Raggiolo
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Italiano
UN CRISTO NUDO
Testo di Francesco Traversi, storico dell'arte.
Dietro l'altare si trova un piccolo Crocifisso ligneo policromo chiuso in una teca di vetro con la parete possteriore a specchio così da poter vedere anche il tergo della scultura. Già conservato nella sacrestia il Crocifisso è stato restaurato e "riscoperto" in tempi recenti (2013).
Non si conoscono al momento né l'autore né l'anno di esecuzione dell'opera, ma certamente va inserita nel contesto rinascimentale della copiosa produzione di crocifissi lignei, soprattutto per quel che riguarda gli esemplari di piccolo formato: essa prese campo sul finire del Quattrocento quando, in seguito alle prediche del frate ferrarese Girolamo Savonarola - che proclamò Cristo re di Firenze - si diffuse capillarmente la richiesta di croci "portatili", atte ad essere venerate in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento.
Il nostro intaglio casentinese, può darsi che una volta fosse collocato su di una croce processionale, sulla cima di un ciborio, o ancora facesse parte di un piccolo altarolo. L'indagata struttura anatomica, e l'espressione di sereno abbandono dipinta sul volto del Nazareno, evidenziano, se non l'appartenenza del nostro anonimo intagliatore ad essa, quantomeno l'influenza che su di lui ebbe la cultura artistica - e filosofica - fiorentina. L'odierno aspetto di integrale nudità del Cristo non corrisponde a quello originario, poiché all'altezza della vita vi era certamente applicato un perizoma in stoffa gessata e dipinta.
Probabilmente il maestro che realizzò questo Crocifisso andrà individuato nel panorama artistico dell'Arezzo del primo quarto del Cinquecento: recentemente è stato ricondotto con cautela alla tipologia della famiglia di crocifissi che derivano dal prototipo michelangiolesco oggi custodito al Museo del Bargello di Firenze (G. Gentilini , Quell'amor divino c'aperse, a prender noi, 'n croce le braccia". Crocifissi e Crocifissioni di Michelangelo Buonarroti, in 1564/2014. Michelangelo: incontrare un artista universale, catalogo della mostra, Roma, Musei Capitolini 2014, nota 92) conosciuto anche col nome di Crocifisso Gallino.
Francesco Traversi
Dietro l'altare si trova un piccolo Crocifisso ligneo policromo chiuso in una teca di vetro con la parete possteriore a specchio così da poter vedere anche il tergo della scultura. Già conservato nella sacrestia il Crocifisso è stato restaurato e "riscoperto" in tempi recenti (2013).
Non si conoscono al momento né l'autore né l'anno di esecuzione dell'opera, ma certamente va inserita nel contesto rinascimentale della copiosa produzione di crocifissi lignei, soprattutto per quel che riguarda gli esemplari di piccolo formato: essa prese campo sul finire del Quattrocento quando, in seguito alle prediche del frate ferrarese Girolamo Savonarola - che proclamò Cristo re di Firenze - si diffuse capillarmente la richiesta di croci "portatili", atte ad essere venerate in qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento.
Il nostro intaglio casentinese, può darsi che una volta fosse collocato su di una croce processionale, sulla cima di un ciborio, o ancora facesse parte di un piccolo altarolo. L'indagata struttura anatomica, e l'espressione di sereno abbandono dipinta sul volto del Nazareno, evidenziano, se non l'appartenenza del nostro anonimo intagliatore ad essa, quantomeno l'influenza che su di lui ebbe la cultura artistica - e filosofica - fiorentina. L'odierno aspetto di integrale nudità del Cristo non corrisponde a quello originario, poiché all'altezza della vita vi era certamente applicato un perizoma in stoffa gessata e dipinta.
Probabilmente il maestro che realizzò questo Crocifisso andrà individuato nel panorama artistico dell'Arezzo del primo quarto del Cinquecento: recentemente è stato ricondotto con cautela alla tipologia della famiglia di crocifissi che derivano dal prototipo michelangiolesco oggi custodito al Museo del Bargello di Firenze (G. Gentilini , Quell'amor divino c'aperse, a prender noi, 'n croce le braccia". Crocifissi e Crocifissioni di Michelangelo Buonarroti, in 1564/2014. Michelangelo: incontrare un artista universale, catalogo della mostra, Roma, Musei Capitolini 2014, nota 92) conosciuto anche col nome di Crocifisso Gallino.
Francesco Traversi