LA PIEVE DI SANTA MARIA
ad Arezzo, città d'arte toscana che puoi conoscere dettagliatamente con questo sito
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UN GRANDE ARTISTA SENESE NELLA PIEVE ARETINA
Sopra l'altare maggiore, nel presbiterio rialzato della Pieve di Arezzo, si trova un'opera di altissimo valore artistico realizzata da un grande pittore della scuola senese del XIV secolo: Pietro Lorenzetti. In realtà, probabilmente proprio per il grande valore di questo dipinto, per l'impossibilità d'inserirlo in una teca protettiva data la sua collocazione, per il pubblico che può passargli a poca distanza, si tratta di una perfetta copia fotografica del polittico originale di Lorenzetti che fu realizzato con tempera e oro su tavola.
Questo fondo oro fu realizzato dall'artista senese nel 1320 su commissione del Vescovo Guido Tarlati, una grande e ambiziosa figura che "rilanciò" Arezzo dopo la sconfitta subita dagli aretini contro i fiorentini nella cruenta Battaglia di Campaldino dell'11 giugno del 1289. In questa grande opera (quasi tre metri di altezza e più di tre di larghezza), che è la prima datata pervenutaci, Lorenzetti mette al centro in basso la Madonna con Bambino. Ai lati di questa, da sinistra a destra abbiamo San Donato (Patrono di Arezzo), San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista e San Matteo. Nel registro superiore abbiamo al centro un'Annunciazione e sopra di questa un'incoronazione della Vergine. Ai lati abbiamo molti altri santi. La predominanza della figura della Madonna in questa tavola è chiara e forte, la cosa è quasi scontata essendo questa chiesa dedicata a Lei.
Quando Pietro Lorenzetti realizza questo dipinto, aveva già portato a termine per la pieve un altro grande e importante lavoro. Sempre su commissione di Guido Tarlati aveva affrescato l'abside dipingendo dodici storie riguardanti la vita di Maria. Queste opere nei secoli sono andate perse.
Pietro Lorenzetti, ispirandosi a Giotto, (tra il 1310 e il 1320 lavorò, insieme ad altri pittori fiorentini alla decorazione della Basilica di Assisi) fu tra gli artefici del passaggio dalla pittura bizantina al figurativo moderno.
Questo fondo oro fu realizzato dall'artista senese nel 1320 su commissione del Vescovo Guido Tarlati, una grande e ambiziosa figura che "rilanciò" Arezzo dopo la sconfitta subita dagli aretini contro i fiorentini nella cruenta Battaglia di Campaldino dell'11 giugno del 1289. In questa grande opera (quasi tre metri di altezza e più di tre di larghezza), che è la prima datata pervenutaci, Lorenzetti mette al centro in basso la Madonna con Bambino. Ai lati di questa, da sinistra a destra abbiamo San Donato (Patrono di Arezzo), San Giovanni Evangelista, San Giovanni Battista e San Matteo. Nel registro superiore abbiamo al centro un'Annunciazione e sopra di questa un'incoronazione della Vergine. Ai lati abbiamo molti altri santi. La predominanza della figura della Madonna in questa tavola è chiara e forte, la cosa è quasi scontata essendo questa chiesa dedicata a Lei.
Quando Pietro Lorenzetti realizza questo dipinto, aveva già portato a termine per la pieve un altro grande e importante lavoro. Sempre su commissione di Guido Tarlati aveva affrescato l'abside dipingendo dodici storie riguardanti la vita di Maria. Queste opere nei secoli sono andate perse.
Pietro Lorenzetti, ispirandosi a Giotto, (tra il 1310 e il 1320 lavorò, insieme ad altri pittori fiorentini alla decorazione della Basilica di Assisi) fu tra gli artefici del passaggio dalla pittura bizantina al figurativo moderno.