Gli abitanti di Pian di Scò, paese del Valdarno posto lungo la Strada Setteponti, hanno “adottato” l’anno 1008 come momento di fondazione della loro bella pieve romanica. In realtà la Pieve di Santa Maria a Scò è sicuramente più antica, del 1008 è infatti un documento che ricorda la donazione della chiesa da parte degli Ubertini all’Abbazia di Santa Trinita in Alpe fondata attorno al 960 sulle pendici sud del Pratomagno, in una zona a cavallo tra Casentino e Valdarno. (Gli affascinanti ruderi di questa che per qualche secolo fu una potente abbazia sono ancora ben visibili).
Con reiterati decreti papali, a metà XII secolo la Pieve di Santa Maria entra sotto la giurisdizione dei Vescovi di Fiesole, una situazione che di fatto si è poi mantenuta per sempre perché ad oggi il territorio di Pian di Scò fa parte della Diocesi di Fiesole.
Come tutte le pievi di periodo medievale, anche la Pieve di Scò si trovava lungo una viabilità importante. Da qui passava la romana Cassia Vetus, che a poca distanza dalla chiesa incrociava una via che saliva verso il Pratomagno e attraverso il Valico di Gastra collegava il Valdarno con il Casentino.
Per tre secoli alla Pieve di Scò, che deteneva il fonte battesimale della zona, furono assoggettate tante chiese del circondario, un documento del 1259 ne menziona ben quattordici.
La Pieve di Santa Maria perse una buona parte del suo “potere” quando, ad inizio Trecento, la Repubblica Fiorentina fondò per un miglior controllo sul Valdarno le “Terre Nuove”. Una di queste fu Castelfranco di Sopra, vicinissima a Pian di Scò.
Nel corso dei secoli la Pieve di Santa Maria a Scò non ha subito particolari rifacimenti architettonici che ne hanno stravolto l’aspetto, così oggi, dopo un attento restauro effettuato a fine anni Sessanta del secolo scorso, la chiesa si mostra in un aspetto certamente molto vicino al quello originale. Un’architettura romanica essenziale ed austera tipica di tutte le altre chiese in questo stile presenti in Valdarno e nel Casentino, due valli separate e unite dal massiccio del Pratomagno. L’interno è quello classico romanico, a tre navate divise da colonne e pilastri. Due singolari particolarità caratterizzano l’interno di questa chiesa: il pavimento è in salita e la zona del presbiterio è più alta di settanta centimetri rispetto alla porta d’accesso, la chiesa nel lunghi secoli senza giornali, radio, televisione ed internet a funto da stazione meteo per gli abitanti della zona. Le immagini e relative descrizioni di questa galleria mostreranno questa curiosa particolarità, ma essenzialmente presenteranno gli interessanti aspetti architettonici ed artistici di questa pieve in terra valdarnese.
Alcune notizie sulla Pieve di Scò riportate nei testi di questa sezione mi sono state riferitete verbalmente dal sig. Romano Bruschetini. Altre sono state riprese dalla piccola guida alla pieve sempre da lui scritta. A Bruschetini va il mio personale ringraziamento, ma penso di doverlo ringraziare anche a nome di tutti gli abitanti della zona di Pian di Scò per la dedizione e l’amore che dedica alla Pieve di santa Maria e al territorio circostante.
Alessandro Ferrini