LA CATTEDRALE: un bell'esempio di gotico
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
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UNA GRANDE CAPPELLA PER UN EVENTO MIRACOLOSO
Il 15 febbraio 1796 fu un giorno molto particolare per Arezzo. In quel periodo la città viveva nella paura per il susseguirsi da diverso tempo di tante piccole scosse di terremoto.
In una piccola taverna di proprietà dei monaci camaldolesi che si trovava nei pressi di porta San Clemente, vi era appesa una riproduzione della Madonna di Provenzano alquanto annerita dal fumo. La sera del 15 febbraio 1796 degli artigiani si erano recati alla taverna per consumare il solito bicchiere di vino. Nell'occasione si rivolsero a quella modesta Madonna implorandola di far cessare quella triste situazione per la città. Questa perse in un attimo il suo nero fumo e divenne luminosissima, le scosse di terremoto da quel momento cessarono. La notizia si sparse velocemente in tutta la città e per giorni vi fu un continuo pellegrinaggio degli aretini alla locanda per venerare quella umile Madonna.
La notizia giunse anche all'ora Vescovo Niccolò Brancacci che non potette rimanere indifferente di fronte a tale evento. Volle che quella umile riproduzione della Madonna di Provenzano fosse portata in Cattedrale assegnandogli il nome di Madonna del Conforto perché tanto ne aveva dato alla popolazione aretina. A breve si decise che quella madonna avrebbe dovuto avere un prestigioso ambiente interamente dedicato a Lei. Nel 1823 era già completato la grande Cappella della Madonna del Conforto che vediamo in questa foto. Architettonicamente fu neogotica per rispettare lo stile della cattedrale. Per quanto riguarda le decorazioni vi sono presenti vari gusti, come un leggero barocco e il neoclassico. La cappella è molto ricca dal punto di vista artistico, in primis sono da citare alcune belle terrecotte robbiane, poi un monumento funebre al Vescovo Marcacci che volle questa cappella. Artisticamente importanti per gli affreschi presenti sono le volte e la cupola. Questi trattano il Vecchio e Nuovo Testamento.
In una piccola taverna di proprietà dei monaci camaldolesi che si trovava nei pressi di porta San Clemente, vi era appesa una riproduzione della Madonna di Provenzano alquanto annerita dal fumo. La sera del 15 febbraio 1796 degli artigiani si erano recati alla taverna per consumare il solito bicchiere di vino. Nell'occasione si rivolsero a quella modesta Madonna implorandola di far cessare quella triste situazione per la città. Questa perse in un attimo il suo nero fumo e divenne luminosissima, le scosse di terremoto da quel momento cessarono. La notizia si sparse velocemente in tutta la città e per giorni vi fu un continuo pellegrinaggio degli aretini alla locanda per venerare quella umile Madonna.
La notizia giunse anche all'ora Vescovo Niccolò Brancacci che non potette rimanere indifferente di fronte a tale evento. Volle che quella umile riproduzione della Madonna di Provenzano fosse portata in Cattedrale assegnandogli il nome di Madonna del Conforto perché tanto ne aveva dato alla popolazione aretina. A breve si decise che quella madonna avrebbe dovuto avere un prestigioso ambiente interamente dedicato a Lei. Nel 1823 era già completato la grande Cappella della Madonna del Conforto che vediamo in questa foto. Architettonicamente fu neogotica per rispettare lo stile della cattedrale. Per quanto riguarda le decorazioni vi sono presenti vari gusti, come un leggero barocco e il neoclassico. La cappella è molto ricca dal punto di vista artistico, in primis sono da citare alcune belle terrecotte robbiane, poi un monumento funebre al Vescovo Marcacci che volle questa cappella. Artisticamente importanti per gli affreschi presenti sono le volte e la cupola. Questi trattano il Vecchio e Nuovo Testamento.