Raggiolo
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
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BORGHI ORDINATI IN TUTTO IL PAESE
Scorcio sul borgo principale di Raggiolo.
Nel paese troviamo molti pannelli come quello che vediamo a destra che ci parlano della storia e delle tradizioni del luogo. Quello che vediamo in questa foto ci ricorda il forte legame tra Raggiolo e i corsi. Che la razza Corsa sia presente a Raggiolo è cosa certa, non chiaro è come si sia introdotta in questo luogo. La tesi più seguita, ma non avvalorata da documenti storici, è che nel XVI secolo, quando il luogo era pressoché inesistente dopo la distruzione del Castello del 1440 da parte di Niccolò Piccinino, Il Granducato di Toscana al fine di ripopolare e ricostruire il luogo vi abbia immesso una colonia di Corsi.
Riportiamo di seguito quanto testualmente scritto nel pannello.
Gli abitanti di Raggiolo, che un'antica e costante tradizione fa derivare dalla Corsica, e col soprannome di Corsi sono effettivamente chiamati, conservano tuttora il carattere fiero e bellicoso dei loro antenati…
Fa molto onore a Raggiolo lo stato dell'istruzione de' suoi abitanti. Quasi tutti, meno pochissimi adulti, sanno leggere e scrivere.
…I raggiolatti sono altresì molto loquaci, pronti alla parola, pieni di acume e di spirito. Raccontasi a tale proposito il seguente curioso aneddoto.
Una povera vecchia di Raggiolo, chiamata Ciampicona, non potendo ottenere dal vicario di Poppi una sentenza definitiva in una certa sua lite pendente da molto tempo… pensò di andare in persona a Firenze per richiamarsi direttamente alla giustizia del Granduca, ch'era allora Ferdinando III. Così pertanto fece; ed espose essa con singolare chia- rezza e viva- cità le sue buone ragioni al Granduca, questi rimasto persuaso del buon diritto di lei, la rassicurò e le disse di tornarsene a casa promettendole che innanzi vi fosse giunta il Vicario di Poppi le avrebbe reso giustizia. Ma l'arguta donna che avrebbe voluto le fosse fatta ragione sul momento, non parve rassicurata gran fatto dell'ottenuta promessa, tantoché nell'accomiatarsi al Granduca, gli disse: Badi Altezza di non mi fare berlicche e berlocche!
-E che cosa intende dire con questo?- chiese ridendo il Granduca. Rispose la donna - Intendo dire che la giustizia dei poveri è come le corna dei ricchi, non si trovano mai!
Questo brano è tratto dalla Guida del Casentino del 1908 di Carlo Beni.
Nel paese troviamo molti pannelli come quello che vediamo a destra che ci parlano della storia e delle tradizioni del luogo. Quello che vediamo in questa foto ci ricorda il forte legame tra Raggiolo e i corsi. Che la razza Corsa sia presente a Raggiolo è cosa certa, non chiaro è come si sia introdotta in questo luogo. La tesi più seguita, ma non avvalorata da documenti storici, è che nel XVI secolo, quando il luogo era pressoché inesistente dopo la distruzione del Castello del 1440 da parte di Niccolò Piccinino, Il Granducato di Toscana al fine di ripopolare e ricostruire il luogo vi abbia immesso una colonia di Corsi.
Riportiamo di seguito quanto testualmente scritto nel pannello.
Gli abitanti di Raggiolo, che un'antica e costante tradizione fa derivare dalla Corsica, e col soprannome di Corsi sono effettivamente chiamati, conservano tuttora il carattere fiero e bellicoso dei loro antenati…
Fa molto onore a Raggiolo lo stato dell'istruzione de' suoi abitanti. Quasi tutti, meno pochissimi adulti, sanno leggere e scrivere.
…I raggiolatti sono altresì molto loquaci, pronti alla parola, pieni di acume e di spirito. Raccontasi a tale proposito il seguente curioso aneddoto.
Una povera vecchia di Raggiolo, chiamata Ciampicona, non potendo ottenere dal vicario di Poppi una sentenza definitiva in una certa sua lite pendente da molto tempo… pensò di andare in persona a Firenze per richiamarsi direttamente alla giustizia del Granduca, ch'era allora Ferdinando III. Così pertanto fece; ed espose essa con singolare chia- rezza e viva- cità le sue buone ragioni al Granduca, questi rimasto persuaso del buon diritto di lei, la rassicurò e le disse di tornarsene a casa promettendole che innanzi vi fosse giunta il Vicario di Poppi le avrebbe reso giustizia. Ma l'arguta donna che avrebbe voluto le fosse fatta ragione sul momento, non parve rassicurata gran fatto dell'ottenuta promessa, tantoché nell'accomiatarsi al Granduca, gli disse: Badi Altezza di non mi fare berlicche e berlocche!
-E che cosa intende dire con questo?- chiese ridendo il Granduca. Rispose la donna - Intendo dire che la giustizia dei poveri è come le corna dei ricchi, non si trovano mai!
Questo brano è tratto dalla Guida del Casentino del 1908 di Carlo Beni.