Carda
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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Carda, un luogo dalla storia importante, ma poco conosciuta
Carda è una piccola frazione montana del Comune di Castel Focognano posta sulle pendici del Pratomagno a quasi settecento metri di quota. Per raggiungere questo borgo a Rassina bisogna deviare verso Talla, dopo circa cinquecento metri, all’altezza di Pieve a Socana si deve voltare a destra. Da qui Carda dista quattordici chilometri, dopo quattro chilometri attraverseremo Castel Focognano, l’antico castello che da il nome al territorio comunale che stiamo visitando, questo borgo merita senza dubbio una sosta per una visita.
Vista da lontano Carda ci sembrerà abbarbicata alle pendici del monte, in realtà quando saremo sul posto ci accorgeremo che è posta su una sorta di colle sulla cima del quale si trova la piccola chiesa dedicata alle Sante martiri Flora e Lucilla. Questa intitolazione è importante perché ricorda che questo luogo nel XIII secolo fu un possedimento della Badia di Arezzo la cui chiesa era ed è dedicata a queste sante martiri del III secolo che furono fatte titolari anche della Chiesa di Carda. Alla fine dello stesso secolo il luogo figura proprietà della nobile e potente famiglia aretina degli Ubertini alla quale apparteneva Guglielmino, il noto vescovo condottiero. Per gli aretini Carda era un avamposto verso i Conti Guidi che si trovavano nel Castello di Raggiolo, appena al di là del poggio. Quando a metà Trecento la Repubblica Fiorentina diventa padrona di Raggiolo e della valle del Teggina (che diverrà Valle Fiorentina), per gli aretini a poco senso rimanere a Carda ad aspettare di essere cacciati dai fiorentini, così donano questo luogo ai monaci della vicina Badia di Santa Trinita.
Inizia un legame tra l’abbazia e Carda che continuerà anche quando questo luogo (1380 circa) figurerà nei domini fiorentini e si rafforzerà dopo il 1425 quando Santa Trinita entrerà sotto la giurisdizione dei monaci di Vallombrosa, già da tempo legati a Firenze.
Dare una datazione all’origine di Carda non è cosa facile, la documentazione è scarsa o nulla. Certamente la vicinanza a due paesi come Raggiolo e Quota di origine longobarda può far pensare la stessa cosa per Carda. A rafforzare questa ipotesi è il ritrovamento nel paese di una pietra (parte di un ciborio), oggi esposta nella chiesa, su cui sono scolpiti in stile longobardo due pavoni che si abbeverano sotto una croce (simbolo dell’immortalità). Questo bel lavoro che può essere datato IX/X secolo (di stile longobardo, non di epoca longobarda) è difficile supporre che sia stato portato qui da altro luogo, è quindi probabile sia appartenuto a una chiesa precedente all’attuale. Ma uno stile longobardo presente nella cultura locale induce necessariamente a pensare a un precedente insediamento di questo popolo barbarico che era sempre ben propenso a edificare centri di controllo del territorio e relative torri su ogni punto che riteneva strategico.
Da sempre e fino a pochi decenni fa la popolazione di questo paese ha tratto sostentamento dal taglio del bosco, dalle castagne, dalla pastorizia, da un’agricoltura povera. Oggi le persone qui residenti in modo stanziale sono pochissime, ma d’estate in paese si riempie, non tanto di turisti, ma di persone che ritornano nella casa dei genitori, dei nonni. Gente che ama questo luogo, per questo Carda si presenta ben tenuto e ordinato. I piccoli borghi sono ben lastricati e le case lungo questi sono ben ristrutturate. Per questo è piacevole camminare sui continui saliscendi interni di questo paesino. Così come è piacevole recarsi al torrente tramite una breve passeggiata. Per gli amanti del trekking da Carda partono dei percorsi che portano sul crinale del Pratomagno. Certamente la cosa di maggior interesse di Carda (dal punto di vista culturale) e la chiesa, per la strana architettura dovuta a rifacimenti e ampliamenti, ma principalmente per l’arte presente. In particolare un polittico su fondo oro di Mariotto di Cristofano databile 1425/26 e una Madonna con Bambino a tuttotondo di scuola robbiana attribuita a Santi Buglioni (1520 circa). Queste e le altre opere le possiamo vedere e avere dettagliate descrizioni nella galleria di questa pagina.