Dal piccolo borgo di Capraia a Santa Trinita
Il sentiero da Capraia a Badia Santa Trinita e possibile ritorno su due percorsi diversi
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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All’Abbazia di Santa Trinita dal caratteristico borgo di Capraia
In questa sezione web descriviamo due itinerari che hanno partenza e arrivo a Capraia, piccolo borgo nel Comune di Talla a 638 metri di quota. Entrambi i percorsi hanno una lunghezza di circa 10,5 chilometri e, seguendo inizialmente il CAI 32, in 4,5 raggiungono i ruderi dell’Abbazia di Santa Trinita in Alpe (952 m). Da qui il primo percorso si dirige a Fonte Cavallari e poi scende al Ponte di Sasso da dove risale a Capraia su un ripido sentiero. Il secondo itinerario da Santa Trinita sale al Passo alla Forca dove entra su una strada forestale che si dirige a Faltona. Dopo un chilometro lascia questa strada per prenderne un’altra che scende a Capraia. I due itinerari hanno una variazione altimetrica totale quasi uguale. Il primo è di 900 metri, il secondo di 950. Entrambi sono da considerarsi d’impegno fisico medio. Quale scegliere tra i due? Il primo ci farà camminare dentro boschi più belli, in particolare castagneti dove vedremo piante secolari. Attraverseremo alcuni corsi d’acqua, l’ultimo dei quali su un ponte medievale. Il secondo itinerario, invece, salendo più in alto ci mostrerà ampi panorami, su Arezzo e verso il Casentino. Capraia dista sei chilometri da Talla. È la stessa strada per Pontenano e dopo quattro chilometri, però, (cinquecento metri prima di Pieve Pontenano) dobbiamo voltare a destra. Il piccolo borgo si trova arroccato sugli scogli di una rupe quasi a picco sul sottostante torrente. Il perimetro del paese corrisponde alle mura esterne di quello che fu il Castello di Capraia distrutto nel 1502 dalle truppe di Vitellozzo Vitelli, Signore di Città di Castello e capitano di ventura. Probabilmente Capraia iniziò a rinascere come paese dopo un secolo, ma non ci sono documenti che attestino ciò. L’area “edificabile” era delimitata dalle mura esterne del castello medievale. Per avere più spazio possibile destinato alle abitazioni, i vicoli interni dovevano essere stretti, esattamente come si presentano oggi. Per queste sue caratteristiche il piccolo borgo di Capraia è considerato la “gemma architettonica” del Comune di Talla. In certi punti del paese vediamo chiaramente come le mura delle attuali case hanno come base quelle dell’antico castello. Nella parte più bassa del borgo vi è la testimonianza più evidente del Castello di Capraia: una sorta di torre semicircolare addossata a un edificio, in loco la zona è chiamata “Le Mura”. Camminando dentro il paese notiamo quanto le case sia curate, nonostante oggi ci siano solo una decina di residenti stabili (da un censimento del 1833 risultavano 186 abitanti). Passiamo davanti al “forno del popolo”, veniva acceso una volta alla settimana e si cuoceva il pane per tutta la comunità. La nostra attenzione è attratta da delle mensole realizzate con lastre di pietra e poste accanto alle finestre di alcuni edifici. Il primo pensiero è che servissero come appoggio per vasi di fiori. Non esattamente, vi si teneva il vaso da notte! Pur essendo un piccolo borgo, Capraia ha un interessante aspetto artistico. Nella chiesa dedicata a Santa Maria è conservata una pregevole Madonna con Bambino in terracotta policroma databile fine XV secolo. L’opera apparteneva a Badia Santa Trinita, non si conosce il momento in cui fu spostata a Capraia, si presuppone nel XVII secolo quando l’abbazia era già in fase di decadenza. A questa Madonna sono legati un fatto tragico e una leggenda di cui parliamo alle pagine 83 e 88 della sequenza. Iniziamo la nostra escursione dalla piazza esterna a Capraia, dove c’è il parcheggio auto. Ci dirigiamo sul CAI 32, alla nostra destra osservando il paese. Da qui ritorneremo se faremo il percorso che passa da Fonte Cavallari e dal Ponte di