BIBBIENA
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
UN LUOGO DI DANTESCA MENORIA
Nel tratto in cui l'Arno tange Bibbiena Stazione si trova la foce del Torrente Archiano in questo fiume. Questa confluenza (nella foto) la possiamo osservare dalla Ciclopista dell'Arno, qui sono anche collocati esplicativi pannelli che parlano del valore storico letterario di questo luogo.
Tutti i torrenti del Casentino, quelli che scendono dal Pratomagno, dal Parco delle Foreste Casentinesi (Appennino) e dall'Alpe di Catenaia si gettano in Arno. Sono quindi tante le foci degli affluenti dell'Arno nel suo tratto casentinese, ma quella dell'Archiano ha un valore aggiunto in quanto la cita Dante Alighieri nel V Canto del Purgatorio. A parlarne è Buonconte da Montefeltro che spiega perché, morto durante la Battaglia di Campaldino, il cui corpo non fu mai ritrovato. Ferito alla gola si allontana dal luogo dello scontro tra Guelfi e Ghibellini percorrendo la sponda sinistra dell'Arno in direzione sud (Arezzo). Si deve fermare quando trova la foce dell'Archiano. Caduto a terra si porta le braccia al petto a mo' di croce, segno di pentimento dei suoi peccati. Poi la corrente, prima dell'Archiano, poi dell'Arno, porta via il suo corpo. Così parla Buonconte a Dante:
'' a pie' del Casentino
traversa un' acqua ch' a nome l' Archiano,
che sovra l' Ermo nasce in Appennino.
La' ve 'l vocabol suo diventa vano
arriva' io, forato ne la gola,
fuggendo a piede e 'nsanguindo il piano ..
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovo' l' Archian rubesto; e quel sospinse
ne l' Arno, e sciolse al mio petto la croce
ch' i fe di me, quando 'l dolor mi vinse
voltommi per le ripe e per lo fondo,
poi di sua preda mi coperse e cinse ''.
Tutti i torrenti del Casentino, quelli che scendono dal Pratomagno, dal Parco delle Foreste Casentinesi (Appennino) e dall'Alpe di Catenaia si gettano in Arno. Sono quindi tante le foci degli affluenti dell'Arno nel suo tratto casentinese, ma quella dell'Archiano ha un valore aggiunto in quanto la cita Dante Alighieri nel V Canto del Purgatorio. A parlarne è Buonconte da Montefeltro che spiega perché, morto durante la Battaglia di Campaldino, il cui corpo non fu mai ritrovato. Ferito alla gola si allontana dal luogo dello scontro tra Guelfi e Ghibellini percorrendo la sponda sinistra dell'Arno in direzione sud (Arezzo). Si deve fermare quando trova la foce dell'Archiano. Caduto a terra si porta le braccia al petto a mo' di croce, segno di pentimento dei suoi peccati. Poi la corrente, prima dell'Archiano, poi dell'Arno, porta via il suo corpo. Così parla Buonconte a Dante:
'' a pie' del Casentino
traversa un' acqua ch' a nome l' Archiano,
che sovra l' Ermo nasce in Appennino.
La' ve 'l vocabol suo diventa vano
arriva' io, forato ne la gola,
fuggendo a piede e 'nsanguindo il piano ..
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovo' l' Archian rubesto; e quel sospinse
ne l' Arno, e sciolse al mio petto la croce
ch' i fe di me, quando 'l dolor mi vinse
voltommi per le ripe e per lo fondo,
poi di sua preda mi coperse e cinse ''.