Abbazia San Fedele
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
J. LIGOZZI IN SAN FEDELE A cura di Eleonora Ducci
Jacopo Ligozzi:
"La Vergine Assunta e San Benedetto"
Olio su tela cm 240x215
La tela, oggi nel coro della badia di San Fedele, fu originariamente realizzata, su commissione dell'Abate di Montecassino Ambrogio Rastrellini al veronese Jacopo Ligozzi (Verona, 1547 - Firenze, 1627), per la cappella della famiglia Rastrellini, distrutta negli anni '30, il cui stemma è visibile alla base della colonna dietro San Benedetto, ed è firmata e data "JACOPO LIGOZZI 1600 F.". Con ogni probabilità l'opera per la Badia di Poppi fu realizzata a Firenze, come altre tele di mano del veronese del medesimo periodo che troviamo in Casentino; perché l'artista si rechi in Casentino dovremo attendere il 1607 quando, al seguito di frate Lino Moroni, verrà alla Verna per produrre le illustrazioni per una guida ai luoghi di San Francesco. Domina il dipinto l'azzurro del mantello della Vergine e del cielo nel quale questa si leva in un vortice di angioletti dalle ali colorate, le cui nudità sono coperte da un sapiente gioco di drappeggi. San Benedetto è in adorazione alla base della colonna che crea una quinta architettonica, sullo stile della pittura veneta, che prosegue in alto con la colonna stessa e in basso con gli scalini su cui poggiano gli attributi del Santo: il pastorale, la mitra e il libro che compongono una minuziosa e naturalistica natura morta.
"La Vergine Assunta e San Benedetto"
Olio su tela cm 240x215
La tela, oggi nel coro della badia di San Fedele, fu originariamente realizzata, su commissione dell'Abate di Montecassino Ambrogio Rastrellini al veronese Jacopo Ligozzi (Verona, 1547 - Firenze, 1627), per la cappella della famiglia Rastrellini, distrutta negli anni '30, il cui stemma è visibile alla base della colonna dietro San Benedetto, ed è firmata e data "JACOPO LIGOZZI 1600 F.". Con ogni probabilità l'opera per la Badia di Poppi fu realizzata a Firenze, come altre tele di mano del veronese del medesimo periodo che troviamo in Casentino; perché l'artista si rechi in Casentino dovremo attendere il 1607 quando, al seguito di frate Lino Moroni, verrà alla Verna per produrre le illustrazioni per una guida ai luoghi di San Francesco. Domina il dipinto l'azzurro del mantello della Vergine e del cielo nel quale questa si leva in un vortice di angioletti dalle ali colorate, le cui nudità sono coperte da un sapiente gioco di drappeggi. San Benedetto è in adorazione alla base della colonna che crea una quinta architettonica, sullo stile della pittura veneta, che prosegue in alto con la colonna stessa e in basso con gli scalini su cui poggiano gli attributi del Santo: il pastorale, la mitra e il libro che compongono una minuziosa e naturalistica natura morta.