Sasso, mentre arriveremo dalla strada che scende alle nostre spalle se passeremo dal Passo alla Forca. In duecento metri quasi pianeggianti raggiungiamo il piccolo cimitero di Capraia. Il CAI 32 che conduce a Santa Trinita prosegue alla destra di questo. Andando a sinistra, e dopo cinquanta metri ancora a sinistra, in cinquecento metri scenderemo al Ponte di Sasso. Per qualche centinaio di metri il CAI 32 sale leggermente e scorre tra piccoli campi ormai nascosti dalla vegetazione, veri e propri fazzoletti di terra dove per qualche secolo gli abitanti di Capraia hanno coltivato prodotti indispensabili nella loro economia familiare. Ad un tornante a destra, il percorso s’addentra nel bosco vero e proprio e inizia a salire in modo più deciso. Il CAI 32 è divenuto un sentiero, in certi tratti è anche selciato perché doveva consentire il passaggio, anche con terreno bagnato, ad animali come asini e muli per portare a Capraia legna e carbone. La vegetazione che incontreremo è quella adatta ad un terreno sassoso ed arido, troveremo qualche castagno all’inizio, ma in prevalenza quercia e molti cespugli. D'altronde siamo sulle ripidi e scogliose pendici di un monte rivolte verso sud-ovest, un luogo da capre, come ci dice chiaramente il toponimo, non adatto alle pecore che invece hanno bisogno di spazi più pianeggianti ed erbosi per pascolare. Queste considerazioni fanno intuire che il percorso non è consigliabile nelle ore centrali di giornate estive. Dopo un paio di chilometri da Capraia attraverseremo una zona quasi priva di vegetazione di alto fusto dove cammineremo tra cespugli e su spettacolari scogli (tratto assolutamente non fastidioso per chi soffre di vertigini). Ci troviamo sulle così dette “Coste del Picchio” (pagine 25 e 26 della sequenza) che offrono ampi panorami verso il Pratomagno, sul fondovalle e sulla montagna di fronte, molto più fresca e con vegetazione costituita da rigogliosi boschi di castagno, faggio e abete. Vi passeremo tra qualche chilometro. Superate le “Coste del Picchio” rientriamo nel bosco e quindi attraverseremo una fitta abetina al termine della quale troviamo la “Fonte della Badia”. Qualche metro più avanti il CAI 32 incrocia il CAI 44 che a destra sale verso il Passo alla Forca (percorso che descriviamo per ultimo), a sinistra raggiunge in poche decine di metri i ruderi di Santa Trinita e in un paio di chilometri Fonte Cavallari. Ora andiamo in questa direzione. Giungiamo all’antica abbazia dalla sua parte posteriore, così ci troviamo accanto all’abside, elemento architettonico quasi completamente ricostruito nel corso di un grosso lavoro di recupero del complesso religioso effettuato nel 1970. Ci portiamo sulla parte anteriore dell’edificio da dove ci rendiamo conto della grandezza di questa chiesa con tre navate e pianta a croce latina. Fu fondata attorno al 960 da due monaci tedeschi, Pietro ed Eriprando, si dice per volere diretto di Ottone I di Sassonia. Molte più notizie su questo luogo sono riportate nell’itinerario che arriva qui da Pontenano. Proseguiamo su CAI 44 che in duecento metri scende al piccolo ponte di legno che ci fa attraversare il Fosso della Badia. Dalla fonte di Santa Trinita a qui abbiamo camminato sui percorsi CAI 32 e 44 che scorrono sovrapposti. Venti metri dopo il ponte, il primo continua dritto, salendo. Noi voltiamo a sinistra seguendo il CAI 44 che s’addentra nella Selva della Badia, un rigoglioso castagneto che per secoli è stato sinonimo di alimentazione per coloro che abitavano alla Badia. Oggi i castagni secolari di questo bosco sono quasi scomparsi, vi troviamo alcuni faggi e abeti particolarmente maestosi. In cinquecento metri giungiamo al Fosso della Specchiana. Prima di attraversarlo possiamo discenderlo una trentina di metri (se ce la sentiamo e il terremo non è troppo bagnato) lungo la sua sponda sinistra. Ammireremo lo stupendo lastricato su cui scorre il corso d’acqua. Attraversato il fosso, invece, possiamo andare per cinquanta metri sulla strada