LIERNA E MOGGIONA. Piccoli borghi
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Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
36 immagini in sequenza con didascalia per un viaggio virtuale nei borghi di Lierna e Moggiona
Lierna, un castello medievale sul torrente Sova
Lierna e Moggiona sono due piacevoli borghi situati nel territorio comunale di Poppi. La loro storia inizia per entrambi nel XII secolo, ma per motivi ben diversi: il primo fu un castello dei Guidi, il secondo fu un abitato di persone dedite al lavoro del bosco per conto dei monaci camaldolesi e rimase legato alla Contea di Camaldoli fino al 1776. Lierna è a poca distanza dall’inizio del Parco Nazionale, Moggiona è il primo paese di quest’area naturale protetta per chi vi arriva da Poppi. Entrambi questi luoghi possono essere inseriti in un itinerario che ci porta a Camaldoli. In questo percorso, con una deviazione di qualche centinaio di metri, è possibile vedere anche la deliziosa e antica chiesa di Agna, un esempio di architettura romanica minore in Casentino. Sulla strada che da Ponte a Poppi porta a Soci, un bivio a sinistra conduce a Lierna. Da qui, poi, utilizzando la Strada del Corniolino, si può salire velocemente all’Eremo e Monastero di Camaldoli. Questo piccolo borgo fu un castello a guardia del sottostante torrente Sova che nel XII secolo figura sotto il dominio dei Guidi. Potere che nel secolo successivo l’Imperatore Federico II conferma a questa potente casata. In seguito Lierna passò sotto il dominio dei Guidi del ramo di Romena. A questi rimase fino al 1367 quando il Conte Brandino, proprietario del Castello di Romena, vendette tutto alla Repubblica Fiorentina. Oggi sono ancora visibili alcune parti dell’antico maniero, ma non è questo il motivo principale per cui Lierna merita una visita. Innanzi tutto prima di giungere al paese avremo begli scorci panoramici sul fondovalle casentinese e sul massiccio del Pratomagno. Lierna ci accoglierà con la sua parte più moderna, comunque gradevole. Conviene lasciare l’auto in questa zona e fare con calma qualche centinaio di metri per goderci le semplici ma interessanti peculiarità architettoniche di questo borgo. Sarà certamente la chiesa, data la sua posizione in cima a una scalinata, a colpire per prima la nostra attenzione. Questa, dedicata a San Michele Arcangelo, ha origini antiche. Nel corso dei secoli è stata oggetto di varie riedificazioni. Relativamente moderno è invece il suo orientamento, invertito rispetto all’origine. Chiaramente moderna è anche la scalinata. Oltrepassata la chiesa, è interessante osservare la sua abside (una volta qui c’era la facciata) incastrata tra altri edifici. Piacevole è il borgo che continua oltre la chiesa, per com’è ordinato e per come sono curate le abitazioni che lo fiancheggiano. Gli edifici posti più in alto nel paese sono un rifacimento del castello. In certi punti sono ancora visibili porzioni di mura dell’antico cassero. Tornando alla chiesa, questa è interessante, non solo per la sua piacevole architettura e la sua posizione rialzata, ma anche per la pregevole arte che è conservata nel suo semplice interno a unica aula. In particolare sono da citare tre oli su tela. Il primo, attribuito al senese Pietro Sorri e databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, ci mostra la Deposizione di Cristo. Nel secondo, riferibile ai primi anni Quaranta del Seicento, il fiorentino Giovanni Bizzelli rappresenta il Martirio di Sant’Agata. La terza opera, realizzata negli anni Quaranta del XVII secolo ancora di un fiorentino, Francesco Curradi, mostra il Sacrificio d’Isacco.