Pieve di San Martino a Vado a Strada
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
RIPORTATA ALL'ORIGINE
Questa vista laterale della Pieve di Strada consente di fare varie considerazioni architettoniche storiche su questa chiesa romanica casentinese.
Le quattro monofore che vediamo in alto, nella parete della navata centrale, nel grosso intervento strutturale sulla pieve del Settecento furono tamponate e sostituite con tre grandi finestre che consentissero una maggiore illuminazione della chiesa (solito discorso vale per le quattro monofore sul muro opposto della navata). La situazione originaria fu ripristinata dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Arezzo negli anni Sessanta del secolo scorso. Le finestre settecentesche corrispondevano alle tre intonacature che vediamo evidenti sul muro.
Le monofore in basso, sul muro della navata sinistra, non furono tamponate, ma vennero praticamente ricostruite nell'intervento di restauro del secolo scorso. Nell'intervento strutturale del Settecento furono anche tamponati i sette oculi che vediamo appena sotto la gronda, poi riaperti dalla Sovrintendenza di Arezzo. Questi oculi non avevano funzioni pratiche, troppo piccoli per dare luce alla chiesa. Erano una sorta di firma ed elemento simbolico che le maestranze (in questo caso lombarde) lasciarono in questa chiesa. Sette non fu certamente un numero casuale, sette + sette sono le colonne interne alla chiesa, sette + sette sono le arcate. Un numero biblico sempre presente in questi elementi architettonici delle pievi romaniche casentinesi e non solo.
Le quattro monofore che vediamo in alto, nella parete della navata centrale, nel grosso intervento strutturale sulla pieve del Settecento furono tamponate e sostituite con tre grandi finestre che consentissero una maggiore illuminazione della chiesa (solito discorso vale per le quattro monofore sul muro opposto della navata). La situazione originaria fu ripristinata dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali di Arezzo negli anni Sessanta del secolo scorso. Le finestre settecentesche corrispondevano alle tre intonacature che vediamo evidenti sul muro.
Le monofore in basso, sul muro della navata sinistra, non furono tamponate, ma vennero praticamente ricostruite nell'intervento di restauro del secolo scorso. Nell'intervento strutturale del Settecento furono anche tamponati i sette oculi che vediamo appena sotto la gronda, poi riaperti dalla Sovrintendenza di Arezzo. Questi oculi non avevano funzioni pratiche, troppo piccoli per dare luce alla chiesa. Erano una sorta di firma ed elemento simbolico che le maestranze (in questo caso lombarde) lasciarono in questa chiesa. Sette non fu certamente un numero casuale, sette + sette sono le colonne interne alla chiesa, sette + sette sono le arcate. Un numero biblico sempre presente in questi elementi architettonici delle pievi romaniche casentinesi e non solo.