Abbazia San Fedele
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
"CARLO PORTELLI" A cura di Eleonora Ducci
Carlo Portelli.
"San Benedetto in trono tra i Santi Bernardo e Michele".
Olio su tavola, cm 185x174
Continuando nel nostro percorso troviamo un bella opera di Carlo Portelli da Loro (Loro Ciuffenna ? - Firenze 1574). Manierista allievo di Ridolfo del Ghirlandaio e attivo a Firenze dalla fine degli anni trenta del '500 fino alle nozze di Francesco I con Giovanna d'Austria, in occasione delle quali partecipa alla realizzazione degli apparati. Nel 1539 è, assieme al Salviati, attivo negli apparati delle nozze del Granduca Cosimo I con Eleonora di Toledo e ricordiamo, alla fine della sua carriera, un'opera non rintracciata realizzata per lo Studiolo di Francesco I per la quale è proposto un disegno preparatorio (Smith). Il Vasari lo ricorda attivo in molte chiese fiorentine. La tavola della Badia risulta ancora legata ai modelli del maestro del Portelli, Ghirlandaio, ma anche allo stile del Rosso Fiorentino, in particolare nella torsione dei corpi e nella realizzazione delle vesti, caratterizzate da bagliori metallici. Al centro San Benedetto, su un piedistallo all'interno di una nicchia, regge un fascio di verghe nella mano sinistra e un libro nella destra. A destra si trova San Bernardo degli Uberti, monaco benedettino di congregazione valllombrosana, sicuramente rappresentato proprio per essere stato esponente ed abate generale della congregazione che fondò la Badia. A sinistra San Michele Arcangelo regge nella mano destra la bilancia per pesare le anime e ai suoi piedi si trova il demonio, nelle sembianze di drago.
"San Benedetto in trono tra i Santi Bernardo e Michele".
Olio su tavola, cm 185x174
Continuando nel nostro percorso troviamo un bella opera di Carlo Portelli da Loro (Loro Ciuffenna ? - Firenze 1574). Manierista allievo di Ridolfo del Ghirlandaio e attivo a Firenze dalla fine degli anni trenta del '500 fino alle nozze di Francesco I con Giovanna d'Austria, in occasione delle quali partecipa alla realizzazione degli apparati. Nel 1539 è, assieme al Salviati, attivo negli apparati delle nozze del Granduca Cosimo I con Eleonora di Toledo e ricordiamo, alla fine della sua carriera, un'opera non rintracciata realizzata per lo Studiolo di Francesco I per la quale è proposto un disegno preparatorio (Smith). Il Vasari lo ricorda attivo in molte chiese fiorentine. La tavola della Badia risulta ancora legata ai modelli del maestro del Portelli, Ghirlandaio, ma anche allo stile del Rosso Fiorentino, in particolare nella torsione dei corpi e nella realizzazione delle vesti, caratterizzate da bagliori metallici. Al centro San Benedetto, su un piedistallo all'interno di una nicchia, regge un fascio di verghe nella mano sinistra e un libro nella destra. A destra si trova San Bernardo degli Uberti, monaco benedettino di congregazione valllombrosana, sicuramente rappresentato proprio per essere stato esponente ed abate generale della congregazione che fondò la Badia. A sinistra San Michele Arcangelo regge nella mano destra la bilancia per pesare le anime e ai suoi piedi si trova il demonio, nelle sembianze di drago.