Cetica
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TRE SANTI A BAGNO DI CETICA
Interno della Cappella dedicata a San Romolo a Bagno di Cetica.
Come evidenzia la foto questa cappella è di costruzione relativamente recente. Del probabile motivo della sua intitolazione al Patrono di Fiesole ne abbiamo parlato nella pagina precedente. Potrebbe esistere un altro motivo ancora più affascinante che è legato a una leggenda illustrata nel primo quadretto ve vediamo sulla parete di destra della cappella. Addirittura questo leggenda potrebbe essere all'origine dell'intitolazione a San Romolo di Badia Alle Pratole.
Si narra che in data non precisata, ma comunque nei primi decenni dell'XI secolo, San Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese e San Giovanni Gualberto, fondatore dell'Ordine Vallombrosano, vennero a incontrarsi a Bagno di Cetica per discutere del destino delle anime di questa zona. Ad attenderli vi era l'anima di San Romolo martire, patrono di Fiesole che aveva il ruolo di vigilare affinché l'incontro si svolgesse ne segno della cordialità e comprensione cristiana, cosa poche volte emersa nella storia dei rapporti tra questi due ordini. Ad accordo pacificamente raggiunto San Romualdo si prese l'incarico di sorvegliare su queste anime. A fine incontro le tre sante figure si dissetarono con l'acqua del luogo e resesi conto della sua bontà la benedirono insieme. Quell'acqua già ottima di gusto assunse così anche proprietà curative di molti malesseri, per alcuni divenne anche miracolosa. Questa leggenda spiega la forte presenza del nome di San Romolo in questa zona.
Certamente una leggenda anche il solo incontro tra San Romualdo e San Giovanni Gualberto dal momento che quando il secondo giunge a "Fontebella", l'attuale Vallombrosa (1036/1038), il fondatore di Camaldoli era già morto da una decina di anni. Ma le leggende e le tradizioni non nascono mai dal niente, è probabile che in questo luogo, in un periodo un po' più tardo, camaldolesi e vallombrosani si siano incontrati, non tanto per discutere del destino delle anime della zona, quanto per accordarsi sul potere spirituale politico su questa e altre zone del Casentino.
Come evidenzia la foto questa cappella è di costruzione relativamente recente. Del probabile motivo della sua intitolazione al Patrono di Fiesole ne abbiamo parlato nella pagina precedente. Potrebbe esistere un altro motivo ancora più affascinante che è legato a una leggenda illustrata nel primo quadretto ve vediamo sulla parete di destra della cappella. Addirittura questo leggenda potrebbe essere all'origine dell'intitolazione a San Romolo di Badia Alle Pratole.
Si narra che in data non precisata, ma comunque nei primi decenni dell'XI secolo, San Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese e San Giovanni Gualberto, fondatore dell'Ordine Vallombrosano, vennero a incontrarsi a Bagno di Cetica per discutere del destino delle anime di questa zona. Ad attenderli vi era l'anima di San Romolo martire, patrono di Fiesole che aveva il ruolo di vigilare affinché l'incontro si svolgesse ne segno della cordialità e comprensione cristiana, cosa poche volte emersa nella storia dei rapporti tra questi due ordini. Ad accordo pacificamente raggiunto San Romualdo si prese l'incarico di sorvegliare su queste anime. A fine incontro le tre sante figure si dissetarono con l'acqua del luogo e resesi conto della sua bontà la benedirono insieme. Quell'acqua già ottima di gusto assunse così anche proprietà curative di molti malesseri, per alcuni divenne anche miracolosa. Questa leggenda spiega la forte presenza del nome di San Romolo in questa zona.
Certamente una leggenda anche il solo incontro tra San Romualdo e San Giovanni Gualberto dal momento che quando il secondo giunge a "Fontebella", l'attuale Vallombrosa (1036/1038), il fondatore di Camaldoli era già morto da una decina di anni. Ma le leggende e le tradizioni non nascono mai dal niente, è probabile che in questo luogo, in un periodo un po' più tardo, camaldolesi e vallombrosani si siano incontrati, non tanto per discutere del destino delle anime della zona, quanto per accordarsi sul potere spirituale politico su questa e altre zone del Casentino.
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