La parola “Pieve” deriva dal termine latino “plebs” (popolo) o dal suo genitivo “plebis” (del popolo). Questo rende chiaro la destinazione di questi sacri edifici nel medioevo: le pievi erano le chiese per il popolo. Erano per questo edificate fuori dai castelli, spesso in campagna, sempre nei pressi di importanti direttrici perché destinate anche ad un “popolo di passaggio” come pellegrini, viandanti, mercanti e anche soldati durante i loro spostamenti. La pieve possedeva un non indifferente privilegio: quello di avere il fonte battesimale. Questo faceva si che alla pieve fossero assoggettate le altre chiese nei dintorni senza fonte battesimale.
Un’importante direttrice medievale nella Toscana orientale era la Cassia Vetus, strada di epoca romana che collegava Arezzo con Fiesole. Lungo questa via, oggi ricalcata dalla Strada Setteponti del Valdarno, si trovavano, e si trovano, importanti e belle pievi romaniche, nonché un’abbazia a Castelfranco di Sopra: Badia a Soffena.
Se il “7” (numero biblico) è spesso ricorrente nelle pievi romaniche (classiche le sette arcate tra le tre navate) in questa sezione saranno illustrate sette pievi romaniche del Valdarno. Cinque di queste si trovano lungo, o nei pressi, della Strada Setteponti. Da Arezzo in direzione Fiesole sono: la Pieve di San Giustino Valdarno, La Pieve di San Pietro a Gropina nei pressi di Loro Ciuffenna, la Pieve di Santa Maria a Scò, la Pieve di San Pietro e Paolo a Cascia di Reggello e La Pieve di San Pietro a Pitiana nei pressi di Donnini. Altre due belle chiese romaniche fuori dalla direttrice Setteponti, ma velocemente raggiungibili da quella di Pitiana sono la Pieve di San Leonino a Rignano sull’Arno e quella di San Romolo a Gaville nelle vicinanze di Figline Valdarno.
In questa sezione saranno presentate, anche se non appartenenti alle pievi romaniche, altre chiese del Valdarno e la relativa l’arte in esse conservata.