Poppi
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
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DA AGOSTINIANE A CAMALDOLESI
Su Via Morandini di apre un grande portone che immette nel cortile (nella foto) del Monastero delle Monache Camaldolesi di clausura di Poppi dove si affaccia la piccola ma elegante chiesa dedicata alla S.S. Annunziata.
Era il 1563 quando Dianora Paolozzi, ricca nobildonna di Poppi aderì alla regola agostiniana insieme a dodici compagne. Dianora mise a disposizione un'ingente somma di denaro con il quale si inizio a costruire il monastero che fu ultimato nel 1565 e dedicato alla S.S Trinità. Due anni dopo le donne ebbero l'abito monacale e il loro compito primario fu quello di educare le fanciulle povere.
Fin dalla fondazione questo luogo ebbe grande lustro, qui lasciarono le loro opere importanti artisti come Francesco Morandini, Jacopo Ligozzi, Taddeo Curradi, Giovanni Bizzelli e altri. Queste opere impreziosiscono ancor oggi sia le stanze del monastero (non visitabile), sia la chiesa che vediamo nella foto, anche questa mal visitabile perché aperta generalmente solo per le funzioni religiose. Nelle pagine seguenti possiamo vedere tre opere di tipologia molto diversa presenti in questa chiesa.
Dagli ultimi decenni del XIX secolo questa famiglia di agostiniane trovò sempre meno adesioni fino a rimanere in tre nel 1911, furono così invitate a far parte della comunità religiosa alcune monache camaldolesi del Monastero di Arezzo. Di lì a poco tempo le camaldolesi andarono a sostituire completamente le agostiniane. Tutt'oggi queste suore, seppur in numero ridottissimo, abitano e si prendono cura di questo grande e prestigioso luogo.
Era il 1563 quando Dianora Paolozzi, ricca nobildonna di Poppi aderì alla regola agostiniana insieme a dodici compagne. Dianora mise a disposizione un'ingente somma di denaro con il quale si inizio a costruire il monastero che fu ultimato nel 1565 e dedicato alla S.S Trinità. Due anni dopo le donne ebbero l'abito monacale e il loro compito primario fu quello di educare le fanciulle povere.
Fin dalla fondazione questo luogo ebbe grande lustro, qui lasciarono le loro opere importanti artisti come Francesco Morandini, Jacopo Ligozzi, Taddeo Curradi, Giovanni Bizzelli e altri. Queste opere impreziosiscono ancor oggi sia le stanze del monastero (non visitabile), sia la chiesa che vediamo nella foto, anche questa mal visitabile perché aperta generalmente solo per le funzioni religiose. Nelle pagine seguenti possiamo vedere tre opere di tipologia molto diversa presenti in questa chiesa.
Dagli ultimi decenni del XIX secolo questa famiglia di agostiniane trovò sempre meno adesioni fino a rimanere in tre nel 1911, furono così invitate a far parte della comunità religiosa alcune monache camaldolesi del Monastero di Arezzo. Di lì a poco tempo le camaldolesi andarono a sostituire completamente le agostiniane. Tutt'oggi queste suore, seppur in numero ridottissimo, abitano e si prendono cura di questo grande e prestigioso luogo.