Abbazia San Fedele
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Italiano
BUSTO RELIQUIARIO DI SAN TORELLO. A cura di Eleonora Ducci
Busto reliquiario del Beato Torello.
Rame dorato, argento, legno, paste vitree, cm 68x61x35,5.
Composto da busto ed aureola in rame dorato e testa in argento, il reliquiario è datato 1606 sul gradino alla base dello zoccolo, in lamina di rame dorata decorato con paste vitree, che riporta l'incisione "CAPUT B.TORELLI EREMITE". Il busto dorato è un elemento di riuso, probabilmente del XVI secolo, mentre la testa risulta provenire dall'ambito fiorentino del '600. A riguardo Antonella Ceccobelli, nella scheda del catalogo della mostra "Il Seicento in Casentino" del 2001, oltre a dettagliate e precise notizie sull'arredo ci restituisce il nome dell'orafo che realizzò l'oggetto: Luca Naccherelli "orefice sopra il ponte vecchio di Firenze" (ASF, Corp. Rel. Soppr. Dal Gov.Franc., 224.89, Carte sciolte). L'accostamento dei due materiali crea un effetto di bicromia di sicuro effetto, visibile anche in altri reliquiari coevi e risponde anche a ragioni economiche: per conservare le reliquie dei santi una prescrizione imponeva di utilizzare metalli preziosi e quindi l'argento fu utilizzato limitatamente alla testa, parte che effettivamente contiene la reliquia, mentre per il reso dell'arredo, peraltro di notevoli dimensioni, si è utilizzato il rame dorato.
Rame dorato, argento, legno, paste vitree, cm 68x61x35,5.
Composto da busto ed aureola in rame dorato e testa in argento, il reliquiario è datato 1606 sul gradino alla base dello zoccolo, in lamina di rame dorata decorato con paste vitree, che riporta l'incisione "CAPUT B.TORELLI EREMITE". Il busto dorato è un elemento di riuso, probabilmente del XVI secolo, mentre la testa risulta provenire dall'ambito fiorentino del '600. A riguardo Antonella Ceccobelli, nella scheda del catalogo della mostra "Il Seicento in Casentino" del 2001, oltre a dettagliate e precise notizie sull'arredo ci restituisce il nome dell'orafo che realizzò l'oggetto: Luca Naccherelli "orefice sopra il ponte vecchio di Firenze" (ASF, Corp. Rel. Soppr. Dal Gov.Franc., 224.89, Carte sciolte). L'accostamento dei due materiali crea un effetto di bicromia di sicuro effetto, visibile anche in altri reliquiari coevi e risponde anche a ragioni economiche: per conservare le reliquie dei santi una prescrizione imponeva di utilizzare metalli preziosi e quindi l'argento fu utilizzato limitatamente alla testa, parte che effettivamente contiene la reliquia, mentre per il reso dell'arredo, peraltro di notevoli dimensioni, si è utilizzato il rame dorato.