Gli Affreschi di Cappella Bacci
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito.
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I DIPINTI DI PIERO NARRATI A POPPI
Dagli affreschi di Piero Della Francesca di Cappella Bacci siamo passati bruscamente alle pagine di un manoscritto miniato. Ma quale relazione lega quest'antico libro con i dipinti del Maestro biturgense? La relazione è strettissima!
Si tratta di una delle copie più prestigiose della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, o Varazze. Quell'opera che il pittore illustra con i suoi affreschi nella parte che racconta la Leggenda della Vera Croce. Un manoscritto datato 1323, che precede quindi di circa centoquaranta anni gli affreschi di Piero ed è posteriore di una cinquantina d'anni rispetto la sua scrittura originale del frate domenicano ligure.
Sono vari i motivi per cui si può definire prestigioso questo manoscritto. Prima di tutto la sua datazione, poi l'alto valore artistico delle miniature (anche se il miniatore è ignoto) create utilizzando anche lamine d'oro insieme ai colori, l'alta qualità delle sue pergamene è un altro valore aggiunto. Quest'opera d'arte, perché in fin dei conti di questo trattasi, fu realizzata per la Sacra Biblioteca d'Assisi, e anche questo è un altro "certificato" di alto valore. Oggi è però conservata in un altro luogo, uno dei più prestigiosi della terra d'Arezzo: la Biblioteca Rilliana sita nel Castello dei Conti Guidi di Poppi.
Ma perché questo manoscritto membranaceo su cui è trascritta la Legenda Aurea si trova nella biblioteca antica di questo borgo medievale del Casentino posto a circa trentacinque chilometri dalla Cappella Bacci nella Chiesa di San Francesco di Arezzo?
Fa parte di un nucleo di trenta codici francescani tutti provenienti dal Convento di Assisi che erano entrati in possesso del Conte Fabrizio Rilli Orsini, probabilmente nel momento delle soppressioni napoleoniche degli Ordini e Corporazioni religiose (1810). Alla sua morte il conte, con preciso testamento, lasciò la sua grande biblioteca e collezione di libri alla comunità di Poppi. Per questo motivo la biblioteca che andò a costituirsi nelle sale del castello prese il nome di Rilliana.
Si tratta di una delle copie più prestigiose della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, o Varazze. Quell'opera che il pittore illustra con i suoi affreschi nella parte che racconta la Leggenda della Vera Croce. Un manoscritto datato 1323, che precede quindi di circa centoquaranta anni gli affreschi di Piero ed è posteriore di una cinquantina d'anni rispetto la sua scrittura originale del frate domenicano ligure.
Sono vari i motivi per cui si può definire prestigioso questo manoscritto. Prima di tutto la sua datazione, poi l'alto valore artistico delle miniature (anche se il miniatore è ignoto) create utilizzando anche lamine d'oro insieme ai colori, l'alta qualità delle sue pergamene è un altro valore aggiunto. Quest'opera d'arte, perché in fin dei conti di questo trattasi, fu realizzata per la Sacra Biblioteca d'Assisi, e anche questo è un altro "certificato" di alto valore. Oggi è però conservata in un altro luogo, uno dei più prestigiosi della terra d'Arezzo: la Biblioteca Rilliana sita nel Castello dei Conti Guidi di Poppi.
Ma perché questo manoscritto membranaceo su cui è trascritta la Legenda Aurea si trova nella biblioteca antica di questo borgo medievale del Casentino posto a circa trentacinque chilometri dalla Cappella Bacci nella Chiesa di San Francesco di Arezzo?
Fa parte di un nucleo di trenta codici francescani tutti provenienti dal Convento di Assisi che erano entrati in possesso del Conte Fabrizio Rilli Orsini, probabilmente nel momento delle soppressioni napoleoniche degli Ordini e Corporazioni religiose (1810). Alla sua morte il conte, con preciso testamento, lasciò la sua grande biblioteca e collezione di libri alla comunità di Poppi. Per questo motivo la biblioteca che andò a costituirsi nelle sale del castello prese il nome di Rilliana.