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IL SIMBOLO DELL'ARTE DELLA LANA
La torre che vediamo nella foto, detta "dell'orologio", è il simbolo dell'Arte della Lana a Soci, nonché del Lanificio del Casentino. Fu proprio sotto questa torre che nella seconda metà del XVII secolo Cesare d'Antonio Grifagni iniziò a dedicarsi alla lavorazione di questo prezioso elemento che da sempre ha accompagnato la vita dell'uomo.
Nel 1848, dopo più di 150 anni di artigianato dedito alla lana, si ha la svolta verso l'industrializzazione del prodotto. Questo per merito della locale famiglia Bocci che riesce a dare un taglio industriale alla lavorazione della lana iniziando di fatto la storia del Lanificio del Casentino di Soci, un'azienda che negli ultimi decenni dell'Ottocento sarà tra le più grandi del Regno d'Italia. Da una relazione del 1906 si sa che il lanificio occupava 309 persone, in pratica la fabbrica dava lavoro a tutto il paese di Soci e oltre. Nel 1915 il proprietario Sisto Bocci muore lasciando tutto al nipote Adriano che a sua volta perde la vita nel primo conflitto mondiale. Inizia un periodo molto difficile e la Famiglia Bocci vende il lanificio all'imprenditore bresciano Giovan Battista Bianchi, già operante in questo settore, che fa grandi investimenti sull'azienda costruendo nuovi edifici e acquistando i migliori macchinari dell'epoca per la lavorazione della lana. La produzione è enorme, fino a 1500 metri di stoffa al giorno delle più svariate tipologie per coprire ogni esigenza di mercato. Nonostante questo la grande crisi del 1929 porta al fallimento il lanificio. Inizierà un susseguirsi di nuovi imprenditori e nuovi fallimenti fino a quello del 1970. Il 1972 segna una svolta per l'azienda, nasce la Cooperativa Tessile di Soci che prende in gestione parte degli stabilimenti dell'ex lanificio e con una sessantina di persone ricomincia la produzione. I primi anni della nuova azienda, in cui si produce essenzialmente come contoterzisti per il mercato di Prato, non sono facili. La Cooperativa Tessili di Soci va comunque avanti con tenacia e viene premiata perché gli anni '80, con la creazione di un proprio marchio, "Lanificio del Casentino", vedono la sua grande crescita commerciale acquisendo tanti clienti in Italia e nuovi mercati in Europa e nel Mondo. L'azienda è ambiziosa, acquisisce altri locali dell'ex lanificio, rinnova i macchinari, aumenta notevolmente il personale, la mentalità imprenditoriale cambia divenendo sempre più industriale. Ma cambiano velocemente anche i mercati e con la globalizzazione di fine XX secolo inizia una crisi che culminerà con il fallimento e la chiusura della Cooperativa Tessile di Soci nel 2005. Inizia così una nuova storia, simile alla precedente. Una parte degli operai fondano una nuova cooperativa e oggi il lanificio di Soci opera con una sessantina di dipendenti.
La Torre dell'Orologio è sempre lì a ricordare questa lunga storia, anche se sotto di questa si trova oggi un moderno grande bar.
Nel 1848, dopo più di 150 anni di artigianato dedito alla lana, si ha la svolta verso l'industrializzazione del prodotto. Questo per merito della locale famiglia Bocci che riesce a dare un taglio industriale alla lavorazione della lana iniziando di fatto la storia del Lanificio del Casentino di Soci, un'azienda che negli ultimi decenni dell'Ottocento sarà tra le più grandi del Regno d'Italia. Da una relazione del 1906 si sa che il lanificio occupava 309 persone, in pratica la fabbrica dava lavoro a tutto il paese di Soci e oltre. Nel 1915 il proprietario Sisto Bocci muore lasciando tutto al nipote Adriano che a sua volta perde la vita nel primo conflitto mondiale. Inizia un periodo molto difficile e la Famiglia Bocci vende il lanificio all'imprenditore bresciano Giovan Battista Bianchi, già operante in questo settore, che fa grandi investimenti sull'azienda costruendo nuovi edifici e acquistando i migliori macchinari dell'epoca per la lavorazione della lana. La produzione è enorme, fino a 1500 metri di stoffa al giorno delle più svariate tipologie per coprire ogni esigenza di mercato. Nonostante questo la grande crisi del 1929 porta al fallimento il lanificio. Inizierà un susseguirsi di nuovi imprenditori e nuovi fallimenti fino a quello del 1970. Il 1972 segna una svolta per l'azienda, nasce la Cooperativa Tessile di Soci che prende in gestione parte degli stabilimenti dell'ex lanificio e con una sessantina di persone ricomincia la produzione. I primi anni della nuova azienda, in cui si produce essenzialmente come contoterzisti per il mercato di Prato, non sono facili. La Cooperativa Tessili di Soci va comunque avanti con tenacia e viene premiata perché gli anni '80, con la creazione di un proprio marchio, "Lanificio del Casentino", vedono la sua grande crescita commerciale acquisendo tanti clienti in Italia e nuovi mercati in Europa e nel Mondo. L'azienda è ambiziosa, acquisisce altri locali dell'ex lanificio, rinnova i macchinari, aumenta notevolmente il personale, la mentalità imprenditoriale cambia divenendo sempre più industriale. Ma cambiano velocemente anche i mercati e con la globalizzazione di fine XX secolo inizia una crisi che culminerà con il fallimento e la chiusura della Cooperativa Tessile di Soci nel 2005. Inizia così una nuova storia, simile alla precedente. Una parte degli operai fondano una nuova cooperativa e oggi il lanificio di Soci opera con una sessantina di dipendenti.
La Torre dell'Orologio è sempre lì a ricordare questa lunga storia, anche se sotto di questa si trova oggi un moderno grande bar.