BIBBIENA
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
UN PAESE DALLA STORIA NASCOSTA
Un bel panorama su Soci dai campi sottostanti il paese di Marciano.
Soci è la frazione più popolosa del Comune di Bibbiena, ma anche uno dei paesi più popolosi del Casentino. Il luogo, a 400 metri di altitudine, è comunemente noto per essere il polo artigianale industriale più grande della valle. Questa sua importante realtà economica fa passare in secondo piano, se non addirittura dimenticare, che Soci ha avuto già dall'XI secolo una storia importante e a dispetto della sua posizione in una zona pianeggiante a 400 metri di altitudine, fu un conteso castello citato per la prima volta nel 1079 quando Ugo dei Conti Guidi ne fece donazione ai monaci dell'Eremo di Camaldoli. In quasi duecento anni di storia il Castello di Soci conobbe vari padroni. Gli ultimi, prima dell'avvento di Firenze, furono i Conti Guidi del ramo di Modigliana nella figura del Conte Marco di Castel San Niccolò, fu proprio questi che nel 1359 lo vedette alla Repubblica Fiorentina, insieme al vicino Castello di Farneta, per 6000 fiorini. Nel 1440 Soci fu fortemente danneggiato dalle truppe di Niccolò Piccinino, capitano di ventura al soldo dei Visconti di Milano, che si stava dirigendo verso Anghiari dove avrebbe combattuto la famosa omonima battaglia, perdendo, contro Firenze. L'odierno paese può ancora testimoniare questo suo fortificato passato con una porta medievale, una torre e una chiesa dismessa nelle sue funzioni a metà del XX secolo e oggi, dopo un'impegnativa ristrutturazione da parte della locale pro loco, trasformata in auditorium. Tale chiesa, secondo quanto riporta un documento del Regesto di Camaldoli, risulta consacrata nella sua prima edificazione nel 1058. Questa parte del paese dove si trovano tali testimonianze medievali è pressoché sconosciuta alla maggior parte dei casentinesi non sociani. Si tratta di una zona distaccata dalla strada principale (Strada Regionale 71 Umbro Casentinese Romagnola) e abbastanza nascosta, senza attività commerciali, non vi è motivo di andarci se non per coloro che vi abitano.
Dalla metà del Novecento Soci ha una nuova grande chiesa, come la vecchia intitolata a San Niccolò, posta in una zona del paese diametralmente opposta a quella antica.
Il paese, come accennato all'inizio, ha una spiccata propensione all'imprenditorialità. Quest'importante aspetto economico lo possiamo far iniziare nella seconda metà del XVII secolo quando a Soci s'iniziò a dedicarsi all'Arte della Lana. Parleremo di questo tra qualche pagina, "di fronte" alla torre dell'orologio che è il simbolo di questa realtà.
Soci è la frazione più popolosa del Comune di Bibbiena, ma anche uno dei paesi più popolosi del Casentino. Il luogo, a 400 metri di altitudine, è comunemente noto per essere il polo artigianale industriale più grande della valle. Questa sua importante realtà economica fa passare in secondo piano, se non addirittura dimenticare, che Soci ha avuto già dall'XI secolo una storia importante e a dispetto della sua posizione in una zona pianeggiante a 400 metri di altitudine, fu un conteso castello citato per la prima volta nel 1079 quando Ugo dei Conti Guidi ne fece donazione ai monaci dell'Eremo di Camaldoli. In quasi duecento anni di storia il Castello di Soci conobbe vari padroni. Gli ultimi, prima dell'avvento di Firenze, furono i Conti Guidi del ramo di Modigliana nella figura del Conte Marco di Castel San Niccolò, fu proprio questi che nel 1359 lo vedette alla Repubblica Fiorentina, insieme al vicino Castello di Farneta, per 6000 fiorini. Nel 1440 Soci fu fortemente danneggiato dalle truppe di Niccolò Piccinino, capitano di ventura al soldo dei Visconti di Milano, che si stava dirigendo verso Anghiari dove avrebbe combattuto la famosa omonima battaglia, perdendo, contro Firenze. L'odierno paese può ancora testimoniare questo suo fortificato passato con una porta medievale, una torre e una chiesa dismessa nelle sue funzioni a metà del XX secolo e oggi, dopo un'impegnativa ristrutturazione da parte della locale pro loco, trasformata in auditorium. Tale chiesa, secondo quanto riporta un documento del Regesto di Camaldoli, risulta consacrata nella sua prima edificazione nel 1058. Questa parte del paese dove si trovano tali testimonianze medievali è pressoché sconosciuta alla maggior parte dei casentinesi non sociani. Si tratta di una zona distaccata dalla strada principale (Strada Regionale 71 Umbro Casentinese Romagnola) e abbastanza nascosta, senza attività commerciali, non vi è motivo di andarci se non per coloro che vi abitano.
Dalla metà del Novecento Soci ha una nuova grande chiesa, come la vecchia intitolata a San Niccolò, posta in una zona del paese diametralmente opposta a quella antica.
Il paese, come accennato all'inizio, ha una spiccata propensione all'imprenditorialità. Quest'importante aspetto economico lo possiamo far iniziare nella seconda metà del XVII secolo quando a Soci s'iniziò a dedicarsi all'Arte della Lana. Parleremo di questo tra qualche pagina, "di fronte" alla torre dell'orologio che è il simbolo di questa realtà.