BIBBIENA
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IL PALAZZO DEL CARDINALE
Come già scritto più volte, Palazzo Dovizi a Bibbiena (nella foto) si affaccia sull'omonima strada ed è posto proprio di fronte alla Chiesa di San Lorenzo. Di questo grande ed elegante edificio, certamente il più noto tra i numerosi palazzi signorili del paese casentinese, non si hanno notizie storiche precise e anche la datazione della sua costruzione va ipotizzata da altri documenti e fatti riguardanti la vita di Bernardo Dovizi, Cardinale dal settembre del 1513 al 1520, anno della sua morte.
La Famiglia Dovizi di Bibbiena era benestante, ma non ricca al pari di altre casate locali. Il padre di Bernardo, Francesco di Antonio di Giovanni Dovizi, era notaio. In questo punto del paese si trovava probabilmente la loro prima casa di famiglia, ma molto più modesta di quella che vediamo oggi. I Dovizi avevano buoni rapponti e un ottimo legame con i Medici, così Bernardo che nacque a Bibbiena nel 1470, entro fin da giovane alla corte di questi potenti nobili fiorentini e divenne segretario di Giovanni De' Medici, un figlio di Lorenzo il Magnifico che sarà Papa Leone X nel marzo del 1513 anche per mezzo di una scaltra azione diplomatica di Bernardo Dovizi che verrà eletto cardinale nel settembre del 1513 dallo stesso Papa, anche come dimostrazione di riconoscenza. Le disponibilità economiche di Bernardo Dovizi, già buone dal momento che era entrato alla corte dei Medici, aumentarono notevolmente con la carica cardinalizia. Il Cardinale Dovizi, detto anche il Bibbiena, mise mano al rifacimento del palazzo di famiglia presumibilmente nel 1514 - 1515. Più per fare un regalo alla sua famiglia che per viverlo in prima persona preso com'era dai suoi impegni diplomatici in Vaticano e all'estero. Si può ipotizzare che il palazzo sia stato progettato dall'architetto fiorentino Baccio d'Agnolo, sia perché in quegli anni fu vicino al Cardinal Dovizi e a Papa Leone X, sia per la somiglianza dell'edificio di Bibbiena ad altri fiorentini da questi disegnati. Nello stesso periodo Dovizi donò, come abbiamo visto nelle pagine precedenti, le due belle pale robbiane alla chiesa di fronte. Sul palazzo scorrono due evidenti cornicioni che dividono i tre piani. Il primo piano, quello residenziale della famiglia, è contraddistinto da tante finestre a sesto acuto. Altra caratteristica architettonica dell'edificio è il grande loggiato al secondo piano, oggi tamponato da grandi vetrate. Internamente il palazzo presenta uno stili semplice e sobrio come si addiceva alla Firenze dei primi anni del Cinquecento.
Bernardo Dovizi morì improvvisamente nel settembre del 1540 a Roma al rientro da un suo viaggio in Francia. Si suppone per un avvelenamento architettato forse dallo stesso Papa Leone X che sospettava che il cardinale tramasse qualcosa contro di lui.
Dovizi fu anche un drammaturgo. Scrisse la commedia La Calandria che fu interpretata nel 1513 alla Corte di Urbino.
La Famiglia Dovizi di Bibbiena era benestante, ma non ricca al pari di altre casate locali. Il padre di Bernardo, Francesco di Antonio di Giovanni Dovizi, era notaio. In questo punto del paese si trovava probabilmente la loro prima casa di famiglia, ma molto più modesta di quella che vediamo oggi. I Dovizi avevano buoni rapponti e un ottimo legame con i Medici, così Bernardo che nacque a Bibbiena nel 1470, entro fin da giovane alla corte di questi potenti nobili fiorentini e divenne segretario di Giovanni De' Medici, un figlio di Lorenzo il Magnifico che sarà Papa Leone X nel marzo del 1513 anche per mezzo di una scaltra azione diplomatica di Bernardo Dovizi che verrà eletto cardinale nel settembre del 1513 dallo stesso Papa, anche come dimostrazione di riconoscenza. Le disponibilità economiche di Bernardo Dovizi, già buone dal momento che era entrato alla corte dei Medici, aumentarono notevolmente con la carica cardinalizia. Il Cardinale Dovizi, detto anche il Bibbiena, mise mano al rifacimento del palazzo di famiglia presumibilmente nel 1514 - 1515. Più per fare un regalo alla sua famiglia che per viverlo in prima persona preso com'era dai suoi impegni diplomatici in Vaticano e all'estero. Si può ipotizzare che il palazzo sia stato progettato dall'architetto fiorentino Baccio d'Agnolo, sia perché in quegli anni fu vicino al Cardinal Dovizi e a Papa Leone X, sia per la somiglianza dell'edificio di Bibbiena ad altri fiorentini da questi disegnati. Nello stesso periodo Dovizi donò, come abbiamo visto nelle pagine precedenti, le due belle pale robbiane alla chiesa di fronte. Sul palazzo scorrono due evidenti cornicioni che dividono i tre piani. Il primo piano, quello residenziale della famiglia, è contraddistinto da tante finestre a sesto acuto. Altra caratteristica architettonica dell'edificio è il grande loggiato al secondo piano, oggi tamponato da grandi vetrate. Internamente il palazzo presenta uno stili semplice e sobrio come si addiceva alla Firenze dei primi anni del Cinquecento.
Bernardo Dovizi morì improvvisamente nel settembre del 1540 a Roma al rientro da un suo viaggio in Francia. Si suppone per un avvelenamento architettato forse dallo stesso Papa Leone X che sospettava che il cardinale tramasse qualcosa contro di lui.
Dovizi fu anche un drammaturgo. Scrisse la commedia La Calandria che fu interpretata nel 1513 alla Corte di Urbino.