricca famiglia di mercanti aretine che gli aveva commissionato il lavoro e che avendo il suo palazzo a pochi passi dalla chiesa francescana (attuale angolo tra via Cavour e Corso Italia) era particolarmente legata a questo luogo di culto, già di alto valore artistico al tempo di Piero perché affrescato da pochi anni in tante sue parti da noti artisti aretini, e non solo, in primis Spinello Aretino.
La decorazione di Piero della Francesca della Cappella Bacci fu la prosecuzione del lavoro che l’anziano pittore fiorentino Bicci di Lorenzo, che si esprimeva ancora in uno stile tardo gotico, aveva iniziato nel 1447, sempre su commissione dei Bacci. Nel 1452 Bicci di Lorenzo muore dopo aver ultimato soltanto la volta dove aveva dipinto i quattro evangelisti. In quello stesso anno subentra nel lavoro Pier della Francesca. Si potrebbe ben affermare che la morte del pittore fiorentino sia stata una fortuna per il futuro valore artistico della Chiesa di San Francesco e la città di Arezzo.
La Cappella Bacci, nella Chiesa di San Francesco, è oggi museo statale. Per info su costi, orari e prenotazioni per visitarla: www.pierodellafrancesca-ticketoffice.it