BIBBIENA
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
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BEI MOMENTI DI FOLKLORE
Momento del Carnevale storico di Bibbiena con la sfilata in Via Borghi.
Le origini di questo evento festoso che si tiene il martedì grasso di ogni anno nel paese casentinese sono molto antiche. Probabilmente risalgono al tempo dei Tarlati, intorno a metà Trecento. Sarebbe stato lo stesso Conte, Signore di Bibbiena, a volere una bella e gioiosa festa che coinvolgesse tutti gli abitanti del luogo divisi in due parti: i Piazzolini (nobili e i benestanti residenti intorno alla grande piazza) e i Fondaccini (la classe più povera residente nella parte più bassa del paese). I primi costituivano la Società del "Bello Ballo", i secondi la Società del "Bello Pomo". Tutti insieme davano vita a un grande e lungo "ballo tonto" accompagnata da canti che terminava al suono della campana del castello. Era quello il momento di dar fuoco a un grande ginepro piantato in mezzo alla piazza, il "Bello Pomo", e a cui si era ballato intorno. Un fuoco che doveva "bruciare" le giornate fredde e buie dell'inverno che si stava lasciando alle spalle e doveva essere ben augurante per la bella stagione che si stava facendo avanti.
Sicuramente una festa "politica" questa voluta dai signori di Bibbiena che doveva dare quella gioiosità che è tanto utile a cancellare malesseri e rancori nell'animo della gente e doveva servire a rendere più sereno il rapporto tra Piazzolini e Fondaccini che per ore avevano ballato assieme.
Ogni anno, dopo secoli, a Bibbiena questa festa si ripete ancora. Il grande "ballo tondo" è sostituito da una sfilata con costumi d'epoca nei borghi del paese, e al termine, quando la luce comincia a calare, l'accensione del grande fuoco ben augurante. Vediamo questo "caldo momento" tra due pagine.
Le origini di questo evento festoso che si tiene il martedì grasso di ogni anno nel paese casentinese sono molto antiche. Probabilmente risalgono al tempo dei Tarlati, intorno a metà Trecento. Sarebbe stato lo stesso Conte, Signore di Bibbiena, a volere una bella e gioiosa festa che coinvolgesse tutti gli abitanti del luogo divisi in due parti: i Piazzolini (nobili e i benestanti residenti intorno alla grande piazza) e i Fondaccini (la classe più povera residente nella parte più bassa del paese). I primi costituivano la Società del "Bello Ballo", i secondi la Società del "Bello Pomo". Tutti insieme davano vita a un grande e lungo "ballo tonto" accompagnata da canti che terminava al suono della campana del castello. Era quello il momento di dar fuoco a un grande ginepro piantato in mezzo alla piazza, il "Bello Pomo", e a cui si era ballato intorno. Un fuoco che doveva "bruciare" le giornate fredde e buie dell'inverno che si stava lasciando alle spalle e doveva essere ben augurante per la bella stagione che si stava facendo avanti.
Sicuramente una festa "politica" questa voluta dai signori di Bibbiena che doveva dare quella gioiosità che è tanto utile a cancellare malesseri e rancori nell'animo della gente e doveva servire a rendere più sereno il rapporto tra Piazzolini e Fondaccini che per ore avevano ballato assieme.
Ogni anno, dopo secoli, a Bibbiena questa festa si ripete ancora. Il grande "ballo tondo" è sostituito da una sfilata con costumi d'epoca nei borghi del paese, e al termine, quando la luce comincia a calare, l'accensione del grande fuoco ben augurante. Vediamo questo "caldo momento" tra due pagine.