Abbazia San Fedele
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Italiano
"MARTIRIO SAN LORENZO" A cura di Eleonora Ducci
Pietro Sorri:
"Martirio San Vincenzo"
La tela è licenziata dal Sorri (San Gusmè, 1556 - Siena, 1622) nel 1605, per l'altare della famiglia Amerighi, nel transetto sinistro, dove leggiamo " OPUS PETRIS SORIS SENENSIS - AD. MDCV". Allievo prima del Salimbeni poi del Passignano, il Sorri si caratterizza per una impronta prettamente manierista con una spiccata modellazione delle forme. La composizione si sviluppa attorno alla figura del santo, martirizzato su una graticola posta sul fuoco ardente. La scena è resa fortemente cruda dagli aguzzini che lacerano il corpo di San Vincenzo con rostri e uncini. Dal cielo, squarciato dalla luce divina, si affacciano dei puttini a figura intera o solo il volto. La posa del Santo ricorda quella del "Martirio di San Lorenzo" di Tiziano Vecellio, realizzato tra il 1548 e il 1559, così come ispirata alla pittura veneta è la quinta architettonica che fa da sfondo alla scena.
"Martirio San Vincenzo"
La tela è licenziata dal Sorri (San Gusmè, 1556 - Siena, 1622) nel 1605, per l'altare della famiglia Amerighi, nel transetto sinistro, dove leggiamo " OPUS PETRIS SORIS SENENSIS - AD. MDCV". Allievo prima del Salimbeni poi del Passignano, il Sorri si caratterizza per una impronta prettamente manierista con una spiccata modellazione delle forme. La composizione si sviluppa attorno alla figura del santo, martirizzato su una graticola posta sul fuoco ardente. La scena è resa fortemente cruda dagli aguzzini che lacerano il corpo di San Vincenzo con rostri e uncini. Dal cielo, squarciato dalla luce divina, si affacciano dei puttini a figura intera o solo il volto. La posa del Santo ricorda quella del "Martirio di San Lorenzo" di Tiziano Vecellio, realizzato tra il 1548 e il 1559, così come ispirata alla pittura veneta è la quinta architettonica che fa da sfondo alla scena.