a destra. Troveremo una piccola cascata, ma molto coreografica per i movimenti dell’acqua sulle rocce. Tornati sul CAI 44 cammineremo per circa un chilometro prima di arrivare ad una sbarra che chiude la strada forestale ai mezzi motorizzati provenienti da Pontenano. Oltre la sbarra, inizia sopra la strada (centocinquanta metri più avanti anche sotto la strada) una stupenda selva di castagno, anche con qualche faggio, che ci accompagnerà fino a Fonte Cavallari (circa settecento metri), luogo inconfondibile per la presenza di due edifici. Di fronte alla strada a destra che sale ad una casa, lasciamo il CAI 44, che prosegue per Pontenano, per imboccare, a sinistra, una pista forestale che per qualche decina di metri scende in modo abbastanza ripido. Un bellissimo bosco di castagno continua ad accompagnare il nostro cammino. Fatti 450 metri la strada forestale si sdoppia (più avanti si riunisce). Noi andiamo a destra seguendo il percorso più pianeggiante. Entreremo in un castagneto dove sono ancora presenti piante secolari che non potremo fare a meno di soffermarci ad ammirarne la maestosità. Le piste forestali si riuniscono e poco più in basso arriviamo ad uno spiazzo con un incrocio. Noi continuiamo tenendo la destra. Dopo un paio di chilometri su questa strada che ci ha fatto attraversare il Fosso del Pratolino e il Fosso del Vado, trenta metri prima del Fosso di Carbonaia, dobbiamo imboccare una pista forestale a sinistra. Questa in cinquecento metri arriva ad un incrocio dove dobbiamo proseguire a sinistra. In duecento metri arriviamo al Ponte di Sasso, una struttura ad arco a tutto sesto di origine medievale che ci fa oltrepassare il Torrente Capraia, continuazione del Fosso della Badia. Un corso d’acqua che nei trecento metri a monte del ponte ci mostra una stupenda conformazione: vi sono vere e proprie piscine naturali tra scogli dalle forme più particolari. Oltre il ponte, il nostro percorso inizia a salire su un ripido sentiero tra le rocce, in certi punti è ancora presente l’antico selciato. Più in alto entriamo, voltando a sinistra, su un percorso meno ripido che in qualche minuto ci conduce al piccolo cimitero di Capraia, altri duecento metri e saremo al paese. Ora descriviamo il secondo percorso di ritorno da Santa Trinita a Capraia. Siamo nuovamente alla Fonte della Badia, ma questa volta, dopo aver visto l’abbazia, seguiamo il CAI 44 verso Passo alla Forca (1065 metri) che raggiungiamo in settecento metri su un sentiero stretto e ripido, specialmente all’inizio. A Passo alla Forca il CAI 44 s’immette sul CAI 40 che coincide ad una strada forestale che scorre sul crinale di questo monte. Noi dobbiamo andare a destra verso Faltona e Capraia, ma prima facciamo trecento metri a sinistra. Sono sufficienti per salire un po’ di quota e da una curva a destra con fondo cementato potremo goderci un bellissimo panorama su Arezzo e sul territorio circostante la città. Tornati a Passo alla Forca proseguiamo sul CAI 40. Fatti duecento metri, in prossimità di Poggio Gangari, avremo ampi panorami verso il Casentino, con il crinale appenninico e l’inconfondibile Monte della Verna che segnano l’orizzonte. Poco più avanti troviamo, lungo la strada, un’edicola religiosa, ne parliamo a pagina 88 della sequenza. Ancora qualche centinaio di metri e arriviamo a un bivio. Il CAI 44 si tiene a sinistra per dirigersi verso Castelnuovo di Faltona. Noi voltiamo a destra, in discesa, sempre su una strada forestale aperta ai veicoli motorizzati che in poco più di quattro chilometri ci riporta a Capraia. Dopo duecento metri arriviamo a un bivio dove andiamo a destra. Questo percorso scorre dentro boschi di pino, castagno, quercia e altre specie arboree. La fitta vegetazione non consente di avere particolari panorami. Seicento metri prima di Capraia troviamo un altro bivio. La strada a sinistra, che sale, conduce a Faltona, noi continuiamo a scendere e in pochi minuti saremo tornati al punto di partenza della nostra escursione.