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BADIA PRATAGLIA, L’ANTICA CRIPTA DELLA CHIESA
Il nome Badia Prataglia deriva da un’abbazia fondata da due monaci cassinensi attorno al 990. Un centro monastico dove c’erano tanti prati, da qui il nome Prataglia.La Badia di Prataglia fu aiutata nella sua nascita e nel suo sviluppo dal Vescovi di Arezzo che videro in essa un buon punto di controllo su territorio. La sua chiesa fu consacrata nel 1008 intitolandola a Santa Maria Assunta e San Bartolomeo e l’XI secolo vide una sua veloce crescita in termini di potere politici e possedimenti.Nello stesso periodo ancor più cresceva Camaldoli e ben presto iniziarono i dissidi tra questi due luoghi monastici. È del 1157 il documento in cui il Vescovo Girolamo assoggetta l’Abate di Prataglia al Priore di Camandoli. Passarono gli anni, i secoli, ma le discrepanze e i puntigli tra queste due entità monastiche non si attenuarono. Nel 1391, con bolla di Papa Bonifacio IX, giunse la soppressione dell’Abbazia di Prataglia. Tutti i suoi beni divennero proprietà di Camaldoli, comprese le tante selve circostanti.Dell’antica abbazia, oggi è rimasta la chiesa, nelle forme e dimensioni in cui fu completamente ricostruita nel 1314. Da allora è stata oggetto solo d’interventi di restauro e consolidamento. La facciata è molto semplice, l’interno è a unica navata con copertura a capriate. La zona presbiteriale è rialzata di ben sette gradini. Il suo stile è un chiaro richiamo al romanico, anche se negli anni in cui viene costruita siamo già in periodo gotico. Nelle campagne, però, gli aggiornamenti arrivavano però con qualche decina d’anni di ritardo. Nella chiesa vi è poi un ambiente di particolare fascino: la cripta (nella foto). Qui siamo un passo più indietro nel tempo rispetto al resto dell’edificio. Molto più antichi sono i capitelli sulle due colonne centrali. Sono in marmo e richiamano o stile romano. Certamente sono materiale di recupero proveniente chissà da dove.Il nome Badia Prataglia deriva da un’abbazia fondata da due monaci cassinensi attorno al 990. Un centro monastico dove c’erano tanti prati, da qui il nome Prataglia. La Badia di Prataglia fu aiutata nella sua nascita e nel suo sviluppo dal Vescovi di Arezzo che videro in essa un buon punto di controllo su territorio. La sua chiesa fu consacrata nel 1008 intitolandola a Santa Maria Assunta e San Bartolomeo e l’XI secolo vide una sua veloce crescita in termini di potere politici e possedimenti. Nello stesso periodo ancor più cresceva Camaldoli e ben presto iniziarono i dissidi tra questi due luoghi monastici. È del 1157 il documento in cui il Vescovo Girolamo assoggetta l’Abate di Prataglia al Priore di Camandoli. Passarono gli anni, i secoli, ma le discrepanze e i puntigli tra queste due entità monastiche non si attenuarono. Nel 1391, con bolla di Papa Bonifacio IX, giunse la soppressione dell’Abbazia di Prataglia. Tutti i suoi beni divennero proprietà di Camaldoli, comprese le tante selve circostanti. Dell’antica abbazia, oggi è rimasta la chiesa, nelle forme e dimensioni in cui fu completamente ricostruita nel 1314. Da allora è stata oggetto solo d’interventi di restauro e consolidamento. La facciata è molto semplice, l’interno è a unica navata con copertura a capriate. La zona presbiteriale è rialzata di ben sette gradini. Il suo stile è un chiaro richiamo al romanico, anche se negli anni in cui viene costruita siamo già in periodo gotico. Nelle campagne, però, gli aggiornamenti arrivavano però con qualche decina d’anni di ritardo. Nella chiesa vi è poi un ambiente di particolare fascino: la cripta (nella foto). Qui siamo un passo più indietro nel tempo rispetto al resto dell’edificio. Molto più antichi sono i capitelli sulle due colonne centrali. Sono in marmo e richiamano o stile romano. Certamente sono materiale di recupero proveniente chissà da dove.. The name Badia Prataglia derives from an abbey founded by two Cassinensi monks around 990. A monastic center where there were many meadows, hence the name Prataglia. The Badia di Prataglia was helped in its birth and development by the Bishops of Arezzo who saw in it a good control point on the territory. Its church was consecrated in 1008 naming it after Santa Maria Assunta and San Bartolomeo and the 11th century saw its rapid growth in terms of political power and possessions. In the same period Camaldoli grew even more and soon the disagreements between these two monastic places began. The document in which Bishop Girolamo subjects the Abbot of Prataglia to the Prior of Camandoli dates back to 1157. The years, the centuries passed, but the discrepancies and the obstacles between these two monastic entities did not diminish. In 1391, with the bull of Pope Boniface IX, the suppression of the Abbey of Prataglia came. All its assets became the property of Camaldoli, including the many surrounding forests. Of the ancient abbey, the church remains today, in the shape and size in which it was completely rebuilt in 1314. Since then it has only undergone restoration and consolidation interventions. The facade is very simple, the interior has a single nave with a trussed roof. The presbytery area is raised by seven steps. Its style is a clear reference to the Romanesque, even if in the years in which it was built we are already in the Gothic period. In the countryside, however, updates arrived a few decades late. In the church there is also an environment of particular charm: the crypt (in the photo). Here we are a step further back in time than the rest of the building. The capitals on the two central columns are much older. They are in marble and recall the Roman style. Certainly they are recycled material coming from who knows where.