BIBBIENA
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UN BORGO NATO SOTTO UN CASTELLO
Lasciata la Pieve vecchia di Partina posta lungo la strada e continuando in direzione Badia Prataglia - Camaldoli, dopo neppure un chilometro giungiamo all'abitato di Partina di cui osserviamo un panorama nella foto. Come ci dice in modo chiaro il toponimo, il luogo è di origine etrusca. Sul crinale del monte retrostante s'intravedono delle costruzioni, è l'antico borgo di Marciano che abbiamo visto in precedenza.
Le prime citazioni di Partina, consistente in un semplice casale o poco più, le troviamo nei primi anni dell'XI secolo quando compare tra i luoghi ceduti all'Abbazia di Prataglia. Il Castello di Partina, che oggi possiamo osservare in ottimo stato in quanto quasi completamente ricostruito nel XX secolo, lo troviamo citato per la prima volta nel 1095, appartenente a discendenti del Conte Ranieri di Toscana. Il castello, comunque subordinato ai Vescovi Aretini, era a controllo di quella strada, praticamente l'attuale, che si dirigeva a Prataglia e, con una deviazione a sinistra, a Camaldoli. Il borgo di Partina iniziò a svilupparsi nel XII secolo ai piedi del castello che si trovava, come oggi, in posizione un po' rialzata. Nel XIII secolo passò sotto il dominio dei Guidi di Romena. Questi Signori misero mano a una parziale riedificazione del castello e fecero costruire lungo la sponda destra dell'Archiano, qualche centinaio di metri a monte di Partina un molino che da allora fino al secondo dopoguerra sarà di notevole importanza per l'economia del luogo. Rimase tale fino al 1390 quando tutta la zona si sottomise alla Repubblica Fiorentina. L'anno seguente Firenze assegnò Partina alla Podesteria di Bibbiena. La vecchia pieve, orfana di quei feudatari che l'avevano voluta anche per il servizio civile che svolgevano queste chiese (come quello di anagrafe della zona) iniziò, per mancanza di manutenzioni adeguate, un inesorabile declino fino a divenire pressoché impraticabile a inizio Settecento. Fu così deciso di costruire una nuova chiesa dedicata a San Biagio nel centro del borgo.
Le prime citazioni di Partina, consistente in un semplice casale o poco più, le troviamo nei primi anni dell'XI secolo quando compare tra i luoghi ceduti all'Abbazia di Prataglia. Il Castello di Partina, che oggi possiamo osservare in ottimo stato in quanto quasi completamente ricostruito nel XX secolo, lo troviamo citato per la prima volta nel 1095, appartenente a discendenti del Conte Ranieri di Toscana. Il castello, comunque subordinato ai Vescovi Aretini, era a controllo di quella strada, praticamente l'attuale, che si dirigeva a Prataglia e, con una deviazione a sinistra, a Camaldoli. Il borgo di Partina iniziò a svilupparsi nel XII secolo ai piedi del castello che si trovava, come oggi, in posizione un po' rialzata. Nel XIII secolo passò sotto il dominio dei Guidi di Romena. Questi Signori misero mano a una parziale riedificazione del castello e fecero costruire lungo la sponda destra dell'Archiano, qualche centinaio di metri a monte di Partina un molino che da allora fino al secondo dopoguerra sarà di notevole importanza per l'economia del luogo. Rimase tale fino al 1390 quando tutta la zona si sottomise alla Repubblica Fiorentina. L'anno seguente Firenze assegnò Partina alla Podesteria di Bibbiena. La vecchia pieve, orfana di quei feudatari che l'avevano voluta anche per il servizio civile che svolgevano queste chiese (come quello di anagrafe della zona) iniziò, per mancanza di manutenzioni adeguate, un inesorabile declino fino a divenire pressoché impraticabile a inizio Settecento. Fu così deciso di costruire una nuova chiesa dedicata a San Biagio nel centro del borgo.