Pratomagno
tra Casentino e Valdarno, due valli che puoi conoscere in ogni loro dettaglio con questo sito
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UN ANTICO VALICO SULLA MONTAGNA
Procedendo verso sud dall'Uomo di Sasso una costante discesa ci porta verso il Varco di Gastra, l'avvallamento sul crinale che vediamo in questa foto. Insieme al Varco di Reggello e al Varco della Vetrice rappresentava uno dei principali passaggi sul Massiccio del Pratomagno. In uso fin dal medioevo, o forse prima, il Varco di Gastra ha messo in comunicazione Casentino e Valdarno fino all'avvento dei mezzi motorizzati e alla costruzione di strade idonee a questi. In particolare collegava le zone di Castel San Niccolò, Cetica, Bagni di Cetica nel versante casentinese con la zona di Pian di Scò sul versante valdarnese. Non di meno metteva in collegamento due importanti "consorelle" del medioevo: le stupende e simili pievi romaniche di San Martino a Vado a Strada in Casentino e quella di Santa Maria a Scò in Valdarno.
Quest'ultima rimase sotto la giurisdizione dei monaci di Badia Santa Trinita (sulle pendici sud del Pratomagno, quelle discendenti verso Arezzo) dal 1008 alla metà del XII secolo. Questa nota vuol dare un'idea sulla viabilità esistente sulla montagna. Il collegamento più veloce tra questi due luoghi si trovava certamente nel Pratomagno. Da Badia Santa Trinita in circa quattro chilometri si raggiungeva l'attuale Monte Lori, da qui con undici chilometri sul crinale si arrivava al Varco di Gastra, da questo si scendeva per circa sette chilometri per arrivare alla Pieve di Scò. Tale percorso di discesa dal crinale a Scò è in buona parte ricalcato oggi dal percorso CAI 19.
Quest'ultima rimase sotto la giurisdizione dei monaci di Badia Santa Trinita (sulle pendici sud del Pratomagno, quelle discendenti verso Arezzo) dal 1008 alla metà del XII secolo. Questa nota vuol dare un'idea sulla viabilità esistente sulla montagna. Il collegamento più veloce tra questi due luoghi si trovava certamente nel Pratomagno. Da Badia Santa Trinita in circa quattro chilometri si raggiungeva l'attuale Monte Lori, da qui con undici chilometri sul crinale si arrivava al Varco di Gastra, da questo si scendeva per circa sette chilometri per arrivare alla Pieve di Scò. Tale percorso di discesa dal crinale a Scò è in buona parte ricalcato oggi dal percorso CAI 19.